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«Russi e bielorussi a Wimbledon? Per me è una decisione sbagliata»

La campionessa ucraina Elina Svitolina, da poco tornata a giocare dopo una lunga assenza dai campi, è tra le protagoniste dell'Axion Open di Chiasso, dove ha ricevuto una wild card
Elina Svitolina sarà tra le protagoniste dell’ITF Axion Open Chiasso. L’ucraina, ex numero 3 della classifica WTA, è in gara grazie ad una wild card. © CdT/Gabriele Putzu
Raffaele Soldati
12.04.2023 06:00

Se ti chiami Elina Svitolina e sei stata numero 3 della classifica WTA sai cosa puoi aspettarti da chi ti osserva. Innanzitutto una grande stima. Ma, forse, anche qualche facile gioco di parole sul tuo nome e sul tuo cognome in rima. Non ci sono dubbi, in questi giorni, nell’ITF di Chiasso (60.000 dollari il montepremi) la campionessa ucraina è il personaggio di spicco.

Elina è arrivata nella città di confine, dove oggi, grazie ad una wild card, farà il suo debutto nel torneo contro la rumena Elena Gabriela Ruse. È arrivata da Charleston (Stati Uniti), dove è uscita in entrata dopo un’onorevole partita contro la kazaka di origine russa, Yulia Putintseva (6-7 3/7 6-2 6-4). Un risultato che dice tanto e allo stesso tempo poco. «È vero, quello che per me più conta - sottolinea Svitolina - è il fatto di essere nuovamente tornata a giocare. Adesso non guardo tanto al mio passato. Piuttosto penso al presente. Eventualmente al futuro. Chiasso è un ottimo punto di ripartenza per i tornei sulla terra rossa in Europa. Mi hanno offerto una wild card e ne sono grata. Adesso forse mi aspettano diversi tornei in Europa per i quali necessiterò ancora di inviti. Il mio obiettivo, almeno per il momento, è quello di poter riprendere dimestichezza con le competizioni. Ho ricominciato a Charleston. Ora sono concentrata sull’ITF di Chiasso. Successivamente andrò in Portogallo. Più in là nella stagione ci saranno gli Internazionali d’Italia a Roma e il Roland Garros».

Esaurimento emotivo

Il 31 marzo 2022 l’ucraina aveva annunciato che si sarebbe presa una pausa temporanea dalle competizioni. Il motivo? Problemi di salute. Si era parlato di mal di schiena, ma soprattutto di un esaurimento emotivo. L’invasione russa dell’Ucraina era stata per lei una terribile mazzata. Eppure la vita continua. Il matrimonio con Gaël Monfils (ex numero 6 della classifica ATP, ndr) e la nascita della figlia Skaï nell’ottobre scorso le avevano riportato sensazioni positive. E tanta voglia di guardare avanti. «A suggerirmi di venire a Chiasso è stato proprio Gaël, che vive nel canton Vaud. Lui conosce la Svizzera. Gli è stato detto che Chiasso era una buona opportunità. Mi rallegro davvero di poter essere qui. Non c’è la tensione dei grandi tornei, ma ci sono tenniste di valore. Quello che mi aspetto è di giocare il numero maggiore possibile di partite. È facile perdere l’abitudine al confronto e all’agonismo quando non giochi partite vere da tanto tempo».

Voglia di tornare a giocare

Quando ci si guarda indietro e si osserva il proprio palmarès - il titolo nelle WTA Finals a Singapore nel 2018, due semifinali nelle prove del Grande Slam nel 2019 a Wimbledon e all’Open degli Stati Uniti, ma anche 17 successi nei tornei della WTA e la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021 - come ci si sente a dover ripartire dai tornei minori? «Non faccio riflessioni di questo genere - risponde Elina -. So che ho ripreso a giocare e so che ho una grande voglia di rimettermi con impegno a disputare dei tornei. Lo faccio innanzitutto per me stessa. Tuttalpiù per rendere orgogliosi mio marito e la mia bambina, che adesso forse è ancora troppo piccola per capire. Naturalmente penso anche al mio Paese».

Sport, etica e politica

Elina si sente profondamente ucraina. E quando le si parla di sport, di etica, di guerra e di decisioni politiche le leggiamo in volto una grande amarezza. Eppure non si sottrae alle domande scomode. La nostra interlocutrice ci ha detto chiaramente come ha preso la decisione di Wimbledon di riaccogliere, a partire dalla prossima edizione, i tennisti russi e bielorussi. «Francamente - afferma - non mi sembra una decisione giusta. Penso che alla base di questa scelta devono esserci state enormi pressioni anche da parte della Federazione internazionale (ITF). Quando ci sono situazioni delicate come quelle che stiamo vivendo da ormai più di un anno, ti rendi conto che sport e politica, volenti o nolenti, si muovono in sintonia. Il risultato è che c’è una grande confusione in giro. E questa non riguarda soltanto il tennis».

Le due carriere

Si può dire che la campionessa ucraina si appresta a vivere una sorta di seconda carriera sportiva? Dopo il titolo vinto a Dubai nel 2017 era diventata la prima donna del suo Paese ad entrare tra le top 10 al mondo. Ora, dopo aver guadagnato oltre 21 milioni di dollari in soli premi, senza garanzie, si prepara ad affrontare una scalata molto impegnativa ripartendo dalla 1.344.esima posizione nel ranking. «So perfettamente quanto sia difficile tornare ai vertici. Restare per un lungo periodo senza giocare non è evidente. E, in mezzo c’è stata una maternità della quale vado fiera. Ripeto, quello che in questo momento ai miei occhi più conta è il desiderio di riprovarci. Ogni torneo è una tappa per crescere. Anzi, ogni partita giocata in più potrebbe darmi degli stimoli a migliorare. Non voglio abbattermi ai primi ostacoli. D’altra parte, lo so, è inevitabile dover fare i conti con le difficoltà che mi si presenteranno ogni volta che scendo in campo. Eppure credo nelle mie possibilità. Ho oltretutto la fortuna di avere persone che stimo al mio fianco». A incominciare dal marito Gaël Monfils, che però non ha un ruolo specifico nel suo team. «Di sport se ne intende, ve lo assicuro. Anche lui lo ha praticato ai più alti livelli. Se lo ha lasciato è stato per forze maggiori. L’infortunio al piede era diventato insostenibile. A me adesso basta sapere che lui è il mio primo sostenitore. D’altra parte ora ha un compito impegnativo in famiglia: essere marito e padre».

Il DNA della combattente

Ma dove ha preso Elina Svitolina lo spirito sportivo e le caratteristiche della combattente che la caratterizzano? «Penso che siano nel mio DNA», ha detto a più riprese in tante interviste rilasciate dopo i successi più importanti della sua prima carriera. Basterebbe sfogliare i dati essenziali della sua biografia per rendersi conto di quando sia vero quello che dice. I suoi genitori erano entrambi sportivi: il padre è stato un wrestler, la madre praticava il canottaggio a livello agonistico. Per gli appassionati sarà un privilegio vederla lottare in campo.

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