Tennis

«Un occhio ai giovanissimi, l’altro allo sport di massa»

Giuseppe Canova, rieletto per un nuovo mandato alla testa dell'ArTT, ci parla degli obiettivi sui quali si sta lavorando da anni e della necessità di creare una struttura ancora più efficace per affrontare le sfide del futuro
Tra le priorità dell’ArTT c’è anche il sostegno del Kids Tennis, il movimento che si occupa dei giovanissimi. ©CdT/Gabriele Putzu
Raffaele Soldati
22.12.2023 06:00

Un nuovo triennio quale presidente dell’ArTT (Associazione regionale Tennis Ticino) e nuove sfide da intraprendere. Nel solco della continuità. Giuseppe Canova ha iniziato da poco più di un mese il suo quarto mandato. Un impegno nato nove anni fa.

Aveva debuttato con un grande entusiasmo e questa passione non sembra essersi per nulla smorzata. Ci dà, anzi, l’impressione di avere ancora molte energie da dedicare alla causa del tennis regionale.
«È vero, con il precedente comitato direttivo c’è stata un’ottima intesa e sono certo che il lavoro proseguirà altrettanto bene con quello nominato poco meno di un mese fa. Sei membri sono stati rieletti (Carlo Baggi, Ivan Baroni, Massimo Bracchi, Anna Ceracchini, Sabrina Melchionda e Raffaella Recalcati), quattro sono invece i nuovi entrati (Giovanni Caregnato, Tatjana Crnogorac, Silvia Zollikofer Nesti e Nicola Pirro)».

I grandi temi con i quali siete confrontati sono quelli legati alle diverse componenti dei vostri affiliati: Attivi, Seniores e Juniores. Poi, naturalmente, c’è anche il capitolo che riguarda le competizioni all’interno dei vari club.
«Vorrei partire da due considerazioni importanti che concernono un’associazione sportiva regionale come la nostra. Gli obiettivi che abbiamo sempre cercato di perseguire sono in pratica due: sostenere il movimento dei giovanissimi (il Kids Tennis) e nel contempo creare le condizioni per dar credito allo sport di massa. Vorremmo dunque poter allargare la base del cosiddetto Breitensport. Questo, almeno in parte, è stato fatto negli scorsi anni. Ma sono convinto che possiamo strutturarci ancora meglio per fare un ulteriore passo verso il futuro».

Allora iniziamo a parlare dei giovanissimi che, crescendo, potrebbero anche allargare il gruppo di chi pratica l’attività a livello agonistico.
«Il discorso relativo agli Juniores è fondamentale. Molto è stato fatto da Riccardo Margaroli, che dopo tanti anni ha lasciato i suoi compiti in seno al comitato direttivo per concentrarsi maggiormente sul suo centro tennistico a Cadro e, forse, anche per dedicare più tempo all’organizzazione del Challenger Indoor di Lugano, un torneo che è diventato un momento importante della primavera tennistica alle nostre latitudini. A raccogliere la sua eredità nell’ArTT è stato Nicola Pirro, che conosce bene la materia e che ha molta dimestichezza con i giovani. Quest’ultimo ha d’altra parte acquisito una bella esperienza per avere gestito un grosso centro tennistico a Roma. Quale nuovo responsabile degli juniores, Pirro proverà sicuramente a rafforzare gli sforzi per coinvolgere maggiormente anche gli agonisti».

Quali sono le prospettive di crescita? In concreto, nella Svizzera italiana ci sono ragazzi o ragazze con grandi potenzialità agonistiche?
«Il nostro compito, dobbiamo essere chiari, si ferma alla formazione. Come associazione lavoriamo per creare le condizioni affinché ci siano sempre più ragazzi o ragazze nei circoli. I maestri locali possono svolgere un lavoro molto importante. E, naturalmente, dovrebbero anche motivare i potenziali agonisti. Per far loro spiccare il volo nel mondo delle competizioni ai livelli più alti, ci sono però altri responsabili con competenze in seno a Swiss Tennis. È insomma stato creato un sistema centralizzato che ha sviluppato un’Academy Team, con una rete di allenatori che coinvolge le varie regioni, compresa quella della Svizzera italiana. In quest’ambito, la persona di riferimento è Alessandro Greco, responsabile dello sport d’élite di Swiss Tennis. È una persona sempre disponibile quando si tratta di cercare e trovare soluzioni».

