Hockey

Sospiri di sollievo e sbadigli nel cuore di una lunga notte

Gara-2 della semifinale dei playoff tra Losanna e Friburgo è stata decisa da Fuchs a mezzanotte e quaranta, quando le due formazioni stavano giocando il terzo supplementare – È la terza partita più lunga nella storia del campionato svizzero, il record del mondo è norvegese
© KEYSTONE / JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Flavio Viglezio
05.04.2024 06:00

Inizio della partita: 20.00. Fine della partita: 00.39, nel corso del terzo tempo supplementare. La rete realizzata da Jason Fuchs nel cuore della notte, al 106’44’’ in una Vaudoise Arena ormai semivuota, ha regalato al Losanna il pareggio nella serie di semifinale con il Friburgo. Gara-2 tra i vodesi e il Gottéron si è issata al terzo posto nella classifica della partite più lunghe del campionato svizzero. Il record resiste, appartiene sempre a Berna - Ginevra del 2019, risolta da Mark Arcobello al 117’43’’. Al secondo posto - i tifosi bianconeri se la ricordano bene - Ginevra contro Lugano dello scorso anno, con il gol di Marc-Antoine Pouliot al 114’06’’.

Niente a confronto del primato assoluto: nel 2017 la sfida del campionato norvegese tra Storhamar Dragons e Sparta Warriors finì dopo 217 minuti e 13 secondi di gioco, all’ottavo overtime. Inizio della partita: 18.00. Fine della partita: 2.33.

Quale alternativa?

E ogni volta che si va così per le lunghe si riapre il dibattito. Ha senso il supplementare ad oltranza? In un’ottica puramente legata al risultato - e quindi all’esito di una serie - sicuramente sì. È certamente più democratico di una decisione ai rigori. Ci sono però altri fattori da tenere in considerazione, a cominciare proprio da un pubblico - o una parte di esso - penalizzato da questo scenario. Non esiste che una partita di semifinale dei playoff di hockey termini in una pista mezza vuota. Significa che c’è qualcosa che non funziona, nel sistema. La qualità dello spettacolo - lo si è visto anche mercoledì - diminuisce più i minuti avanzano. E ci sarebbe parecchio da dire anche sulla salute - o meglio, sui rischi per la salute - dei giocatori. Il difensore svedese del Losanna Christian Djoos è rimasto in pista per 50’53’’: un’assurdità.

La soluzione perfetta, che possa accontentare tutti, non esiste. Ma sarebbe forse tempo di trovare una alternativa. Magari un primo overtime a 5 contro 5, seguito da uno a 4 contro 4, o a 3 contro 3. Anche i rigori, in fondo, sono un gesto tecnico che premia le qualità di una squadra. E in una serie al meglio delle sette sfide, è sempre la squadra più forte a passare il turno.

L’esultanza e il crampo

«Quando ho esultato per la mia rete ho avuto un crampo», ha confessato uno stremato Jason Fuchs. Sarà allora interessante osservare se la lunga battaglia della Vaudoise Arena lascerà tracce profonde nel fisico dei giocatori delle due formazioni. A tutto vantaggio di uno Zurigo che ha fin qui vinto le sei partite disputate in questi playoff e che si è già portato sul 2-0 nella serie con lo Zugo.

«Questa vittoria - ha proseguito Fuchs - toglie forse un po’ di fatica mentale in vista della prossima partita, ma stiamo vivendo una serie così tesa ed equlibrata che è impossibile dire ciò che accadrà. Entrambe le squadre hanno tanta fiducia nei propri mezzi».

Il déjà-vu di Rochette

Sugli spalti, invece, parecchi spettatori - ad un certo punto - hanno iniziato a sperare che l’incontro terminasse il più presto possibile. «Per quel che ci riguarda - ha spiegato un altro losannese, Théo Rochette - la speranza non è quella di finire il più velocemente possibile, ma di segnare il più rapidamente possibile per terminare la partita con una vittoria. È stato bello vedere il disco entrare in rete dopo aver giocato quasi due incontri».

Il 22.enne attaccante non è nuovo ad esperienze di questo genere. Nel 2019, quando giocava per i Saguenéens di Chicoutimi, una sfida di playoff contro Rimouski era stata decisa solo al quarto overtime. «Mercoledì sera, quando vedevo il tempo scorrere, sapevo cosa dovevo aspettarmi. Perché avevo già vissuto una situazione simile. Avevo perso quella partita, ed allora sono molto contento di aver vinto questa».

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