Formula Uno

Se nella notte dei lustrini è tornata a brillare la Ferrari

L’esagerato GP di Las Vegas ha offerto al pubblico una rossa d’altri tempi – La scuderia di Maranello ha preparato bene la gara su un circuito che si addiceva alla vettura condotta con generosità da Leclerc
Il ferrarista Charles Leclerc ha dato filo da torcere al dominatore della stagione Max Verstappen. © AP/Nick Didlick
Pino Allievi
Pino Allievi
20.11.2023 19:30

Mai la Ferrari era arrivata così vicina alla Red Bull. Due secondi soltanto, una inezia. E mai la Ferrari era stata in testa a un gran premio con tanta autorevolezza e ritmo. La fotografia di Las Vegas inquadra una macchina rossa protagonista, capace di graffiare ed entusiasmare. È la Ferrari che avremmo desiderato vedere durante tutto il campionato e che invece, salvo la parentesi di Singapore, ci ha propinato delusioni profonde, inaccettabili per un marchio tanto prestigioso, capace di costruire le granturismo più desiderate del pianeta ma incapace di realizzare una Formula 1 da titolo mondiale.

Roba da brividi

Las Vegas – paillette, luci, colori, vip, cafonate: una volta all’anno basta e avanza, purché non ci siano tentativi di imitazione - ci ha mostrato una Ferrari d’altri tempi, quando era il termine di riferimento per tutti. La pole position di Leclerc era stata presa con sufficienza, perché si sa che poi il grande risultato non arriva. Invece stavolta Charles ha stentato al via e Verstappen l’ha superato con una manovra scorretta (5 secondi di penalizzazione), però dopo 15 giri è arrivato il sorpasso della Ferrari alla Red Bull, cosa rarissima da vedersi. E quando nel finale Verstappen era oramai davanti, Leclerc ha piazzato un altro sorpasso ai danni di Perez. Roba da brividi, proprio all’ultima curva.

Incompiuto o no?

Ferrari rinata? Non esaltiamoci: la Ferrari ha preparato bene la gara a tavolino, facendo un figurone su un circuito su misura per le caratteristiche della SF23, a suo agio appunto su piste velocissime senza le difficili curve da appoggio. Leclerc è stato come sempre generoso e aggressivo, quando si tratta di lottare per le posizioni alte. Qualcuno stava cominciando a sussurrare che il monegasco fosse un progetto incompiuto di campione, alla luce di qualche errore di troppo commesso quest’anno. Vero per alcuni eccessi, ma non dimentichiamo che, nelle rare volte in cui ha avuto una Ferrari competitiva, Leclerc ha guidato a un livello superiore, mostrando di non temere il confronto con nessuno. Verstappen sa che Charles è il rivale più pericoloso sulla scena e la sua manovra al via è la riprova di quanto lo tema. Ma a Leclerc servirebbe una Ferrari come quella di Las Vegas ad ogni gara e quasi mai viene accontentato, per cui diventano più comprensibili certe sue esuberanze.

Verstappen come Vettel

Alla fine, comunque, ha vinto il solito Verstappen. Uomo da statistica, oramai: 18 vittorie nella stagione in corso, 53 affermazioni come il quattro volte campione del mondo Sebastian Vettel. Cifre che allontanano qualsiasi commento legato all’ovvietà. Max domenica ha fatto un pochino più fatica del solito ma poi, con le Pirelli Hard, la Red Bull ha avuto un altro ritmo rispetto alla Ferrari. La vittoria è stata la conseguenza di una superiorità tecnica cui va aggiunta la bravura di un pilota che ha saputo sopperire ad una penalizzazione di 5 secondi e ha disputato metà gara con l’ala anteriore danneggiata dall’infausto tentativo di Russell di non farsi superare.

Penalizzazione assurda

Mentre le Red Bull in corsa per il successo erano due, la Ferrari ha giocato con una sola punta perché Sainz si è ritrovato 18° già alla prima curva, in testa-coda per evitare il caos dell’incidente innescato da Alonso. Gara complicata la sua, sempre nel gruppo e sesto alla fine. Colpa dell’arretramento di 10 posizioni in griglia per aver dovuto sostituire la terza batteria sulla sua auto danneggiata da un tombino. Una penalizzazione assurda, inconcepibile, che la Ferrari non avrebbe dovuto accettare. Ma tant’è. E così Leclerc è rimasto solo a confrontarsi con Verstappen e Perez.

Il ballo finale

Domenica prossima il mondiale si trasferisce ad Abu Dhabi per l’ultima tappa del campionato: in ballo c’è il posto d’onore tra i costruttori per il quale lottano Mercedes e Ferrari (divise da 4 punti), senza dimenticare il quarto posto tra i piloti, che al momento vede Sainz e Alonso appaiati. Briciole, i giochi importanti (1. Verstappen, 2. Perez, 3. Hamilton) sono già fatti, il resto è solo stanchezza con un velo di noia.

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