Tennis

«Per me è fantastico essere arrivato fin qui, ma so che posso andare oltre»

Lo spagnolo , vittorioso in tre set contro Medvedev, si è guadagnato la finale contro Djokovic, che insegue l'ottavo titolo a Wimbledon e che vuole emulare Roger Federer
La gioia di Carlos Alcaraz dopo aver raggiunto la sua prima finale a Wimbledon. ©AP/TOLGA AKMEN
Raffaele Soldati
14.07.2023 22:02

Finale inedita domani a Wimbledon. Eppure si affronteranno i più forti al mondo. Lo sfidante è lo spagnolo Carlos Alcaraz (ATP 1), autore di una prestazione eccezionale contro il russo Daniil Medvedev (ATP 3), battuto 6-3 6-3 6-3. Il leader del ranking si è guadagnato così il diritto di affrontare il detentore del titolo Novak Djokovic (ATP 2), che ha sconfitto l’italiano Jannik Sinner (ATP 8) 6-3 6-4 7-6 7/4 conquistando la 35.esima finale Slam in carriera. Un primato assoluto. Il ventenne di Murcia sa cosa lo attende. Di fronte avrà un monumento del tennis, uno che continua ad abbattere record e che è convinto di poter emulare Roger Federer firmando l’ottavo titolo a Church Road. È possibile, ma non scontato. Per quanto giovane l’avversario è tosto. Il fenomeno di El Palmar è il terzo spagnolo a raggiungere l’ultimo atto a Wimbledon dopo Manuel Santana e Rafael Nadal. «Per me è fantastico essere arrivato fin qui. Ma so che posso andare oltre», ha detto il murciano. In perfetta parità i precedenti (mai sull’erba) con Novak. Lo scorso anno sulla terra rossa di Madrid si era imposto l’iberico in tre set. Quest’anno, nella semifinale al Roland Garros, ha prevalso Djokovic in quattro frazioni. I due avversari si presentano motivatissimi all’ultimo atto. Novak ha concesso poco all’azzurro nella riedizione della sfida dei quarti nel 2022. Un anno fa il serbo e l’italiano andarono al quinto set. Il campione era tornato da lontano recuperando due frazioni di svantaggio.

Netta superiorità

Per quanto abbia lottato, l’altoatesino si è dovuto arrendere in tre set allo strapotere del più forte. Una solidità manifestatasi fin dalle prime battute e confermata nel tie-break della terza frazione. I primi due giochi della partita sono stati emblematici. Sinner si è procurato due palle per il break, ma l’avversario ha subito allontanato il pericolo. Con una precisione chirurgica si è portato sul 3-0. E già si poteva intuire come sarebbe andata a finire la partita. Djokovic, che ha portato a 27 i successi di fila nelle prove del Grande Slam, si è rivelato intrattabile soprattutto nelle situazioni delicate, cancellando le sei palle di break che si era procurato Sinner. Nel terzo set, il più combattuto, il serbo si è ritrovato sotto 4-5 15-40 sul proprio servizio. Questa poteva essere l’occasione di riaprire la partita. Ma l’azzurro, alla sua prima semifinale in una prova maggiore, non ha colto l’opportunità. Ancora avanti nel tie-break (3-1), Jannik ha provato a mettere sotto pressione il n. 2, ma non ci è riuscito. Il serbo ha conquistato sei punti su sette e ha così raggiunto la sua nona finale a Wimbledon.

Il sogno del Grande Slam

Già vittorioso all’Australian Open e al Roland Garros, domani potrebbe aggiungere un nuovo tassello per avvicinarsi al Grande Slam stagionale che potrebbe completare con un altro titolo allo US Open in settembre. «Non è stata una partita facile - ha spiegato Djokovic - . Le semifinali di uno Slam sono partite combattute. Il punteggio non racconta la realtà di quello che è successo sul campo. Il terzo set avrebbe potuto vincerlo Sinner. Ha sbagliato qualcosina e mi ha concesso di arrivare al tie-break. Jannik ha dimostrato perché è uno dei leader della nuova generazione. Per quanto mi riguarda cerco di non guardare all’età come una cosa che distingue. Sento ancora l’ispirazione per giocare lo sport che amo e che mi ha dato tanto nella mia carriera. Io provo gratitudine e voglio ricambiare il favore a questo sport giocando più che posso». L’italiano ha mostrato a sprazzi una buona qualità di gioco, ma non è riuscito a mettere sotto pressione il fenomeno come avevano fatto nelle precedenti partite il polacco Hurckacz e il russo Rublev. Intanto l’ultima sconfitta a Wimbledon di Djokovic risale al 2017, quando il serbo fu costretto al ritiro contro il ceco Berdych. Da lì in poi ha accumulato vittorie .In caso di successo domenica emulerebbe il nostro Roger Federer (otto successi a Church Road) e la mitica Margaret Court (24 titoli del Grande Slam).