L'inaugurazione

Una pista gioiellino a due passi da casa

Il Ticino può ora vantare una palestra con anello d’atletica indoor accessibile tutto l’anno - Si tratta della prima struttura di questo tipo a livello svizzero - Ajla Del Ponte: «Per noi significa non dover viaggiare quattro ore per raggiungere Macolin»
I due diamanti dell’atletica ticinese Ajla Del Ponte e Ricky Petrucciani nella nuova palestra Regazzi. © Ti-Press/Alessandro Crinari
Maddalena Buila
13.11.2023 21:15

Il Ticino spicca sul resto della Svizzera. Non capita spesso, ma questa volta è così. Sì, perché ora il nostro cantone può fregiarsi di possedere un gioiellino unico a livello nazionale: una palestra con pista indoor accessibile tutto l’anno. E non solo per l’atletica, ma anche per tante altre discipline (vedi box a lato). A tagliare il famoso nastro del giorno dell’inaugurazione della palestra Regazzi, c’erano le due punte di diamante dell’atletica ticinese, Ajla Del Ponte e Ricky Petrucciani, in qualche modo indiretti artefici della realizzazione del progetto, grazie alle loro prestazioni. «Onestamente non credevo che avrei avuto l’occasione di vedere questa pista realizzata prima della fine della mia carriera, dunque sono felicissima che invece le cose siano andate diversamente da ciò che pensavo - racconta sorridendo Ajla -. È magnifico avere una struttura così speciale in Ticino. Per me significa non dover viaggiare per quattro ore nel fine settimana per raggiungere l’infrastruttura di Macolin. Ora, da casa alla palestra, ci impiegherò 15 minuti. Perfetto».

«Ti correggo Ajla, ora sono cinque le ore di viaggio per raggiungere la pista nel canton Berna», interviene ridendo Ricky Petrucciani. Anche per l’argento nei 400 m agli Europei di Monaco la nuova palestra corrisponderà a un grande cambiamento: «Pensare di dover fare tanta strada per un paio d’ore di allenamento non è simpatico. Ora potremo affidarci a una struttura a due passi da casa, che bello».

Vietato scoraggiarsi

Cogliamo l’occasione della presenza di Ajla per andare un po’ più a fondo sulla sua passata stagione e su ciò che l’attende in futuro. Per la ticinese non è infatti stato un anno indimenticabile: prima l’intervento chirurgico per ridurre la tripla frattura da stress a una tibia (era lo scorso dicembre), poi il lungo periodo di ripresa e infine lo strappo muscolare che ha messo definitivamente fine alla sua stagione estiva 2023. «Al momento direi che sono sulla buona strada per una ripresa completa - ci racconta -. Devo ancora adattare un po’ qualche allenamento, ma ciò non compromette un lavoro che nel suo insieme definirei molto positivo». Non poter scendere sui blocchetti di partenza per così tanto tempo, per un’atleta che si dedica interamente al suo sport, può rivelarsi un’agonia. Le sensazioni che regala la propria attività, soprattutto quando praticata a livello agonistico, vengono presto fortemente a mancare. «Sensazioni che nel mio caso fanno rima con la libertà che solo la corsa sa dare, in particolar modo lo sprint. A volte mi capita, in occasione per esempio di un incontro con i media, di rivedere dei filmati delle mie prestazioni passate. Ecco, soprattutto in quei frangenti mi rendo conto di quanto mi manchi correre». Un ultimo anno, dunque, che sia a livello fisico sia a livello mentale non è stata una passeggiata per la ticinese. E ora il lasso di tempo che la separa dalle Olimpiadi del 2024 non è più moltissimo. Un appuntamento, quello a cinque cerchi, a cui naturalmente Ajla vuole essere presente, come dichiarato più volte. «Certo, anche se prima di arrivare lì saranno ancora tanti i chilometri che dovrò macinare per presentarmi all’appuntamento di Parigi nel pieno della forma. Dopo il mio infortunio di fine maggio è passato tanto tempo senza che io potessi allenarmi come mi piace, è vero. Ma ritengo che non ci si debba scoraggiare. D’altronde succede a tutti gli sportivi di dover affrontare momenti di stop forzato prima o poi, va messo in conto. L’obiettivo ora è prendere giorno per giorno, avere pazienza e pensare positivo».

Tra musei e banchi di scuola

In un anno caratterizzato dall’assenza ai grandi eventi, ci immaginiamo che per la velocista ticinese si siano aperte anche delle finestre di maggiore tempo libero. Come impiega Ajla Del Ponte i suoi momenti di svago? «Spesso girando per musei. Un’attività che mi è sempre piaciuta molto. Ricordo che già quando frequentavo l’università a Losanna mi piaceva ritagliarmi del tempo per visitare qualche mostra. Ancor più importante di come concretamente impiego il mio tempo, è il fatto che i momenti in cui stacco la spina risultino veramente di assoluta qualità e passati con la famiglia». Lo sguardo di Ajla verso il futuro cade inevitabilmente sulle prossime Olimpiadi di Parigi. A côté dello sport, però, per lei esiste anche il già citato mondo accademico. «Che al momento ho messo in pausa (sorride, ndr). Questo perché militando nel mondo dello sport si aprono tante porte. Ma non accantono nemmeno l’idea di fare un altro master una volta concluso quello che sto svolgendo ora (in storia e italiano, ndr), in relazioni internazionali per esempio. D’altronde doveva essere questa la scelta iniziale, poi, per far combaciare gli orari universitari con quelli degli allenamenti di atletica, ho scelto di cambiare direzione. Ciò detto, questo rimane un discorso che eventualmente affronterò tra cinque anni, dopo Los Angeles», chiosa Ajla con un sorriso.

Peter Bohnenblust: «Per Swiss Athletics è un momento storico»

La composizione

La palestra è dotata di 8 corsie per la corsa dei 60 metri, 3 corsie di 80 metri, pedane di salto in lungo, in alto e con l’asta, e un settore dei lanci del disco, del martello e del giavellotto. Il corpo centrale è occupato da una pista circolare sulla quale si possono svolgere le corse di 200 metri. L’impianto offre anche due aree dedicate all’allenamento della muscolazione e infrastrutture per la pratica di diverse discipline sportive come la scherma, il basket e gli sport di combattimento. Il project manager di Swiss Athletics Peter Bohnenblust: «È un momento storico. Finalmente avremo per la prima volta in Svizzera una pista indoor accessibile tutto l’anno. Gordola e Tenero diventeranno punti di riferimento alla pari di Macolin e San Gallo».

«Siamo veramente fieri»

Ma quanto sarà importante per il Ticino poter avere a disposizione questa pista? Lo abbiamo chiesto a Ricky Petrucciani. «Moltissimo. Il fatto che sia accessibile in qualunque momento e con qualsiasi tempo meteorologico fa la differenza. Inoltre, a livello personale, esiste anche una grade dose di fierezza. Un po’ di merito va infatti forse anche a noi atleti ticinesi, che con i nostri buoni risultati abbiamo fatto sì che questo progetto diventasse realtà (sorride, ndr)».