Zaccheo Dotti: «Vincere non era scontato, ci teniamo stretto questo piccolo vantaggio»

L’Ambrì Piotta va all’intervallo sul 2 a 1. Un intervallo lungo circa 46 ore, con la gara di ritorno che ripartirà da qui. Dal gol in mischia di André Heim. Una rete che ha deciso la gara nel finale, ma non il primo turno dei play-in. Non ancora. Giovedì a Rapperswil i biancoblù potranno permettersi di pareggiare, ma la squadra di Cereda è solo a metà dell’opera. O poco oltre. Tutto resta aperto. Anche perché i sangallesi, privi dell’ammalato topscorer Strömwall e dell’infortunato Rask, hanno confermato di essere un avversario tosto, pur schierando solo 5 stranieri.
Serata complicata
I leventinesi, andati subito in vantaggio con una bella iniziativa di Pestoni, non hanno brillato. Avrebbero dovuto cavalcare l’onda dell’immediato 1-0, invece hanno tolto il piede dall’acceleratore, mancando di coraggio e lucidità. I Lakers sono stati complessivamente più attivi, hanno trovato un logico pareggio all’inizio del terzo periodo e hanno pure sfiorato il colpaccio. L’Ambrì ha avuto il merito di resistere, anche grazie a Juvonen, e di trovare una rete caparbia a 5 minuti dalla fine. «Abbiamo segnato due volte vicino alla porta ed è proprio lì che dovremo andare più spesso giovedì», ci dice Zaccheo Dotti pensando già alla prossima sfida. Il difensore ticinese non nasconde le difficoltà incontrate nel primo atto («Abbiamo concesso un po’ troppo e Juvo ci ha tenuti in partita», dice), ma vede soprattutto il lato positivo: «Era importante cominciare con una vittoria. Qualche gol in più ci avrebbe aiutati, ma ci teniamo stretto questo piccolo vantaggio. Non era scontato ottenerlo e cercheremo di sfruttarlo al massimo». Giocare una gara importante senza mai giostrare in power-play non ha di certo facilitato la serata dei leventinesi: «Sarebbe stato importante per prendere energia e mettere sotto pressione l’avversario», ammette «Zac». «Un paio di penalità potevano fischiarle, ma anche il nostro gol decisivo era forse un po’ dubbio, quindi va bene così. Non ci lamentiamo degli arbitri».
Scenario inedito
La nuova formula dei play-in, con le reti che vanno a sommarsi tra andata e ritorno, costringe i giocatori a ragionare su 120 minuti: «È diverso, lo si è visto subito», conclude Dotti. «In una partita normale, il Rappi avrebbe tolto il portiere per cercare di pareggiare, mentre stavolta non ha voluto rischiare un passivo di due reti. In pratica ci si proietta su sei tempi. È una soluzione che mi piace, si esce dalla routine ed è più interessante per tutti». Purché alla fine i conti tornino.