Parliamo ora del settore Attivi e Seniores e dei tornei che avete organizzato durante la stagione.
«Durante la stagione estiva sono stati organizzati 31 tornei del circuito ArTT e 19 fuori dal circuito. Nel complesso c’è stato un buon numero di partecipanti, direi in leggero aumento rispetto al 2022. I campionati ticinesi di doppio si sono svolti sui campi del TC Locarno e hanno visto la partecipazione di 146 giocatori, in lieve calo. Il Master singolare, con sei categorie, è invece stato ospitato dal TC Bodio. Nel contesto degli Attivi e dei Seniores, il nostro lavoro può certo essere potenziato. Dovremmo forse cercare nuove forme per rendere i tornei più accattivanti e veloci. Creare insomma a livello federativo quello che ad esempio stanno sviluppando altri organismi a livello privato».

Gli obiettivi che abbiamo sempre cercato di perseguire sono due: sostenere il movimento dei giovanissimi (il Kids Tennis) e nel contempo creare le condizioni per dar credito allo sport di massa

Un suo giudizio sulle proposte di Raftennis?
«So che riscuotono un buon successo. L’interesse è in crescita. Questa è la dimostrazione che, soprattutto a livello privato, si possono sviluppare proposte interessanti con più sfide dirette, individuali o a squadre. Questa via però, non è così semplice da seguire per un’associazione regionale».

Non solo note positive sono emerse dai campionati ticinesi. Può riassumerci quale dato?
«Quella del 2023 è stata la seconda edizione con la formula rinnovata, che centralizza tutte le categorie a Bellinzona ed è pertanto stata organizzata in collaborazione con il locale tennis club. Tra le note positive va sottolineata la buona partecipazione in campo maschile: oltre 150 gli iscritti in totale. Apprezzata da parte dei giocatori è stata la suddivisione in otto tabelloni (N4/R1, R2, R3, R4, R5, R6, R7, R8/R9), che ha dato la possibilità di confrontarsi con avversari di livello simile al proprio. Decisamente bassa è invece stata l’adesione tra le donne: le iscritte in totale erano una trentina. Questo ha purtroppo comportato l’annullamento della metà dei tabelloni per mancanza del numero minimo».

Problematiche analoghe sono emerse dai campionati ticinesi juniores?
«I quasi 200 iscritti ci possono far dire che, in generale, il movimento è in buona salute. Fa però eccezione la U10 femminile, categoria che vede attualmente pochissime bambine attive nei tornei. Per evitare di trovarsi con un settore femminile pressoché sguarnito negli anni a venire, è essenziale il consolidamento di Kids Tennis, cioè del programma di Swiss Tennis di cui Kevin Volentik è responsabile per il Ticino. Da parte nostra invitiamo i circoli a organizzare più tornei giovanili in generale - il numero di competizioni dedicate ai ragazzi è in calo - ma invitiamo anche i genitori a incoraggiare i figli iscritti alle scuole tennis a lanciarsi nella competizione».

Recentemente ha fatto notizia il doppio titolo nazionale (in singolare e in doppio) conquistato a Bienne da Remy Bertola.
«Questa è una bella notizia per il tennis ticinese in ambito agonistico. Il merito di questi successi va però dato tutto allo stesso Remy le cui prospettive di ulteriore crescita son lì da vedere. La nostra Associazione può solo rallegrarsi dei suoi risultati, raggiunti con l’impegno personale. Un discorso analogo andrebbe fatto per Susan Bandecchi in campo femminile».