Spagna

Ultima tappa della Vuelta sospesa per le proteste filo-palestinesi

Niente passerella finale per Vingegaard, che ha messo il sigillo sull’80. edizione dopo il trionfo di sabato alla Bola del Mundo
© KEYSTONE (EPA/Rodrigo Jimenez)
Ats
14.09.2025 20:06

La Vuelta si chiude com’era cominciata e proseguita, ovvero nel segno delle manifestazioni in favore dei palestinesi e contro la guerra nella Striscia di Gaza, tutto partendo dalla presenza del Team Israel nella corsa. Nell’ultimo atto, la 21. tappa che si sarebbe dovuta chiudere a Madrid con un circuito finale e la passerella trionfale di Jonas Vingegaard, vincitore della corsa, è successo quello che tutti si aspettavano, l’invasione del centro della capitale spagnola da parte di centinaia di Pro-pal con slogan, cori contro Israele poco prima che arrivassero i corridori; ed alla fine anche scontri e cariche da parte della polizia che ha dovuto far ricorso ai fumogeni. Nuova manifestazione che ha costretto gli organizzatori ad annullare la tappa e a dichiarare questa edizione della corsa chiusa senza il vincitore dell’ultimo sprint, le premiazioni e la festa finale. Il tutto per ragioni di sicurezza.

L’ultima tappa prevedeva 103,6 km da Alalpardo a Madrid, con un tratto di trasferimento iniziale e i successivi giri del circuito cittadino che avrebbe dovuto portare all’ultima volta tra Jasper Philipsen e Mads Pedersen, e alla premiazione finale. Di questi 103,6 km se ne sono percorsi meno della metà, con la corsa che è stata bloccata completamente prima dell’arrivo a Madrid e del via del circuito conclusivo. I manifestanti filo-palestinesi hanno deciso infatti di non far entrare i corridori (e la Israel) in città, sfondando le transenne e generando un lungo corteo che ha bloccato le vie della capitale. Già in due occasioni, nell’11. e nella 16. tappa, la corsa era stata accorciata e questa volta la decisione è stata ancora più drastica. Era lo scenario più prevedibile, nonostante gli oltre duemila agenti schierati in una Madrid blindata fin dal mattino. Prima che l’ultima tappa fosse fermata, il premier, Pedro Sanchez, aveva ribadito la posizione del governo di Madrid: «La nostra ammirazione a un popolo spagnolo che si mobilita per cause giuste come quella della Palestina - il suo messaggio - La Spagna è stata d’esempio davanti alla comunità internazionale, che ha visto come il Paese ha fatto un passo avanti nella difesa dei diritti umani condannando la barbarie». Quanto al lato sportivo della Vuelta, Vingegaard ha vinto la corsa a tappe spagnola con 1’16’’ su Almeida e 3’11’’ su Pidcock. Il danese ha chiuso i conti nella penultima frazione, imponendosi sabato alla Bola del Mundo.