Un cuore che batte

Il timore era reale. Comprensibile, anche. Del resto scenari simili, negli ultimi tre anni, si sono visti e rivisti in ogni ambito. E così la domanda più grande, alla vigilia della 94. edizione della Coppa Spengler, era in fondo una sola: «Ma il torneo sarà sempre lo stesso?». Sì, perché come ben sappiamo la pandemia di coronavirus ha diviso il recente passato, definendolo con un «prima» e un «dopo». Senza che tra i due vi sia per forza una corrispondenza nei contenuti. In questo senso, tracciare un bilancio dopo una sola giornata, sarebbe quantomeno avventato. La sensazione però, quanto avvertito nella genesi dell’attuale torneo, è che la kermesse grigionese sia stata in grado di resistere all’urto. Come se il cuore che la anima, nonostante un paio di battiti mancati, abbia ripreso a pulsare quanto prima. Persino di più secondo alcuni (vedi a lato).
Un ruolo importante in questo convincente debutto, va riconosciuto, lo ha giocato l’Ambrì Piotta. Sapientemente scelto dagli organizzatori per dare nuovamente il la alla competizione, questa volta assieme all’Örebro. I tifosi leventinesi, proprio come nel 2019, hanno invaso Davos fin dalle prime ore del mattino. Spostandosi in massa dopo le feste e aiutando a far registrare subito il tutto esaurito. Un turbinio di sciarpe, maglie e bandiere biancoblù che hanno tappezzato spalti e seggiolini. Dove sì, è andato in scena una sorta di déjà vu, con tanto di «Montanara» prolungata a suggellare il primo successo e foto di squadra sotto la curva in festa. Ricorda qualcosa? Per tacere del «carnevale» improvvisato, dai toni decisamente ticinesi, andato poi in scena nella tendina dedicata ai fan fuori dalla pista.
La grande prova, ad ogni buon conto, gli organizzatori la dovranno superare nei prossimi giorni. Cercando di mantenere alta l’affluenza degli spettatori, che hanno risposto presente anche in occasione del match serale. L’entrata in scena del Davos padrone di casa, in questo senso, dovrebbe iniettare ulteriore linfa, garantendo una bella cornice di pubblico pure in occasione delle restanti sfide del gruppo Cattini. A cominciare dall’attesa «classica» del torneo, che questa sera opporrà gli uomini di Christian Wohlwend al Team Canada. A riprova che in fondo, nonostante la pandemia e gli interrogativi a essa legati, certe cose non sembrano essere cambiate. E per fortuna, ci permettiamo di aggiungere.