Calcio

«Vi racconto l'umiliazione di Bodø, l'umiliazione di Mou»

Si avvicina la sfida tra Lugano e Bodø/Glimt: la Conference League dei bianconeri passa dalla trasferta in Norvegia - Due anni fa, all’Aspmyra Stadion, la Roma di José Mourinho subì un’umiliazione - Il direttore de «il Romanista» Daniele Lo Monaco non l’ha scordata
21 ottobre 2021: José Mourinho, infreddolito, assiste alla disfatta della sua Roma. ©Reuters
Massimo Solari
29.11.2023 06:00

C’è Bodø e Bodø. E la Roma lo sa bene. Più di tutte, la formazione giallorossa ha provato sulla sua pelle cosa significa affrontare i norvegesi in campo internazionale. Nel bene e nel male. Già, perché nella stagione 2021-22 le squadre si sfidarono ben quattro volte in Conference League. La compagine italiana vinse in una sola occasione, la più importante, staccando il biglietto per la semifinale grazie al 4-0 dell’Olimpico. Il primo incrocio, al contrario, passò alla storia come la peggior sconfitta in carriera di José Mourinho. Ricordate? Il Bodø/Glimt s’impose addirittura per 6-1. Una lezione impossibile da scordare per lo «Special One». Un’umiliazione, certo, per il popolo romanista. Alla vigilia della trasferta del Lugano a nord del Circolo Polare Artico, insomma, è doveroso diffidare. «Cosa che non fece quella Roma» ricorda per il CdT Daniele Lo Monaco, direttore responsabile de il Romanista, quotidiano dedicato in tutto e per tutto alla «Magica». Insomma, un’istituzione nella capitale.

«Un campo di plastica»

Lo Monaco c’era, il 21 ottobre di due anni fa. «C’ero e, ovviamente, non ho dimenticato quella sera. Doveva essere una passeggiata e, invece, fu un massacro sportivo». Il giornalista romano cita a memoria l’undici scelto da Mourinho all’epoca. E lo fa con una motivazione precisa. «Nella tradizionale conferenza stampa pre-partita - rammenta - avevamo chiesto al tecnico portoghese se non stesse per caso sottovalutando l’avversario. E ciò dal momento che erano stati previsti 9 o 10 cambi rispetto al precedente incontro disputato in campionato». Nessun dubbio. Non inizialmente, perlomeno. Le scuse di Mou - tra l’altro idolo di Mattia Croci-Torti - sarebbero arrivate solo a posteriori. «Colpa mia. Sono io che ho deciso di giocare con questa squadra. I nostri primi 12-13 giocatori, però, sono a un livello, gli altri a uno più basso. Inferiore anche al Bodø/Glimt». Già, i novanta minuti non mentirono in questo senso. «Oltre allo scarso feeling tra seconde scelte, la Roma si scontrò con due problemi» indica Lo Monaco. Per poi precisare: «Da un lato il campo. Più che un sintetico, un campo di plastica, sul quale i giocatori della Roma pattinavano. Dall’altro un avversario in grado di offrire un ottimo calcio. Ai tempi mi ricordò il Napoli di Sarri». Il tecnico, Kjetil Knutsen, non è cambiato. E anzi ha appena festeggiato il terzo titolo in quattro stagioni.

Doveva essere una passeggiata, fu un massacro sportivo
Daniele Lo Monaco, direttore responsabile de "il Romanista"

Il contesto non faciliterà nemmeno la prova del Lugano. Domani, a Bodø, si giocherà con -7 gradi. «Un freddo che ti entra nella ossa e che, se vogliamo, rese ancora più doloroso quel 6-1» rileva in merito Lo Monaco. «Più passava il tempo, più le difficoltà aumentavano. Basti pensare che alla pausa, sul 2-1 per i norvegesi, Mourinho aveva operato una serie di cambi per cambiare l’inerzia della partita. A esaltarsi, nella propria comfort zone, fu invece il Bodø». Tanto da convincere il Romanista a usare parole forti sulla prima del giorno successivo: «Traditi».

C’è Bodø e Bodø

La Roma, dicevamo, tornò qualche mese più tardi nel nord della Norvegia. Incappando in una nuova sconfitta per 2-1. «Una gara molto più equilibrata. Ma di nuovo segnata dalle condizioni ambientali e logistiche» indica Lo Monaco: «A confermarlo, alla fine, fu la sfida di ritorno all’Olimpico. A squagliarsi, nella gara di ritorno dei quarti, furono i giocatori del Bodø/Glimt. Terminò 4-0, anche se le reti giallorosse avrebbero potuto essere molte di più». Da un estremo all’altro, quasi. «L’insegnamento, ad ogni modo, fu uno» sottolinea il nostro interlocutore: «Senza una preparazione minuziosa - anche alle avversità meteorologiche - match di questo tipo possono trasformarsi in un incubo». Lasciando segni indelebili. «Proprio negli scorsi giorni, parlando del percorso della Roma in questi anni, Mourinho ha rispolverato la prima trasferta a Bodø» fa notare Lo Monaco. «Questo a riprova dell’impatto che ebbe quella battuta d’arresto per il club e i suoi tifosi». Il direttore del giornale giallorosso insiste tuttavia anche sul processo. «Al termine della stagione, infatti, la Roma conquistò la Conference League. I quarti di finale vinti costituirono una sorta di riscatto. Mentre la vittoria conclusiva contribuì a esorcizzare definitivamente il 6-1 subito in Norvegia». Ora tocca al Lugano. In settembre, al netto dell’0-0, i bianconeri si fecero preferire al Letzigrund. Ma attenzione: volendo citare il Romanista, c’è Bodø e Bodø.

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