Semifinale di Coppa Svizzera: il TAS sconfessa il Sion

Il risultato della semifinale di Coppa Svizzera tra Lugano e Sion va omologato. E ciò nonostante l'assenza del VAR, elemento che aveva spinto il club vallesano a ricorrere dopo la sconfitta subita al Tourbillon. A sentenziarlo, poco fa, è stato il Tribunale arbitrale dello sport (TAS), chiamato in causa dal presidente del Sion Christian Constantin a fronte del primo reclamo bocciato dalla commissione disciplinare dell'ASF. Il numero uno dei vallesani, come detto, contestava il differente trattamento riservato alle due semifinali, giocate a fine aprile. Sì, perché se al Tourbillon - malgrado la disponibilità ad accogliere le infrastrutture - l'assistenza video non era presente, Winterthur-Servette si è disputata con la possibilità di affidarsi al VAR. Il rigore generosamente concesso al bianconero Celar ha fatto il resto.
La richiesta di un provvedimento provvisorio urgente avanzata dal Sion, per permettere di rigiocare la sfida con i bianconeri prima della finale del 2 giugno, non è però stata accolta. A esprimersi sulla questione, dopo essere stata istituita in tempi celeri, è stata una formazione composta da tre giudici. Quest'ultima è giunta alla conclusione che le condizioni per dare ragione al Sion non sono date.
I motivi alla base della sentenza - si legge in una nota del TAS - saranno comunicati alle parti nei prossimi giorni. Non è però detta l'ultima parola, quantomeno sul piano giuridico. «A meno di un ritiro del ricorso - viene precisato -, la procedura d'appello proseguirà secondo le regole e le scadenze previste dal Codice dell'arbitrato in materia di sport. Al momento attuale, non è tuttavia possibile precisare già quale saranno i tempi di una simile procedura e se (e quando) un'audizione avrà luogo».