«Cullo il sogno di andare a Melbourne e di poter giocare le qualificazioni»

Non si è ancora conclusa la stagione di Susan Bandecchi (WTA 329). La ticinese lotta infatti ancora su due fronti: offre il suo contributo al Rungg (compagine della provincia di Bolzano) negli Interclub in Italia e cerca di a conquistare punti che le consentano di avanzare un po’ nel ranking mondiale. «Se tutto va per il verso giusto - afferma la ticinese che si allena a Milano - dovrei poter giocare fino a metà dicembre. In questo fine settimana spazio agli Interclub, che mi vedranno impegnata contro il Padova. Da lunedì affronterò un torneo da 25.000 dollari ad Ortisei. Poi mi attendono tre tornei, Andorra o Dubai e ancora Angers e Limoges, in Francia. Visto che nella scorsa stagione in questo periodo ero ferma per un infortunio, non ho punti da difendere. Ho insomma tutto da guadagnare».
Susan ha ancora la testa rivolta al 2023, ma già guarda con una certa ambizione alla prossima stagione. «Sul piano fisico e mentale mi sento bene - afferma - . Non ho fatto grandi risultati, ma ho comunque giocato a più riprese a buoni livelli. Se devo fissarmi un obiettivo, dico che vorrei chiudere l’anno tra le prime 300 della WTA. Non sarà facile, ma non è neppure impossibile. Conto di lavorare con impegno per poter affrontare in gennaio le qualificazioni all’Open d’Australia. Per raggiungere questo traguardo mi mancano in pratica 120 punti. Essere presenti alle prove del Grande Slam, anche se partendo da lontano, è il sogno di ogni tennista. Anche io continuo a cullarlo. Melbourne, poi eventualmente il Roland Garros, Wimbledon e New York sembrano mete lontane». Per raggiungere i tabelloni principali di questi tornei la Bandecchi dovrà naturalmente alzare ulteriormente il livello di gioco e acquisire una mentalità vincente.
La Svizzera, che lo scorso anno si era aggiudicata la Billie Jean King Cup a Glasgow, quest’anno è uscita di scena nei gironi delle finali a Siviglia. Quali le impressioni di Susan Bandecchi sul futuro della squadra guidata da Günthardt? «Senza Belinda Bencic, che in primavera diventerà mamma, il team ha perso la sua protagonista. Giudicata non in forma, Jil Teichmann purtroppo è stata lasciata in panchina. Una scelta coraggiosa del capitano, che però non si è rivelata pagante. Ma non dimentichiamo che di fronte c’erano la Cechia e gli Stati Uniti, nazioni che pur non schierando le loro migliori tenniste, potevano contare su ragazze consistenti. Ritengo che Golubic e Naef si siano difese bene ma non abbastanza per cogliere un successo».