Tennis

Leandro Riedi finalmente se la ride

L’elvetico è riuscito a qualificarsi per il tabellone principale di Wimbledon: gli infortuni sono ormai solo un brutto ricordo - Il sorteggio gli ha riservato Oliver Tarvet al primo turno, in termini di classifica è il miglior avversario che potesse incontrare - Vincendo, oltre a guadagnare punti preziosi e un premio non indifferente, potrebbe anche regalarsi un incontro con Alcaraz
©Keystone/Peter Klaunzer
Alex Isenburg
28.06.2025 06:00

Da quasi 50 anni almeno un tennista svizzero figura nel tabellone principale del torneo più prestigioso del mondo, quello di Wimbledon. A ridosso dell’edizione 2025 del Grande Slam londinese, il rischio di interrompere questa striscia, che perdura dal lontano 1978, sembrava parecchio alto. Vista l’assenza di Stan Wawrinka – e le sconfitte patite da Stricker, Kym e Hüsler durante i turni di qualificazione del torneo – al gruppo elvetico è allora venuto in soccorso Leandro Riedi. Lui, che tra l’altro, mai prima d’ora era riuscito ad accedere a un «main draw» di un Major. È una carriera atipica, quella dello zurighese, balzato agli onori della cronaca nel 2020, quando – in finale del Roland Garros junior – si trovò di fronte al connazionale Stricker, che ebbe la meglio. Da lì, poi, Riedi – oltre a un paio di convincenti comparsate in Coppa Davis – si è reso protagonista soprattutto sul circuito Challenger. Tuttavia, nel suo momento di miglior forma – proprio quando sembrava pronto a spiccare il volo – un duplice infortunio gli ha tarpato le ali.

Sfortunato sul campo...

A settembre del 2024, una frattura ossea riscontrata nel ginocchio destro gli ha reso necessario un intervento chirurgico. Qualche mese dopo, a gennaio, la stessa gamba l’ha rimandato al tappeto e sotto i ferri, per curare la rottura del menisco interno. Nel percorso di riabilitazione – svoltosi principalmente nei centri di Bienne e Macolin – «Lele» si è perlopiù rinforzato a livello fisico, guadagnando circa cinque chili di massa muscolare. Un aspetto non indifferente, per uno come lui. In questo modo, quel timing eccezionale che gli ha sempre permesso di impattare i colpi in maniera molto pulita, è ora assecondato da una palla maggiormente pesante. E così, poco dopo il suo rientro – avvenuto in Portogallo, a metà maggio – ha centrato l’exploit più importante della carriera.

A stupire, in primis, è il tempismo: uno stop dalle competizioni di 8 mesi e mezzo è un’eternità. Le qualificazioni di Wimbledon – ottenute grazie al sistema del ranking protetto – sono state solamente il terzo evento al quale ha partecipato quest’anno. E la preparazione dedicata all’erba, addirittura, era limitata esclusivamente al torneo di Ilkley, in cui ha disputato tre match. Ma questa superficie esalta la sua altezza e le caratteristiche di gioco: già l’anno scorso – quando perse, nonostante due set di vantaggio, contro Bolt con tanto di match point a favore – andò a un solo punto dall’accesso al tabellone principale. Questa volta, invece, non ha tremato e al Community Sport Centre di Roehampton – dopo aver regolato i meglio classificati Sun e Gomez – ha colto l’opportunità, battendo anche la wild card scozzese Stewart.

... fortunato alle urne?

Se ne staglia un’altra, ora, di chance. Ed è enorme. Dinnanzi a lui, al primo turno, troverà un altro britannico: il promettente Oliver Tarvet. Perché, allora, parliamo di una ghiotta occasione? Beh, per il semplice fatto che il tennista elvetico – tra i 128 giocatori del tabellone principale – era il penultimo in termini di classifica. L’unico alle sue spalle? Lo stesso Tarvet. Pure quest’ultimo, infatti, proviene dalle qualificazioni. Vi ha avuto accesso tramite un invito del torneo di casa, che ha sfruttato impeccabilmente. 

