Jannik Sinner pronto al rientro: «Non ho paura di tornare a giocare»

Jannik Sinner è tornato. Meglio, sta per tornare. «Non ho paura» ha detto il numero 1 del ranking ATP, che farà il suo rientro ufficiale al Masters 1000 di Roma dopo aver patteggiato una squalifica per tre mesi in seguito alla doppia positività al Clostebol. «Sono contento di tornare in campo, arrivo da una pausa lunga, molto lunga, durante la quale ho passato del tempo con la mia famiglia e i miei amici» ha spiegato l'italiano. «So che il mio ritorno susciterà molta attenzione, anche al di fuori dei tornei». Un riferimento, questo, a una foto pubblicata in questi giorni che lo ritrae assieme alla sua nuova compagna. «Ma quel che conta, ai miei occhi, è tornare a giocare, ritrovare e riabbracciare il pubblico. Tornerà anche la pressione, ci saranno dubbi circa il mio livello di gioco. È normale. E non temo di tornare a confrontarmi con gli avversari».
Domanda: la squalifica, patteggiata con l'Agenzia mondiale antidoping, l'AMA, può essere letta come un colpo di fortuna? Riformuliamo: l'AMA, inizialmente, puntava a uno stop di uno o due anni. «Quando ti confronti alla giustizia sportiva, sai che le cose possono andare in un modo o nell'altro. Tutto o niente. Nel mio caso, c'è stato questo accordo, un accordo che non volevo in principio e che per me è stato difficile accettare, perché io so che cosa è successo veramente. Alle volte, tuttavia, bisogna essere capaci di tirare fuori il meglio dalle brutte situazioni. Ed è quello che ho fatto. L'importante è essermi buttato questa vicenda alle spalle».
Che dire, invece, di chi ha criticato la decisione di fermare Sinner per soli tre mesi? L'italiano, nei confronti di alcuni protagonisti del circuito, cercherà una vendetta in campo? «L'anno scorso è stato molto difficile, non potevo parlare con molte persone di quello che stava succedendo» ha riconosciuto il diretto interessato. «È stato complicato all'inizio degli Australian Open 2025, ho davvero faticato mentalmente. Sono qui al Foro Italico, a Roma, da 45 minuti e non ho ancora visto nessuno. Il tennis è uno sport individuale, d'altro canto, ognuno fa le sue cose. In questi tre mesi non ho parlato quasi con nessuno, solo con Jack Draper, che è venuto ad allenarsi con me a Monte Carlo. All'inizio della sospensione, ho ricevuto messaggi da giocatori che non mi aspettavo di ricevere e, al contrario, non è arrivato nulla da giocatori da cui avrei potuto aspettarmi qualcosa».
Quali, invece, gli obiettivi per questo ritorno alle competizioni? Ancora Sinner: «Non ho molte aspettative. Voglio tornare a sentire la competizione e vedere qual è il mio livello. Il mio obiettivo sono gli Open di Francia. Sono qui per vedere a che punto sono, per cercare di superare il primo turno, non per battere tutti. Ogni partita sarà dura, ma sono molto tranquillo, ben riposato fisicamente e mentalmente, e questo mi ripagherà alla fine della stagione». Bene, anzi benissimo. Resta da capire se il caso Clostebol e la successiva sospensione avranno cambiato, e quanto, il fenomeno della racchetta: «Lo stop non mi ha cambiato, sono la stessa persona dell'anno scorso, ovviamente sono più libero perché questo caso non incombe più su di me, ma non credo che mi abbia cambiato in termini di personalità. Ho capito che fuori dal tennis è molto importante essere ben circondati. Ho vissuto le mie giornate a un ritmo diverso, con i miei amici e la mia famiglia, e questo è stato positivo per me. Sono felice del modo in cui abbiamo gestito tutto, perché non è stato facile, ma la vicenda non mi ha cambiato».