Sinner contro Alcaraz è la rivincita di Parigi

La finale di Wimbledon sarà la stessa del Roland Garros. Quattro settimane dopo il loro superbo scontro a Parigi, Jannik Sinner (n. 1) e Carlos Alcaraz (n.2) domani incroceranno le racchette sull’erba londinese in una sfida che si preannuncia spettacolare. L’azzurro ha raggiunto lo spagnolo, vittorioso contro Taylor Fritz(USA/5) per 6-4 5-7 6-3 7-6 (8/6) grazie alla vittoria per 6-3 6-3 6-4 su un Novak Djokovic troppo debole fisicamente. La semifinale è stata praticamente a senso unico, anche se il serbo ha avuto una reazione dopo il medical timeout prima che iniziasse la terza frazione. Troppo indebolito, Djokovic non aveva però le armi per resistere al tennis del numero 1 del mondo. Va ricordato, tuttavia, che la presenza di Sinner in finale ha del miracoloso. Lunedì scorso l’italiano aveva sfiorato il peggior risultato possibile contro Grigor Dimitrov. In svantaggio di due set a zero, aveva dovuto gran parte della sua salvezza all’infortunio che ha costretto il bulgaro al ritiro. Domani, naturalmente, Sinner cercherà la rivincita contro il due volte detentore del titolo. Ma è giusto ricordare che l’azzurro (alla sua quarta finale di Slam consecutiva e alla sua prima finale a Wimbledon) è reduce da due sconfitte mortificanti contro Alcaraz, nella finale del «suo» torneo di Roma e a Parigi, dove ha sprecato tre match point nell’incontro più emozionante del decennio.
«Dietro c’è tanto lavoro»
«Era il torneo che guardavo da giovane in tv. Non mi sarei mai immaginato di giocare la finale. È incredibile. Qui ci sono mio papà e mio fratello e raggiungere questo risultato è ancora più bello, ma dietro c’è tanto lavoro». Così si è espresso Sinner dopo aver raggiunto l’ultimo atto a Wimbledon. E poi ha aggiunto: «Ho servito bene, mi sono mosso molto meglio oggi, ma credo che Novak nel terzo set non stesse bene. Io ho cercato di giocare al meglio soprattutto nei momenti importanti. Sono molto contento. Ora vedremo che succederà in finale. Sarà un grande onore dividere il campo con Alcaraz».
Oggi la finale delle donne
Chi avrebbe invece scommesso su Iga Swiatek (n. 8) o su Amanda Anisimova (WTA 12) all’inizio della quindicina? Nessuno. Come spesso è accaduto negli ultimi anni, oggi Wimbledon incoronerà una campionessa inaspettata: se la statunitense è alla sua prima finale importante, la polacca, che in semifinale ha dominato Belinda Bencic, sembra finalmente guarita dalla sua allergia all’erba.Elena Rybakina, Marketa Vondrousova, Barbora Krejcikova... Da quando Serena Williams ha vinto per la settima e ultima volta all’All England Club nel 2016, il terzo Grande Slam della stagione ha sistematicamente incoronato giocatrici che non avevano mai trionfato a Church Road. Che si tratti di Swiatek o di Anisimova, la giocatrice che oggi avrà il privilegio di sollevare il piatto sarà quindi la nona vincitrice diversa in nove edizioni. Finalista agli Australian Open a gennaio, al Roland Garros a giugno, vincitrice dei prestigiosi tornei WTA 1000 di Miami e Madrid, la bielorussa Aryna Sabalenka (n. 1) era annunciata come grande favorita,ma è stata battuta nella semifinale di giovedì dalla Anisimova, 23 anni e nessun complesso dopo aver raggiunto la finale del Queen’s a giugno e aver infilato undici vittorie dall’inizio della stagione su erba. La regina indiscussa del circuito nella prima metà del 2024 e cinque volte vincitrice del Grande Slam, Iga Swiatek, invece, ha accumulato diverse delusioni dall’inizio dell’anno. Sarà arrivato il momento del riscatto?