Tennis

I dolori del giovane Carlos: «Ma le sensazioni sono buone»

Dopo l’infortunio che lo ha costretto a rinunciare a Montecarlo e Barcellona, Alcaraz torna in campo oggi a Madrid
– A 20 anni lo spagnolo ha già dovuto convivere con tanti guai fisici – Ferrero: «Deve imparare a costruire, non solo a distruggere»
© Chema Moya
Flavio Viglezio
26.04.2024 06:00

«Il tennis del prossimo decennio sarà dominato da Jannik Sinner e Carlos Alcaraz». Lo pensano in molti – quasi tutti – nel mondo della racchetta. In effetti si tratta dello scenario più probabile, a meno della nascita di un nuovo fenomeno che possa fungere da terzo incomodo nella lotta al vertice tra l’italiano e lo spagnolo.

Già, Rafael Nadal sta sparando le sue ultime cartucce e tutto sta ad indicare che il giorno del ritiro del grande maiorchino non sia più così lontano. C’è sempre Novak Djokovic, ma anche il serbo ha cominciato a centellinare le sue presenze. Nole ha ammesso che alla sua età – va per i 37 anni – il fisico non reagisce più come prima. E che non è evidente trovare sempre le giuste motivazioni, soprattutto in tornei – per lui… - minori. Nemmeno Djokovic, insomma, è eterno.

Ed allora il tennis – che si nutre di grandi rivalità – attende con impazienza epici capitoli nel duello tra Sinner e Alcaraz. L’altoatesino, ormai numero 2 della classifica ATP, sembra pronto al grande salto. Lo ha ammesso lo stesso Djokovic: «Sinner sarà presto il nuovo numero 1 del tennis mondiale».

Un successo nel 2024

Un primo posto sul tetto del mondo che Alcaraz aveva già raggiunto, nella sua ancora giovanissima carriera, nel 2022. Diventando il più giovane giocatore della storia ad issarsi al comando dell’ATP a 19 anni, 4 mesi e 6 giorni. Dopo il suo successo a Wimbledon dello scorso anno – battendo Djokovic al termine di un’epica finale – la sua corsa pareva inarrestabile. Ed invece – proprio dopo il trionfo sull’erba londinese – sono iniziate le difficoltà. Certo, il tutto va relativizzato: il ragazzo di Murcia è pur sempre al terzo posto della classifica ATP. Ma non è più riuscito ad esprimersi con regolarità sui livelli raggiunti a Church Road. Nel 2023 – dopo Wimbledon, appunto – Carlitos non ha più vinto un torneo. E in questa stagione è fermo – si fa per dire – al solo successo a Indian Wells, dove era stato in grado di superare proprio Sinner in semifinale prima di battere Daniil Medvedev all’atto conclusivo.

Uno stress esagerato

La verità è che nonostante la giovanissima età, Alcaraz ha già dovuto convivere con tanti problemi fisici. Forse troppi, per un 20.enne. Infortuni che lo hanno costretto a pause forzate anche piuttosto lunghe. In questa annata agonistica è stato costretto al ritiro al torneo di Rio de Janeiro per un problema ad una caviglia ed ha poi recentemente dovuto dichiarare forfait a Montecarlo e a Barcellona per un fastidio muscolare all’avambraccio destro. Già lo scorso anno lo spagnolo aveva dovuto fare i conti con infortuni muscolari – agli addominali e ad una gamba in particolare – senza dimenticare la famosa semifinale contro Djokovic al Roland Garros, terminata di fatto all’inizio del terzo set a causa dei crampi che lo avevano letteralmente bloccato.

C’è già chi sostiene che il suo tennis non sia sostenibile, a causa del continuo ed esagerato stress al quale sono sottoposti i suoi muscoli e le sue articolazioni.

Il suo allenatore, Carlos Ferrero, ha recentemente commentato la situazione del suo protetto: «Certi giocatori – ha affermato – giocano più per distruggere che per costruire. Carlos è un giocatore molto veloce ed esplosivo, non riesco a farlo giocare piano. Ma spero che in futuro sarà capace anche di costruire».

Parole chiare, quelle dell’ex numero 1 dell’ATP. Il gioco di Alcaraz necessita di un’evoluzione per permettergli di rimanere a lungo ai vertici del tennis mondiale.

È impossibile, allora, evitare il paragone con il suo illustrissimo connazionale Rafael Nadal. Fin dall’inizio della sua fantastica carriera il maiorchino ha dovuto convivere con dolori e infortuni più o meno seri. E forse nessuno – per il suo gioco così dispendioso – prevedeva una carriera così longeva e ricca di trionfi. Ma una delle qualità di Nadal è stata proprio quella di ascoltare il proprio fisico e di adattare in qualche modo il suo gioco. Senza snaturarlo, ovviamente.

L'esame Shevchenko

Alcaraz farà il suo rientro in campo oggi al Masters 1000 di Madrid, in cui sarà opposto al kazako Alexander Shevchenko (ATP 59). Nella conferenza stampa di martedì, Alcaraz è apparso sorridente e fiducioso: «Mi sono allenato con maggiore intensità in questi giorni e le sensazioni sono state buone. Ma non voglio avere fretta e non voglio dare nulla per scontato. Sono arrivato qui senza ritmo e senza aver giocato alcun match sulla terra battuta, ma giocare a Madrid di fronte ai miei amici e alla mia gente mi dà sempre tanta energia. È un torneo che gioco da quando ho 5 anni e prendervi parte mi dà sempre una motivazione in più».

Un torneo che affronta con ambizioni piuttosto limitate: «Non posso dire che sarò al 100% perché non lo so e non c’è nulla di scontato – ha continuato Carlitos –. Ma basandomi sulle sensazioni che avverto ora, se penso alla mia mentalità sarei felice se riuscissi a giocare tre o quattro partite».