Tennis

Nole non sbaglia due volte e firma il settimo Masters

Il serbo conquista le ATP Finals sconfiggendo nell’ultimo atto 6-3 6-3 un quasi rassegnato Yannik Sinner: «Avevo di fronte l’eroe di casa, per batterlo ho dovuto giocare con tattica, sono davvero fiero della mia prestazione»
Novak Djokovic bacia la Coppa delle ATP Finals dopo aver superato Jannik Sinner in un match poco spettacolare. ©AP/Antonio Calanni
Red. Sport
19.11.2023 21:49

C’era da aspettarselo. Novak Djokovic non è imbattibile. Può inciampare una volta. Non due. A farne le spese è stato Jannik Sinner, che aveva realizzato l’impresa nella sua seconda partita del Round Robin, quando si era superato battendo in tre set il numero uno al mondo. L’altoatesino sapeva a cosa sarebbe andato incontro nell’ultimo atto delle ATP Finals al PalaAlpitour di Torino. Però ci ha provato, anche se alla fine è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Altro non poteva fare che complimentarsi con il serbo, che lo ha battuto con un doppio 6-3. «Bravo Novak - ha detto - .Hai iniziato la stagione vincendo e l’hai conclusa nello stesso modo. Hai conquistato tre prove del Grande Slam e diversi altri tornei. Sei un’ispirazione per tutti quelli che ti ammirano. Per la tua professionalità e per quella del tuo team».

Un primo set magistrale

Nella finale Sinner è stato preso d’assalto da un numero 1 particolarmente in palla, capace di servire in modo quasi impeccabile nella prima frazione. Nella seconda c’è stato molto più equilibrio, anche se il risultato non lo dice. «Negli ultimi due o tre mesi ho giocato tante partite. E, soprattuto, ho fatto molti progressi. Sento di essere diventato un altro giocatore. Ho avuto l’onore di giocare le Next Gen Finals a Milano. Adesso questo torneo, che è tra i più belli del circuito», ha detto Sinner ringraziando il pubblico. Un pubblico certo deluso, ma consapevole del fatto che l’altoastesino è entrato definitivamente a far parte dell’élite mondiale. Ha un grande futuro davanti a sé. E già lo attendono le finali di Coppa Davis in programma nel prossimo fine settimana a Malaga. A Torino in tanti sognavano il miracolo. Ma miracolo non c’è stato, perché Djokovic non si è lasciato distrarre neppure quando l’avversario ha dato l’impressione di avere qualche chance di riaprire la partita, il cui destino a guardar bene era già segnato. «Quella di oggi è stata una delle mie migliori performance della stagione - ha detto il vincitore - Di fronte avevo l’eroe di casa e per batterlo ho dovuto giocare con tattica. Sono fiero di me stesso. Di questa finale, ma anche della semifinale. Negli ultimi due giorni ho affrontato due giovani, Alcaraz e Sinner, che mi hanno costretto a dare sempre il meglio di me stesso. Per me è stata una grande settimana. Sono inoltre felice perché i miei due bimbi sono venuti a vedere il tennis. Ho sempre desiderato che arrivassero, perché ora sono consapevoli di ciò che sto facendo. Sono orgoglioso di essere il papà di questi due angeli». Il successo di Nole non fa una grinza e conferma la «tradizione» delle ATP Finals. Su venti volte che due giocatori si sono affrontati, prima nel girone di qualificazione e poi in finale, per ben 12 volte il successo è andato a chi era stato sconfitto nel primo match. Una formula che parzialmente tradisce lo «spirito» del tennis. Uno sport che normalmente non permette a chi perde di rientrare in gioco.

Un altro sgarbo a Roger

Djokovic non si è lasciato sfuggire l’occasione. Anzi, ha ribadito di essere il più forte ed ha conquistato il titolo di Maestro per la settima volta in carriera. Un nuovo primato. E un ulteriore piccolo sgarbo a Roger Federer. Finora il basilese condivideva questo record con lui.