Trujillo: «Chi mi dava del sognatore ora lavora al mio fianco»

«Insieme verso la promozione». È stato questo lo slogan – che capeggia tuttora pure all’interno della sala stampa del Comunale – che ha accompagnato il Bellinzona all’alba della stagione 2025-26. Viene da sorridere, considerando i tre punti – frutto di altrettanti pareggi, zero vittorie e quattro sconfitte – maturati in occasione dei primi sette turni di Challenge League. Eppure, al termine del pareggio per 1-1 contro il Rapperswil, non si sono fatti passi indietro. Anzi, nel tanto atteso incontro con il nuovo proprietario del club, Juan Carlos Trujillo ha rincarato la dose. «L’obiettivo – ha detto il colombiano – è quello di salire in Super League. Se tra due anni non avremo ottenuti dei risultati, prenderò le mie cose e me ne andrò». Un messaggio, insomma, forte e chiaro.
«Chiediamo scusa ai tifosi»
La realtà dei fatti, però, allo stato attuale suggerirebbe un altro genere di ambizioni. «Chiedo scusa alla città e ai tifosi: mi fa male vederci sul fondo della graduatoria. Purtroppo, la squadra, all’inizio delle contrattazioni, era praticamente inesistente e non ha potuto svolgere una preparazione fisica degna di questo nome. Sono sicuro che riusciremo a rialzare la testa e metterò a disposizione tutto il possibile per migliorare – ha promesso Trujillo – nel mercato invernale o in qualsiasi altro momento in cui vi sia una necessità». Come spiegare, però, le evidenti difficoltà riscontrate in questa prima parte di stagione? «La nostra priorità era quella di risolvere innanzitutto le questioni amministrative. Sono pratiche tanto importanti quanto delicate, che richiedono una certa attenzione».
Nel processo relativo al passaggio di proprietà, ha spiegato la dirigenza, c’è stato qualche rallentamento dovuto al cosiddetto FIFA Transfer Matching System (TMS), ovvero il portale tramite il quale i giocatori vengono registrati. «Non è giusto che io sia già stato attaccato, siccome ho preso in mano le redini della società da poco meno di due mesi. Ci serve del tempo: non è rispettoso avere le telecamere puntate su di me per 90 minuti. Sono venuto qui per investire il patrimonio della mia famiglia in questo club».
La posizione di Martignoni
Sono tre, in sostanza, i principi che stanno alla base di questo nuovo Bellinzona: la città, i tifosi e il settore giovanile. «Nella mia visione – ha detto Trujillo – il calcio è il mezzo, non il fine. Vogliamo costruire un progetto vincente capace di valorizzare la città e il marchio dell’ACB. Puntiamo a essere protagonisti e rendere tutta la comunità orgogliosa di questa società. Vogliamo che il mondo ponga il suo sguardo su Bellinzona, deve diventare una meta turistica. Altrove, vieni crocifisso se i risultati non arrivano. Qui, invece, sento l’affetto incondizionato della gente e in questo senso trovo che ci sia un potenziale infinito. Non me ne vado finché non avremo fatto la storia. Saluterò soltanto quando avremo vinto qualcosa o quando smetterò di sentire l’affetto del popolo granata per le strade. A oggi percepisco parecchia vicinanza dei tifosi nei miei confronti».
Il nuovo patron del Bellinzona, comunque, si presenta come un personaggio destinato a far discutere. «Lo chiarisco fin da subito: non sono una persona politicamente corretta. Ho dovuto lottare contro tutti coloro che non credevano in me, che mi davano del sognatore. Adesso, però, tutti loro lavorano al mio fianco». Chi, invece, non dovrebbe più avere spazio nell’organizzazione granata, è Brenno Martignoni, attualmente a capo del settore giovanile. «Io sono stato chiaro sin dal primo momento: i suoi interessi si distanziano da quelli del club, ma non c’è niente di personale. Anzi, a dire la verità non lo conosco proprio, poiché ho avuto modo di incontrarlo in una sola occasione, soltanto per 15’». Il tema dei giovani, come accennato, è uno dei più importanti per la società. «Vogliamo costruire una base solida, ma siamo consapevoli che sarà certamente complicato in termini di risorse: ci vorrà del tempo (cinque o sei anni) e sarà pure costoso dal punto di vista economico. Dobbiamo generare uno spirito di appartenenza, perché solamente uniti potremo puntare a grandi traguardi».
Stessa passione, idee diverse
Innanzitutto, però, bisogna ottenere la tanto agognata mini-licenza. «Ci siamo lavorando – ha affermato il nuovo direttore generale, Shpetim Krasniqi – e siamo ottimisti. Arriveremo in tempo per il termine, che scade il 30 settembre». Il direttore sportivo Alberto Spinelli, poi, ha illustrato ulteriori dettagli sulla tematica. «A breve dovremmo comunicare una partnership: ci sono un paio di persone che dovrebbero darci una mano in questo iter burocratico. Sono competenti in materia e da più di dieci anni si muovono, per altre squadre, al fine di ottenere la licenza». Cruciale, in questo senso, è anche la famosa garanzia che il club è tenuta a presentare. «Attualmente – ha precisato il ds – viene a mancare la fideiussione precedentemente garantita da Bentancur. In questo momento è scoperta, ma appena avremo il via libera, Trujillo si è detto pienamente disposto a garantire la somma richiesta».
A proposito di Bentancur, resta da capire quale sarà, d’ora in avanti, l’influenza dell’ex patron. «Nulla – ha risposto fermamente Trujillo – ma preciso che lo rispetto molto e lo ringrazio per la collaborazione avuta. Ci accomuna la passione per questo sport, tuttavia, abbiamo un modo di vedere le cose agli antipodi e solo il tempo ci dirà se la mia idea di interpretare il calcio è migliore della sua. Quando prendo una qualsiasi decisione, io guardo alla visione generale e non mi limito al momento specifico. E posso dirvi che, per il momento, ha sempre funzionato».