L’anniversario

Tanti auguri, «Fuorigioco»

La storica trasmissione di TeleTicino compie quindici anni: ne parliamo con Patrick Della Valle
Il vecchio e il nuovo: a destra Luca Sciarini, storico conduttore di «Fuorigioco», e l’attuale conduttore Patrick Della Valle
Red. Online
08.11.2021 16:23

Quindici anni. L’età dell’adolescenza, diciamo. Ma se parliamo di televisione, beh, significa che una determinata trasmissione diventa grande. Adulta, ecco. È il caso di Fuorigioco, storico programma di TeleTicino che proprio stasera festeggerà un compleanno speciale. «Quest’estate, in un raro attimo di tregua dalla routine quotidiana, mi si è accesa una lampadina» afferma a tal proposito Patrick Della Valle, caporedattore sport dell’emittente di Melide. «Dal 2006 al 2021 ci sono, appunto, quindici anni. Mi sono reso conto che era un traguardo impossibile da non celebrare. Assieme allo storico regista della trasmissione, Antonello Pasquale, abbiamo vagliato diverse ipotesi di lavoro e alla fine ci siamo detti che nessuno come i protagonisti che lanciarono Fuorigioco nel 2006 avrebbero potuto raccontare meglio la vera essenza e la genesi del programma. Abbiamo costruito un filo narrativo con i ricordi, gli aneddoti, i retroscena di Luca Sciarini, Marco Bazzi, Filippo Lombardi, Mauro Antonini e Kubi. Ne sono uscite delle belle, aspetti e curiosità che neppure io conoscevo malgrado sia dipendente di TeleTicino da più di dieci anni».

In un contesto, quello televisivo, in continua evoluzione è incredibile pensare alla longevità (e parallelamente alla freschezza) di Fuorigioco. Della serie: quindici anni e non sentirli. «Aver raggiunto i quindici anni di esistenza è un risultato da non sottovalutare: in un mondo sempre più incline all’usa e getta essere ancora oggi in onda è un attestato di stima e affetto dei nostri telespettatori. Sì, perché – inutile nasconderlo – anche in una piccola realtà come la nostra resta in onda solo quello che funziona. In questo senso mi sento di ringraziare la direzione di TeleTicino per la fiducia che ci ha sempre accordato: lavoriamo sodo ogni minuto della giornata ma possiamo farlo liberi da ogni condizionamento e nelle migliori condizioni possibili per una televisione locale privata con mezzi forzatamente limitati».

Nato quasi per osmosi nel 2006, sull’onda delle tante trasmissioni da salotto della televisione italiana, Fuorigioco negli anni è cresciuto. Distanziandosi, in parte, dal format della prima ora. «Credo però che Fuorigioco non abbia mai perso o svenduto i suoi valori fondamentali, quelli immaginati da Luca Sciarini nel 2006» sottolinea Della Valle. «Certo, nel tempo ci sono stati degli adattamenti, più determinati dalla realtà esterna che ci circonda che per nostra volontà. Oggi come allora quello che credo renda Fuorigioco speciale è la sua capacità di essere una trasmissione di “lotta ma anche di governo”. Amiamo raccontare lo sport con il sorriso, senza fare sconti quando è necessario ma senza mai prendersi troppo sul serio».

E cosa significa, per Patrick e per i suoi colleghi, condurre un programma del genere? Anche, e soprattutto, pensando all’eredità (pesante) lasciata da Luca Sciarini. «Quando una trasmissione per così tanti anni viene condotta da una sola persona, beh, si ha sempre il timore che possa morire con la sua partenza. Per fortuna con Fuorigioco non è andata così (ride, ndr) anche se rimane il fatto che riprendere l’eredità di Luca non è stato affatto facile. Per anni Sciarini ha rappresentato con carisma e capacità lo sport della nostra televisione. Pensare di sostituirlo non è mai stata la mia missione. Io mi sono posto e proposto per quello che sono. So che non piaccio a tutti ma è normale che sia così. Anzi, a dirla tutta, sono felice che sia così. Oggi al mio fianco, grazie all’intuizione di Sciarini che ha voluto e creduto in una redazione sportiva allargata già nel 2010, lavora un validissimo giornalista come Stefano Sala. Dall’inizio dell’anno poi abbiamo aggiunto due giovanissime pedine, Luca Mossi e Alex Isenburg. Forze fresche che si spera presto, ma neanche troppo, siano pronte a un nuovo passaggio di testimone».