Ecco Salvatore Caruso, il «sosia» di Novak Djokovic

Si scrive Novak Djokovic, ma si pronuncia Salvatore Caruso. Già, il tennista serbo è stato espulso dall’Australia e, di riflesso, non potrà partecipare agli Australian Open. E così, al primo turno, domani, contro Miomir Kecmanovic ci sarà questo semisconosciuto italiano di 29 anni, attualmente numero 150 della classifica ATP ma con un passato al 76. posto. Caruso è stato ripescato e, al proposito, ha detto: «So di essere il lucky loser più famoso al mondo». Vero, verissimo. Peccato per lui che la partita, senza «Nole», è stata spostata su un campo secondario. Niente Rod Laver Arena, insomma.
«Sono contento e orgoglioso di poter giocare e competere in uno dei tornei più importanti al mondo» ha scritto Caruso su Instagram. «Capisco il dispiacere di Novak nel non poter partecipare e gli auguro di tornare a fare presto quello che ama». E ancora: sull’accaduto in sé, prosegue l’azzurro, preferisce non esprimersi perché non conosce i dettagli e, soprattutto, «perché non trovo corretto dare giudizi». La risonanza mediatica, ammette, è tanta «e tende a prendere energia». Un’energia che Caruso spera di conservare «e usare domani in partita».
Ventinove anni compiuti lo scorso dicembre, Caruso è siciliano e ha debuttato nel circuito nel 2016 grazie a una wild card per gli Internazionali di Roma. Da bambino, scrive la Gazzetta, sognava di fare il pilota di Formula Uno. Ha preferito la racchetta. Nel 2019, da qualificato, incrociò Djokovic al terzo turno del Roland Garros. Per lui anche due turni superati nel 2020 agli US Open.
Il primo turno, in ogni caso, gli frutterà 57.276 euro. Non male, per un «sosia» di Djokovic.