SAM Massagno

«Sono passionale e competitivo, ma da capitano mi calmerò un po'»

Marko Mladjan ha ereditato la «C» da Daniel Andjelkovic: «È bello sapere che lo staff ripone fiducia in me, spero di essere all'altezza» - Domenica l'esordio in campionato a Ginevra, il weekend prossimo la Supercoppa contro l'Olympic Friburgo
© Keystone/Cyril Zingaro
Fernando Lavezzo
30.09.2023 06:00

Il campionato della SAM Massagno parte domenica da Ginevra con un nuovo capitano: Marko Mladjan. Lo abbiamo intervistato.

Capitano. Che effetto fa?
«È un onore, oltre che un piacere. È bello sapere che lo staff tecnico ripone fiducia in me. Durante l’estate, Robbi Gubitosa ha detto di volermi come successore di Daniel Andjelkovic. Ormai io e il coach ci conosciamo molto bene, questa sarà la nostra quinta stagione insieme. La considero una transizione naturale e spero di essere all’altezza. In realtà, non cambierà molto. Mi è sempre piaciuto fare da tramite tra i giocatori stranieri e gli svizzeri. Ritengo che questo sia uno dei compiti principali del capitano: fare gruppo e assicurarsi che tutti siano in sintonia. Due aspetti fondamentali per provare a vincere».

Hai ottenuto la «benedizione» di tuo fratello Dusan?
«In effetti credo che Gubitosa fosse un po’ indeciso tra me e lui, per il ruolo di capitano, ma non ci sono problemi: Dusan è molto contento della scelta. Mio fratello continuerà ad essere il leader naturale che è sempre stato, in ogni squadra in cui ha giocato. Il capitano lo ha già fatto tante volte, persino in Nazionale. E anche qui a Massagno, l’anno in cui Daniel è rimasto fuori per infortunio».

Tu come hai vissuto l’addio di Andjelkovic a metà luglio?
«Ero dispiaciuto. Io e Daniel ci conosciamo da tanto, da ragazzini giocavamo spesso contro. La sua decisione mi ha sorpreso, ma la capisco. Ha ascoltato il suo corpo e ha agito di conseguenza. Non ha lasciato del tutto, è solo sceso di due scalini per giocare in Prima Lega. Questo la dice lunga sulla sua passione per la pallacanestro».

Senza Andjelkovic vi mancherà uno svizzero in posto 4. Dovrai fare gli straordinari?
«Anche in passato ci siamo trovati un po’ scoperti sotto canestro, ma ora le opzioni non mancano. Abbiamo due lunghi americani con caratteristiche diverse: uno più statico sotto canestro, Clanton, l’altro più versatile, Langford. Potranno dunque convivere, permettendomi di rifiatare. Nelle finali dell’anno scorso, invece, solo James faceva la differenza in area (sottinteso: è mancato l’apporto di Galloway, NdR.). Mi piace inoltre citare un giovane in rampa di lancio come Tanackovic. All’occorrenza, anche Steinmann e Williams possono rendersi utili sotto i tabelloni».

Con Florian Steinmann e Yuri Solcà avete nelle mani più punti svizzeri rispetto al passato.
«È vero. Sono due tiratori, due realizzatori. Entrambi hanno già giocato in squadre ambiziose e sanno cosa serve per vincere. Portano esperienza, anche se Yuri è giovanissimo. Pure Koludrovic ci darà una bella mano nelle rotazioni».

Saremo l’unica squadra del campionato senza playmaker stranieri, ma credo che la scelta sia coerente e stimolante

Il pacchetto straniero è stato corretto in extremis: fuori il play Paige, dentro l’ala-guardia Dunans. In regia avrete due ticinesi, Alex Martino e il già citato Solcà. Piena fiducia in loro?
«Assolutamente. Saremo l’unica squadra del campionato senza playmaker stranieri, ma credo che la scelta sia coerente e stimolante. Da un paio di stagioni Alex garantisce 20-25 minuti di solida regia. Yuri è reduce da un’ottima stagione a Friburgo ed è anche nel giro della Nazionale. È bello che la SAM valorizzi i suoi giovani in un ruolo così importante. Più spazio avranno, più saranno pronti nei momenti topici».

Domenica comincerete il campionato a Ginevra, mentre sabato 7 ottobre sarete a Friburgo per contendere all’Olympic la Supercoppa. Quest’ultima non è un trofeo molto prestigioso, ma...
«Ma ogni titolo ha il suo peso. L’anno scorso abbiamo messo in bacheca la prima coppa nella storia della SAM Massagno e sarebbe bellissimo aggiungerne subito un’altra. Contro Ginevra domenica e Friburgo sabato prossimo, potremo inoltre lanciare segnali importanti. A noi piace moltissimo affrontare le squadre più forti e quest’anno, grazie al primo posto nella scorsa regular season, giocheremo due volte su tre in casa contro le migliori. Il nostro pubblico potrà fare la differenza. Spero che i tifosi siano caldi come negli scorsi playoff».

La Supercoppa vi offre subito un’occasione di vendetta contro l’Olympic Friburgo, dopo il finale amaro della scorsa stagione.
«Vogliamo mostrare il nostro valore, ma non proviamo sentimenti di vendetta. Loro restano la squadra da battere, insieme al Ginevra. Hanno cambiato tanto, più di noi, ma hanno nelle gambe alcune intense partite di qualificazione alla Champions League. Saranno già rodati, mentre noi stiamo ancora affinando l’intesa».

Alla seconda partita da capitano potresti già alzare una coppa.
«Nell’attesa, tocco ferro».

Sei un giocatore focoso, anche con gli arbitri. Da capitano, cercherai di contenerti?
«Sì, mi hanno già detto che dovrò calmarmi (ride, NdR.). In campo sono passionale e competitivo, ma voglio dare il buon esempio. Dobbiamo evitare di sprecare energie inutilmente, concentrandoci su ciò che possiamo controllare. In realtà, già l’anno scorso avevo fatto progressi ed ero più tranquillo. Nella prima parte della stagione è filato tutto liscio. Poi sappiamo cosa è successo, soprattutto in gara-3 della finale...».

Ecco, appunto: la squalifica di Gubitosa, sospeso per 8 giornate, rischia di destabilizzarvi?
«Abbiamo fiducia nel suo vice Cabibbo. Siamo in ottime mani, Totò è sicuro di sé ed è la persona giusta per fare le veci di Robbi in questo primo mese. Ha già maturato esperienza come head coach a Lugano e conosce perfettamente gli equilibri della squadra».

È un po’ più tranquillo di Robbi...
«Ognuno ha il suo stile e in una squadra possono servire entrambi. Gubitosa e Cabibbo si completano molto bene».

Tornerai a giocare in Nazionale?
«Presto avremo una riunione tra noi giocatori, per definire i prossimi passi. Come ho spiegato alla Federazione, per me è complicato partecipare alle campagne estive. Ho un lavoro e non posso assentarmi per oltre un mese. Durante la stagione, vorrei dare una mano».

In questo articolo: