Quando Becker diventa per tutti bum bum»

Sono trascorsi esattamente 40 anni. Era il 7 luglio 1985 quando un giovane tedesco, Boris Becker, batteva Kevin Curren in finale e diventata a 17 anni il più giovane vincitore di un titolo del Grande Slam. Un successo che è entrato nella storia: quel giorno nasceva la leggenda di «bum bum».
C’era una volta un altro tennis. Un tennis che aveva da poco abbandonato le racchette in legno, che si era messo alle spalle la mitica rivalità tra Borg e McEnroe. Un tennis non ancora davvero fisico, più basato sulla precisione dei colpi e sulle scelte tattiche che sulla potenza. È il 1985 e il numero 1 al mondo è ancora Big Mac. Durante l’estate di esattamente 40 anni fa cambia però tutto. Quasi tutto.
Il mondo scopre un ragazzone tedesco di 17 anni che tira dei servizi pazzeschi e che – all’eleganza del gesto – unisce una forza fino a quel momento raramente vista. Un acrobata che non esita a tuffarsi a rete per conquistare un punto. Il mondo scopre Boris Becker, che diventerà presto «bum bum» Becker.
Un predestinato
È nato a Leimen – nell’allora Germania Ovest – il 22 novembre del 1967: è alto e forte – nonostante sia ancora giovanissimo – e ha i capelli biondo-rossiccio. È un predestinato. In Germania si sono accorti di lui da tempo: Stato e Federazione nazionale, non appena porta a termine le scuole medie, gli accordano uno statuto speciale che gli permette di allenarsi quando vuole e di costruire così passo dopo passo la sua carriera. A 17 anni può già contare su un allenatore personale, Günther Bosch. Ma soprattutto ha un manager, l’istrionico romeno Ion Tiriac, che si rivelerà decisivo nel suo sviluppo fuori dal campo.
Come in una favola
Nell’estate del 1985 a livello internazionale Becker è ancora uno semi-sconosciuto. In primavera scende in campo a Parigi. Al Roland Garros – unico Slam che non riuscirà mai a conquistare in carriera – supera un turno, ma quasi nessuno si accorge di lui. D’altra parte è solo un ragazzino come tanti altri, che prova a farsi un posticino nel regno dei grandi.
A Londra ci arriva insomma a fari spenti, senza essere nemmeno testa di serie. Ai primi due turni fa fuori due americani: supera dapprima Hank Pfister e poi si sbarazza di Matt Anger. Due avversari non certo irresistibili. Al terzo turno incontra l’esperto Joakim Nyström: lo svedese è soprattutto uno specialista della terra battuta e Becker approda per la prima volta agli ottavi di finale di un torneo del Grande Slam. La partita è complicata e il tedesco si impone alla fine per 9-7 al quinto set. Una maratona che non lo destabilizza più di quel tanto.
Nei quarti c’è di nuovo un americano sulla strada del 17.enne, Tim Mayotte. Lo statunitense si porta avanti per 2 set a 1, ma Becker non molla e trova ancora una volta le risorse per imporsi alla quinta frazione. In semifinale c’è uno svedese atipico, Anders Järryd. Testa di serie numero 5, lo scandinavo si trova perfettamente a suo agio sull’erba londinese. Vince il primo set, ma poi Becker prende in mano il pallino del gioco e non lo molla più.
Il giorno più bello
Nonostante il suo cammino, Bum Bum non è il favorito della finale. Dall’altra parte della rete c’è infatti Kevin Curren, un solido sudafricano di nascita naturalizzato statunitense. Non è un campionissimo, ma compie due imprese: nei quarti fa fuori McEnroe e in semifinale elimina Jimmy Connors, i due vincitori delle ultime quattro edizioni di Wimbledon. E Curren ha molta più esperienza di Becker.
Stranamente però è l’americano a dimostrarsi più nervoso in entrata e il tedesco vince 6-3 il primo set. Un tie-break a testa portano la sfida alla quarta frazione. La vince Becker per 6-4, diventando a 17 anni e 227 giorni il più giovane vincitore a Wimbledon: nessuno ha ancora battuto questo primato. Diventa pure il più giovane vincitore di un Grande Slam, un record poi battuto da Michael Chang al Roland Garros. «Non posso nemmeno descrivere cosa provo – sono le sue prime parole in diretta TV –, mi sento così felice. Cosa ha fatto la differenza? Ho lottato tanto, forse ho voluto questo successo un po’ più dell’avversario e ho avuto anche un po’ di fortuna in alcune circostanze. Le mie ginocchia rovinate testimoniano di come amo giocare, andando all’attacco. Adesso che ho vinto Wimbledon, avverto maggiormente il peso delle responsabilità, avrò più pressione sulle mie spalle».
Una pressione che non gli impedirà di vincere anche l’anno successivo: è l’unico giocatore uomo ad aver trionfato in due Major prima dei 19 anni. Becker chiuderà la carriera con sei titoli dello Slam: tre Wimbledon (1985, 1986, 1989), due Australian Open (1991, 1996) e uno US Open (1989). Becker, «bum bum» Becker.