Tyson e Holyfield, due leggende per un terzo atto

Potrebbe essere uno strano pesce d’aprile in ritardo ed invece è tutto vero, anche se manca ancora l’ufficialità. Mike Tyson e Evander Holyfield sono pronti a risalire sul ring, a ridare vita ad una delle più grandi rivalità che il mondo della boxe abbia mai vissuto. «Iron Mike» ha quasi 54 anni, «The Real Deal» ne ha addirittura 57, e la mente deve risalire alla fine degli anni novanta per rituffarsi in due combattimenti indimenticabili per gli amanti del pugilato.
Il morso di King Kong
Il primo atto tra i due risale al 9 novembre 1996: a Las Vegas Tyson difende il titolo WBA dei pesi massimi. Ma a spuntarla è Holyfield, per ko tecnico all’11. ripresa, conquistando così la cintura per la terza volta. La rivincita è entrata nella leggenda. Il 28 giugo 1997, sempre a Las Vegas, Tyson viene squalificato per aver morso l’orecchio destro di Holyfield alla terza ripresa, azzannando poi quello sinistro al quarto round. Cose mai viste. Ha sempre vissuto al limite - spesso superandolo - Iron Mike: la gloria dopo la povertà, le violenze coniugali, la droga, la prigione, la tragica morte di una figlia, una fortuna dilapidata in pochi anni: «Ho sperperato 500 milioni di dollari», ammise davanti alle telecamere. E non se l’è passata benissimo nemmeno Holyfield: nonostante il riconosciuto senso degli affari, nel 2012 dichiarò fallimento. La causa? Le spese per gli undici figli avuti.
Una semplice esibizione
Da qualche tempo una locandina, su internet, annuncia il terzo combattimento tra i due. I clan di Tyson e Holyfield non smentiscono: «Ne stiamo discutendo, le trattative sono a buon punto», ripetono in questi giorni. Ma cosa ci si può attendere da una nuova sfida tra i due? Sarà boxe vera o un triste revival del tempo che fu? L’analisi dell’ex pugile ticinese Ruby Belge è più sfumata: «All’inizio - ci dice - quando sono circolate le prime voci di una possibile nuova sfida tra Tyson e Holyfield, non ci ho dato molto peso. Poi ho iniziato a pensarci un po’ di più. Di certo se i due decideranno di risalire sul ring non si tratterà di un vero match, ma piuttosto di un’esibizione. Sarà uno spettacolo, ma la vera boxe è un’altra cosa. Non penso che i pugili di oggi guarderanno l’incontro. Io mi limiterò a rivedere le «highlights». Capisco però che se ne parli parecchio: è normale che ci sia interesse quando i protagonisti si chiamano Mike Tyson e Evander Holyfield».
Il peso degli anni
L’età che avanza non risparmia nessuno, nemmeno le leggende. E il pugilato non è di certo la disciplina più tranquilla per celebrare un comeback a 50 anni passati. Il rischio che qualcuno si faccia male per davvero, insomma, non è da sottovalutare. «Di sicuro - precisa Belge - tornare a combattere a quell’età non è per nulla sano. Può anzi essere molto pericoloso: non si allenano seriamente da più di dieci anni e non hanno più l’abitudine di prendere cazzotti. Un pugno ben assestato dopo i 50 anni fa ancora più male e i riflessi non possono più essere quelli di una volta. Detto ciò, penso che Tyson e Holyfield combatteranno al cinquanta percento delle loro possibilità e non escludo che potrebbero indossare dei caschetti di protezione. Come detto, sarà uno show». Uno spettacolo che farà del bene alla boxe o sminuirà la nobile arte? «Un incontro di questo tipo non fa bene alla boxe in senso stretto. Però se ne parla e questo è sicuramente positivo. Diciamo che per il pugilato può diventare un’opportunità da sfruttare.
La classe non muore mai
Negli scorsi giorni Tyson ha messo in rete una sua recentissima seduta di allenamento. Ai profani - che seguono magari il pugilato solo con occhio distratto - sembra che Iron Mike picchi come ai tempi più belli. Solo ai profani? «No - conferma Belge -. Vedere Tyson allenarsi è ancora pura arte, uno spettacolo insomma. La classe non muore mai. Anche io ho guardato quelle immagini e sono rimasto colpito dalla sua velocità e ho immediatamente rivisto i suoi movimenti, quelli che l’hanno reso famoso e invincibile per un certo periodo della sua carriera. Tyson ha ancora un’eleganza unica. Holyfield? È stato un pugile completissimo: era veloce e colpiva molto bene. Tra i più grandi di quell’epoca io metto Lennox Lewis, Holyfield e poi Mike Tyson. Iron Mike è stato più personaggio sul ring e nella vita privata, mentre Holyfield faceva - diciamo così - meno rumore». Sembra insomma di capire che Ruby Belge, tra i due, preferisse Holyfield... «No, non ho detto questo. Anzi, come pugile preferivo Tyson: era più arrogante - nel senso sportivo del termine - e selvaggio. Impressionante, insomma». Forse al pugilato di oggi, per attirare di nuovo le grandi folle, manca una rivalità così pronunciata: «Di sicuro una rivalità così accesa non c’è più stata. Ci sono stati dei combattimenti eccezionali, tra pugili fortissimi, ma l’antagonismo tra i due andava oltre il ring».