I due, fin qui, non si sono mai affrontati, ma i favori del pronostico dovrebbero comunque essere dalla parte del rossocrociato, al di là di quello che è il vantaggio di classifica (l’uno 506 ATP, l’altro 719). Rispetto allo svizzero – che nell’agosto dello scorso anno, per mezzo di 5 finali Challenger (di cui 2 vinte), aveva scalato la graduatoria sino a raggiungere il 117. posto – Tarvet, seppur molto giovane e con ampi margini di crescita, ha un ranking più veritiero. In sostanza, l’attuale posizione occupata dall’inglese non si distanzia di molto rispetto alla migliore mai ottenuta in carriera.

Arricchente in tutti i sensi

L’esperienza londinese di Riedi – da considerarsi già sin d’ora un successo – può diventare ancor più redditizia sotto ogni aspetto. Iniziamo dal discorso legato ai punti: oltre ai 35 già virtualmente blindati grazie al percorso che dalle qualificazioni lo ha portato al primo turno, con un ulteriore successo ne incamererebbe altri preziosi 35. Dal punto di vista economico, poi, l’affare appare a dir poco allettante. Tanto che – grazie all’aumento del 7%, rispetto al 2024, del montepremi complessivo – Riedi ha già potuto incassare più di 40.000 sterline, alle quali se ne aggiungerebbero altre 66.000. Per una somma, considerevole, di circa 150.000 dollari. Cifra ancor più ragguardevole se si pensa che in stagione ne ha conquistati meno di 8.000 o che in tutta la carriera (doppio compreso), il suo prize money (conteggiato prima di Wimbledon) ammonta a 528.517 dollari.

Il nome di Leandro Riedi è stato menzionato pressoché al termine della canonica procedura riservata al sorteggio. L’elvetico, dunque, è finito in fondo al tabellone. Il che significa, innanzitutto, che scenderà in campo per la partita di primo turno – al pari di chi compare nella parte alta del tabellone femminile – in occasione della giornata inaugurale del torneo, ossia lunedì. Ma l’altra considerazione degna di nota è che «Lele» ha la serissima possibilità di sfidare nientepopodimeno che Carlos Alcaraz, numero due del mondo e doppio campione in carica a Church Road. In quel caso, va da sé, le probabilità di andare avanti nel torneo sarebbero davvero minime. Nonostante ciò, scontrarsi con il fenomeno iberico sarebbe forse l’esperienza più arricchente possibile per Riedi. Significherebbe, infatti, poter duellare per almeno tre set con quello che è, allo stato attuale, il miglior giocatore del pianeta su questa superficie. E potrebbe farlo, non da ultimo, sul leggendario «Centre Court».

Tabellone sbilanciato?

Guardando al quadro generale, lo stesso Alcaraz pare il maggior beneficiario del sorteggio tenutosi ieri. Coloro i quali rappresentavano i maggiori pericoli sono per l’appunto finiti nella parte alta del tabellone, ovvero quella presidiata da Jannik Sinner. Dal lato dell’italiano, infatti, sono capitati Shelton e Musetti – che dovrebbero contendersi un posto per sfidare l’altoatesino – così come Draper, Bublik e Djokovic. Uno di loro tre sembra destinato a raggiungere il penultimo atto, potenzialmente al cospetto del numero uno del mondo. Nole pare avere un percorso tutto sommato abbordabile fino al quarto di finale, mentre quello di Draper è meno agevole, avendo la sfortuna di dover probabilmente incontrare il kazako già al terzo turno. Ma dal lato di Alcaraz, perciò, chi ci è finito? Nel suo quarto la testa di serie più alta è quella di Rune, mentre è francamente molto difficile prevedere chi giungerà in semifinale. Tra i vari contendenti, Fritz, sull’erba, è forse il migliore. Il suo cammino, però, è irto di insidie sin dalle primissime battute. Chissà, quindi, che Medvedev non possa approfittarne per replicare il risultato di 12 mesi or sono.

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