La risposta

Roger Federer su Jannik Sinner: «Non ha fatto nulla, ma quanto successo fa male al tennis»

Il campione basilese, intervenuto al programma «Today» sulla televisione americana, ha aggiunto: «Non è una cosa che vogliamo vedere nel nostro sport, indipendentemente dal fatto che abbia fatto qualcosa o meno»
©Ettore Ferrari
Red. Online
03.09.2024 20:43

Roger Federer ha preso posizione, attraverso la televisione americana, sul caso di doping che ha coinvolto il numero 1 del ranking ATP, l'italiano Jannik Sinner. Secondo il basilese, quanto successo nuoce all'immagine del tennis: «Credo che siamo tutti abbastanza sicuri che Jannik non abbia fatto nulla» ha dichiarato Federer al programma Today della NBC. «Ma il fatto che non sia stato costretto a ritirarsi quando non erano sicuri al 100% di ciò che stava accadendo è una domanda che deve trovare risposta. Le cose a ogni modo stanno così e dobbiamo avere fiducia nel processo. Capisco la frustrazione di chi si chiede se sia stato trattato come gli altri. E credo che questo sia il punto principale».

Sinner, come noto, è stato assolto poco prima degli US Open, dopo essere risultato positivo al Clostebol (uno steroide anabolizzante) per due volte lo scorso marzo. Nessuno, pubblicamente, sapeva del procedimento in corso fino ad assoluzione avvenuta. L'International Tennis Integrity Agency, meglio nota come ITIA, l'Agenzia deputata a salvaguardare l'integrità del tennis professionistico nel mondo, ha accettato la versione fornita dallo stesso Sinner. E cioè, che la contaminazione da Clostebol è avvenuta in maniera fortuita. Attraverso una ferita del suo fisioterapista, curata con uno spray contenente la sostanza vietata, e un successivo massaggio al tennista fatto senza guanti protettivi. Una tesi, quella del tennista, ritenuta inconfutabile. 

«Non è una cosa che vogliamo vedere nel nostro sport, questo tipo di notizie, indipendentemente dal fatto che abbia fatto qualcosa o meno» ha continuato Federer, 43 anni, capace di 20 titoli del Grande Slam in carriera. «Capisco che è una situazione delicata. È l'incubo di ogni atleta e di ogni squadra essere confrontati con simili accuse, perché facciamo questi test ogni giorno».