Calcio

Torna la Champions League, parola a Carlo Ancelotti

L'allenatore del Real Madrid in esclusiva per il Corriere del Ticino: «Noi abbiamo il dovere di vincere, ma il City resta di un altro livello»
Carlo Ancelotti, 64 anni, ha appena rinnovato il contratto che lo lega alReal Madrid sino al 2026. ©EPA/FILIP SINGER
Alberto Cerruti
13.02.2024 06:00

Il Brasile lo ha atteso invano, la pensione invece lo attende il 30 giugno 2026, venti giorni dopo il suo compleanno numero 67, quando gli scadrà il contratto appena rinnovato con il Real Madrid. Nessun allenatore ha vinto come lui: cinque campionati in altrettanti Paesi (Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna). Ma soprattutto nessun altro ha vinto quattro Champions League, due con il Milan (2003 e 2007) e due con il Real Madrid (2014 e 2022), dopo averne già festeggiate due con la maglia rossonera nel 1989 e 1990. Con Carlo Ancelotti, in esclusiva per il Corriere del Ticino, l’occasione è perfetta per parlare della Champions che riprende questa sera.

Ancelotti, faccia finta di essere soltanto un semplice appassionato: a quale delle prossime otto partite vorrebbe assistere?
«A Inter-Atletico Madrid, perché mi sembra la sfida più equilibrata tra due squadre molto forti. L’Inter si è rinforzata con Sommer dietro e Thuram davanti ed è lanciata verso lo scudetto, con la consapevolezza di essere già riuscita ad arrivare in finale di Champions l’anno scorso, giocando alla pari con il Manchester City. L’Atletico, però, è l’avversario peggiore per chiunque, non molla mai e noi lo sappiamo bene perché, dopo averci già battuto due volte quest’anno, la settimana scorsa ci ha raggiunto sull’1-1 in pieno recupero, confermando di avere lo spirito del “Cholo” Simeone».

Qual è la favorita per il successo finale?
«La favorita è sempre quella che ha vinto l’anno prima e siccome il Manchester City è uno squadrone è normale considerarlo favorito. Tra l’altro ha chiuso la fase a gironi a punteggio pieno, confermandosi ancora di un altro livello».

Quale potrebbe essere, invece, la rivelazione?
«L’Arsenal perché ha molta qualità e sta disputando un grande campionato. È in corsa per il titolo e si è qualificato senza problemi staccando il PSV».

Come arriva agli ottavi il suo Real Madrid?
«Abbiamo avuto tanti infortuni, soprattutto in difesa, perché dopo Courtois abbiamo perso Alaba, Militao, Nacho e Rudiger. Eppure siamo riusciti a gestire bene l’emergenza e penso che potremo farlo fino al termine della stagione, per cui siamo pronti e lo abbiamo appena dimostrato battendo 4-0 il Girona, che adesso ci segue a cinque punti. Siamo primi in campionato e siccome siamo la squadra che ha vinto più Champions di tutti abbiamo il dovere di giocare sempre per conquistarne un’altra».

Abbiamo avuto tanti infortuni, ma siamo riusciti a gestire bene l’emergenza

Chi vorrebbe incontrare in finale?
«Calma. Prima dobbiamo superare gli ottavi. La strada è ancora lunga e comunque, se si arriva in finale, va bene qualsiasi avversario. Avrei affrontato volentieri il mio vecchio Milan, ma è scivolato in Europa League e mi spiace molto perché per la sua storia dovrebbe sempre essere in Champions».

La Spagna, con quattro squadre, è il Paese più rappresentato negli ottavi: è la prova che esprime il calcio migliore?
«E in partenza erano cinque le squadre, perché il Siviglia che aveva vinto l’Europa League è uscito ai gironi. Per tradizione la Spagna ha sempre avuto un ruolo importante in Champions, dimostrando di essere competitiva non soltanto con il Real Madrid e il Barcellona. All’Atletico, che ormai è un cliente fisso, quest’anno si è infatti aggiunta la Real Sociedad, che è la vera sorpresa perché è stata capace di pareggiare due volte con l’Inter nei gironi, precedendola poi in classifica».

Tre italiane ancora in corsa sono la prova che il calcio italiano è in ripresa?
«La prova c’era già stata l’anno scorso quando l’Italia aveva portato tre squadre alle finali europee, anche se poi le ha perse tutte».

Stasera debuttano i più forti, il Manchester City a Copenaghen e il Real Madrid a Lipsia: chi rischia di più?
«Il City ha novanta probabilità su cento di qualificarsi perché la sua è la sfida meno equilibrata di tutte. Noi, invece, ne abbiamo non più di sessanta/settanta, perché il Lipsia è una squadra rognosa che sul suo campo ci ha già battuto l’anno scorso».

Inter-Atletico Madrid è l’ottavo di finale più equilibrato. La rivelazione? Dico l’Arsenal

Domani ci sono PSG-Real Sociedad e Lazio-Bayern Monaco…
«Il PSG deve stare attento ma ha almeno sessanta probabilità su cento di passare, mentre ne darei settanta al Bayern. È vero che ha appena perso male la sfida per il primo posto con il Leverkusen in campionato, ma in Champions può far valere la sua maggiore esperienza nei confronti della Lazio».

La settimana prossima si ricomincia con PSV-Borussia Dortmund e Inter-Atletico Madrid.
«Sono le sfide più equilibrate, senza una favorita. L’Inter sembra lanciata, ma poi dovrà giocare il ritorno nella tana dell’Atletico per cui non deve illudersi anche se vincesse all’andata. Ecco perché vedrò molto volentieri la prima partita a San Siro, anche se soltanto in tv».

Poi si chiuderanno le gare d’andata con Porto-Arsenal e Napoli-Barcellona.
«L’Arsenal ha appena stravinto 6-0 sul campo del West Ham, confermando quanto dicevo prima per cui lo vedo lanciatissimo. Il Barcellona è leggermente favorito, ma il Napoli fa bene a crederci perché ha gli uomini giusti per mettere in difficoltà i catalani, specialmente se ritroverà il miglior Osimhen dopo la Coppa d’Africa».

Mbappé-Haaland: il prossimo pallone d’Oro sarà deciso da questa Champions?
«Penso proprio di sì, ma tra i due litiganti spero che vinca il mio Bellingham, che mi ha sorpreso per come si è adattato in fretta al calcio spagnolo».

Il nuovo formato della Champions? Non mi piace, si gioca ancora di più. Meglio la Superlega

Le piace la formula della prossima Champions allargata?
«No, perché si giocheranno ancora più partite. Tutti si lamentano, ma poi non si fa nulla».

Che idea si è fatto del progetto, tanto discusso, della Superlega?
«Questo, invece, mi piace, perché si giocherebbero meno partite, tra l’altro di grande livello, e sarebbe un bene per il calcio. È soltanto questione di tempo e penso che alla fine la Superlega si farà. In fondo, anche la Coppa dei Campioni non convinceva tutti quando fu varata negli anni Cinquanta, ma poi si è rivelata un grande successo».

Per concludere, che cosa pensa del sorteggio della prossima Nations League in cui la Spagna incontrerà la Svizzera, la Danimarca e la Serbia?
«La Spagna è campione in carica e partirà favorita, ma non farà una passeggiata perché la Danimarca non è più una cenerentola e la Serbia storicamente è un osso duro. In assoluto, però, penso che la prima rivale per la Spagna sia la Svizzera, che è cresciuta negli ultimi anni e non a caso ha già dato un grosso dispiacere all’Italia, strappandole il posto nell’ultimo mondiale».