Tre opzioni e una sola scelta, l'enigma di Verstappen

A 27 anni la vita di Max Verstappen è destinata a cambiare in maniera radicale. Proprio ieri, infatti, assieme alla compagna Kelly Piquet ha potuto festeggiare la nascita della piccola Lily. Per lui, il weekend scattato a Miami sarà il primo nelle vesti di papà. Altri grandi cambiamenti, anche in termini lavorativi, Max potrebbe viverli nel corso della prossima stagione. Già, perché dopo uno straordinario quadriennio – che lo ha visto trionfare ininterrottamente dal 2021 – è giunto a un bivio. La Formula 1 – con il cambio dei regolamenti che entrerà in vigore nel 2026 – è pronta a un rinnovamento con annesso – possibile, probabile – rimescolamento delle carte. Davanti a sé, allora, Super Max ha una scelta importante da compiere: restare alla Red Bull o cercare fortuna altrove. Proprio alla sua età, i tre campioni probabilmente più iconici della storia dello sport si erano trovati nella medesima situazione. Hamilton fu bravo e fortunato nel suo passaggio – che si rivelò poi vincente – dalla McLaren alla Mercedes; Schumacher entrò nella leggenda con il suo approdo alla Ferrari; Senna decise di guidare la McLaren con cui divenne per tre volte iridato.
Come Alonso e Senna
Finora, è stato un duello vettura contro pilota: McLaren da una parte, Verstappen dall’altra. Nel passato, altri – come Fernando Alonso nel 2012 o prima ancora Senna, nel 1993 – si erano trovati nella stessa situazione. Soli contro tutti. Assistere a imprese simili, dall’esterno, è quanto più di affascinante possa esserci. Ma per i protagonisti subentra soprattutto la frustrazione, che porta a determinate riflessioni.
Insomma, l’idillio Verstappen-Red Bull potrebbe giungere alla conclusione, malgrado il quattro volte campione del mondo abbia un accordo valido fino al 2028. Com’è possibile? Basta leggere le parole di George Russe, anche lui – ci torneremo – implicato in faccende di mercato: «Ognuno ha delle clausole di uscita, avere un accordo di tre anni non cambia nulla». Da qui si intende, allora, che un addio di Verstappen sia effettivamente possibile e si capiscono le voci susseguitesi nel corso delle ultime settimane.
Newey e fior di quattrini
Alcune avvisaglie si erano già riscontrate in Giappone, dove Max – con la sua RB21, che vanta una power unit Honda RBPT – ha colto un successo straordinario grazie a una pole position da antologia. Il rapporto di Red Bull con l’azienda nipponica – iniziato nel 2019 e valso quattro Mondiali piloti e due costruttori – però è destinato a terminare questa stagione e dopo il Gran Premio di casa i vertici di Honda Racing, in primis il presidente Koji Watanabe, hanno manifestato una volta di più l’intenzione di spalleggiare l’olandese anche in futuro. Lo stesso Max, a più riprese, si è detto contento del lavoro svolto con gli uomini della Honda. Li seguirà?
Già, perché Honda abbandonerà la scuderia di Milton Keynes – che produrrà il proprio motore in collaborazione con Ford – ma resterà in Formula Uno. Sponda Aston Martin, che recentemente ha costruito una fabbrica avveniristica a Silverstone e che vanta perlopiù i servigi di Adrian Newey. Il genio dell’aerodinamica è già completamente concentrato sul progetto della monoposto del 2026 e potrebbe rivelarsi l’asso nella manica per convincere Verstappen a riformare una coppia vincente. Non di minor conto, inoltre, è l’aspetto economico. Stando a quanto emerso dal paddock, all’olandese sarebbe giunta un’offerta monstre stimata in 300 milioni di dollari per tre anni. Cifre da capogiro che sarebbero investite dal Public Investment Fund (PIF). Il fondo sovrano saudita – che possiede già il 20% delle azioni di Aston Martin e sponsorizza la squadra attraverso il colosso petrolifero Aramco – intende rilevare la proprietà del team, al momento nelle mani di Lawrence Stroll.
Un nuovo dominio?
C’è chi – come il CEO di McLaren, Zak Brown – è convinto che Verstappen lascerà davvero la Red Bull. Per lui, tuttavia, nel futuro dell’ambitissimo fuoriclasse dei motori ci sarà la Mercedes. Anche questa ipotesi, in effetti, pare suggestiva e tutt’altro che campata per aria. Innanzitutto, il team principal Toto Wolff non ha mai nascosto tutta la sua ammirazione nei confronti del quattro volte iridato. Secondariamente – e questo è ciò che più conta dalla prospettiva dello stesso pilota – stando alle voci che si rincorrono da tempo, la Mercedes è considerata in vantaggio rispetto a tutto il resto della concorrenza in vista dell’introduzione del nuovo regolamento. Dal 2026, il motore avrà un peso specifico estremamente importante e, da quanto si dice, la power-unit che sta sviluppando la scuderia con sede a Brackley è di gran lunga la migliore. Tanto che, addirittura, per taluni vi sono le medesime sensazioni provate nel 2014, quando la Mercedes prese il sopravvento nell’era turbo ibrida.
Insomma, nel caso in cui dovesse nascere una nuova monoposto dominante, Verstappen potrebbe cogliere l’attimo. La pista, ultimamente, parrebbe essersi raffreddata, poiché Wolff ha riferito di essere soddisfatto della sua coppia di piloti. Le prime gare di Andrea Kimi Antonelli, d’altra parte, sono state brillanti e l’altro sedile è occupato da George Russell, rieccolo chiamato in causa. Il suo accordo con la Mercedes scade al termine di questa stagione e le ultime indiscrezioni riportano di un possibile rinnovo biennale – da 30 milioni di dollari l’anno – con ulteriore opzione per il 2028. Difficile, insomma, capire se Wolff voglia davvero puntare ancora su di lui o se, invece, le voci sono state messe in circolo proprio per mettere alle strette Max e indurlo a prendere una decisione. Per ora, d’altronde, è ancora lui a comandare il gioco, ma chissà che a furia di aspettare una o più opzioni a sua disposizione vengano meno.