«Un CSI che vuole dare garanzia di continuità»

Trentadue anni e non sentirli. Qualche giorno fa è andata in archivio l’edizione 2025 del tradizionale e prestigioso concorso internazionale di salto ostacoli (CSI) 4 stelle di Ascona. L’imprevidibilità del meteo, per la sua caratteristica di gara all’aperto, ha costretto gli organizzatori a destreggiarsi sul filo dell’elasticità per far combaciare i pezzi del mosaico. « Sono i rischi del mestiere», ci spiega il presidente Renato Bernasconi. «Durante la programmazione dell’evento siamo coscienti del fatto che il fattore meteo è determinante e che in caso di forte pioggia siamo costretti a rivedere la pianificazione. In casi estremi, potremmo essere obbligati a mandare tutti a casa. Siamo una manifestazione all’aperto e non po0ssiamo fare diversamente. I costi per un drenaggio del terreno o una copertura del campo gara e della tribuna sono per ora insostenibili». Troppo costoso chiudere la tribuna ora aperta? «La nostra politica – afferma Bernasconi – è quella di offrire l’entrata gratuita al pubblico, grazie anche al prezioso contributo dei nostri sponsor. Per coprire la tribuna ci sarebbero voluti ulteriori 15 mila franchi: fatichiamo già a contenere i costi e a fare quadrare i conti. Non vogliamo fare debiti e, soprattutto, vogliamo fare il passo secondo la gamba, offrendo però uno spettacolo degno di nota». E il pubblico risponde. «Apprezziamo il fatto che la gente abbia capito il nostro sforzo e che si presenti in massa, proponendo una bella cornice attorno ai protagonisti in pista. Una bella pubblicità per l’equitazione».
Tante richieste
Da qualche anno Renato Bernasconi ha preso le redini e le sorti dell’evento, dopo la scomparsa della storica presidente Manuela Bacchi nel novembre del 2022, creando un comitato che ha il suo bel daffare e che fa di tutto per mantenere alta l’attenzione sul più grande concorso di salto nel cantone. «Anche per questa edizione, abbiamo ricevuto una forte richiesta di partecipazione. Ma abbiamo giocoforza un numero massimo di posti disponibili per i cavalli (280, ndr.) e siamo stati costretti a rifiutare parecchie adesioni. Abbiamo una piena autonomia decisionale sulle categorie amatori e U25, ma sul 4 stelle la metà dei posti sono gestiti dalla FEI (28 sui 56 migliori cavalieri). La Federazione svizzera attribuisce poi i posti ai cavalieri elvetici per un altro quarto. L’ultimo è a nostra disposizione ed è anche per questo che non siamo riusciti a soddisfare tutte le richieste». Senza una ben oliata macchina pianificatoria non si va tuttavia lontano. «La parte organizzativa ha fortunatamente funzionato e sono molto soddisfatto. Le persone e i volontari hanno lavorato alacremente durante i quattro giorni, e anche durante quelli che li precedono, per cercare di mitigare tutte le situazioni critiche e quelle che si presentavano al momento. E dico loro un grande grazie». Dopo un periodo in cui il comitato tirerà il fiato, sarà già tempo di chinarsi sulla prossima edizione. «Il nostro obiettivo è quello di dare continuità all’evento. Le persone sono affezionate al concorso e, da parte nostra, avremo delle riflessioni da fare per migliorare l’organizzazione in futuro. Come presidente, voglio ringraziare la popolazione che per una settimana accetta i disagi che un evento di questa portata causa in un comprensorio ridotto, ma cercheremo di fare un’opera di sensibilizzazione maggiore per mantenere una convivenza civile. Il CSI porta indotto e risvolti positivi per la città e per il territorio». Ci sarà posto, in futuro, per un 5 stelle? «Bisogna essere realistici. Il 5 stelle porta sicuramente un maggiore interesse a livello sportivo, per quanto riguarda i nomi dei cavalieri, ma a livello logistico e finanziario non sarebbe gestibile. È meglio proporre qualcosa di ben fatto e dare garanzia di continuità».