Tennis

«Stricker ha mostrato la via, altri potrebbero seguirla»

Severin Lüthi, capitano di Coppa Davis, è tornato al Challenger di Lugano per osservare i giovani elvetici – «Questo è diventato un torneo importante e mi piace sottolineare le buone sinergie create con Swiss Tennis»
Il capitano di Davis, Severin Lüthi, ha trascorso la giornata al Challenger di Lugano. ©ti-press/golay
Raffaele Soldati
11.03.2023 06:00

Un giorno fuori dagli schemi per Severin Lüthi: «Ho preso l’auto e sono venuto a Lugano. Toccata e fuga. Ci tenevo a seguire almeno per un giorno l’avventura dei due svizzeri, Mika Brunold e Dominic Stricker, approdati ai quarti di finale. Nel 2021 non c’ero. Mi ero così perso il primo successo di Dominic in un Challenger. Lo scorso anno avevo invece già seguito qualche partita. Questi tornei sono delle belle occasioni. Non solo per i giocatori svizzeri». Già coach personale e uomo di fiducia di Roger Federer, Lüthi prosegue la sua lunga collaborazione con Swiss Tennis. «Da 18 anni sono capitano di Davis. Un’esperienza che mi ha fatto vivere momenti di grande intensità (in primis la vittoria a Lilla nel novembre del 2014 grazie a Roger e Stan, ndr), ma anche qualche dispiacere. Per fortuna, dopo qualche stagione di magre, sono tornati i buoni risultati. Ma il fatto più importante è che adesso posso affidarmi a un bel gruppo di giovani e meno giovani», sottolinea il bernese.

Cominciamo dai meno giovani. Il ritorno di Wawrinka sembra essere stato accolto molto bene dal team. Cosa dice il capitano? «È vero. Stan è uno di quei giocatori che sanno farsi voler bene. Per noi è un valore aggiunto. È un generoso. Si è rimesso sul piano fisico e ha offerto il suo contributo. Lo abbiamo visto nello spareggio contro la Germania, che ci ha permesso di ritrovare le finali del Gruppo mondiale. La prossima volta si giocherà a settembre. A breve sapremo in quale gruppo finiremo».

Fra il Ticino e Indian Wells

Intanto Severin Lüthi ha un occhio rivolto sul Challenger di Lugano e un altro sul Masters 1000 di Indian Wells. «Diciamo che Lugano è più vicina a casa. La trasferta meno onerosa. Però seguo con attenzione anche quanto succede in California. Stan è ancora in corsa. Hüsler e Riedi sono usciti di scena. Per quanto riguarda Lugano ribadisco quello che altri forse hanno già detto. Questa è un’ottima palestra per i giovanissimi, ma anche un torneo che consente di vedere giocatori dal grande passato, che ripartono dal basso, magari anche perché condizionati da vari infortuni». A Lugano era venuto Jack Sock, già n. 8 del ranking mondiale. L’altro giorno, ha giocato il grande doppista francese Pierre-Hugues-Herbert, per non parlare del giamaicano Dustin Brown, due volte giustiziere di Nadal e ancora attivo in doppio. Nei quarti è uscito di scena il lituano Ricardas Berankis, nel 2016 numero 50 dell’ATP. «Faccio davvero i complimenti a Riccardo Margaroli e al suo staff. Sono riusciti a creare un torneo importante per l’immagine del tennis in Svizzera. Tra due settimane ci sarà un altro Challenger a Bienne, sede del nostro centro nazionale. Un certo numero dei giocatori che sono venuti a Lugano si rivedranno in campo nel Canton Berna. Ci tengo a sottolineare le buone sinergie tra la squadra di Margaroli e Swiss Tennis. A noi fa ovviamente molto piacere poter vedere in tabellone, oltre a Dominic Stricker, giocatori come Alexander Ritschard, Antoine Bellier e il 18.enne Mika Brunold».

Proprio Brunold, che nei quarti ha ceduto il passo al francese Escoffier (6-0 6-3), nelle prime due partite del torneo ha mostrato qualità tecniche e anche un buon senso del gioco. «Non ho visto le partite, ma posso immaginarlo - prosegue Lüthi -. Tra gli juniores Mika ha realizzato dei buoni risultati. Ha partecipato ai tornei del Roland Garros e di Wimbledon ed è diventato vicecampione europeo U18 in doppio. Adesso si tratta di fare un ulteriore salto di qualità. Il passaggio dagli ITF Future ai Challenger non è scontato. Si tratta di fare esperienza sulla scia di Stricker». Dal suo primo successo in questo Challenger luganese il bernese è cresciuto parecchio, tanto da arrivare lo scorso anno al penultimo atto delle Next-Gen Finals di Milano.