Azioni svizzere: al riparo dalle turbolenze
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Nel quadro di una strategia azionaria, la presenza di una componente svizzera rappresenta comunque un elemento di rilievo grazie alle caratteristiche del suo mercato e delle società che lo compongono. Vi sono poi fasi, come quella attuale, caratterizzate da vari fattori di rischio, turbolenze e tensioni di diversa origine, geopolitica, economica, finanziaria, nei confronti delle quali l’azionario svizzero svolge egregiamente, e tradizionalmente, il ruolo di “safe haven”, rifugio sicuro, strumento per quella che potrebbe essere definita una scelta di “difesa attiva”, in grado di fornire sicurezza elevata unitamente ad interessanti prospettive di performance.
Sono molti i fattori che contribuiscono a definire questo quadro, da quelli istituzionali legati alla stabilità politica, socio-economica e finanziaria fino alla presenza di aziende di rilevanza globale in settori diversificati, spesso spiccatamente difensivi ma sempre caratterizzati da una forte spinta innovativa. E’ diffusa nel listino la presenza di società leader mondiali nei rispettivi comparti.
La combinazione di gruppi internazionali appartenenti a settori difensivi, quali bene di consumo essenziali, alimentari, farmaceutici, con quelli ciclici, industriali e tecnologici, consente di sfruttare un’ampia gamma di opportunità limitando i rischi.
Va poi considerata la componente valutaria, in una duplice prospettiva. Da un lato il franco svizzero è bene rifugio per eccellenza e tende ad apprezzarsi a fronte di scenari incerti e turbolenti. D’altro canto le società svizzere generano una quota significativa, (talvolta addirittura superiore al 90%), all’estero, assicurando all’investitore un’esposizione spiccatamente internazionale pur con la “copertura” del franco.
In termini generali si può affermare che, nonostante qualità e potenziale di crescita, le valutazioni di molti titoli elvetici sono relativamente convenienti, in termini sia assoluti che nel confronto con i concorrenti di altri listini.
La ragione è forse dovuta ad un minore “effetto moda” cui essi sono soggetti ed a conseguenti minori pressioni speculative. Se i risultati dell’azionario svizzero possono apparire inferiori a quelli di altri mercati durante fasi di particolare euforia, sul lungo termine i dati statistici indicano una performance superiore a quella globale media, anche grazie alla capacità delle società quotate di creare valore e generare flussi finanziari rilevanti in modo regolare, con una minore correlazione rispetto ai fattori ciclici, connessi ad esempio alle fluttuazioni dei costi energetici e di altre materie prime.
Il mercato svizzero segue al momento la tendenza positiva globale, con un risultato medio del 9,3% da inizio 2024, una buona stagione di utili aziendali ed una previsione per fine anno intorno al +12,5%, con un ampliamento delle opportunità sempre maggiore anche alle società di minore capitalizzazione ed un’attenzione particolare per il comparto industriale del listino.
Vi sono altri elementi che concorrono a rendere la Borsa svizzera oggetto d’interesse, a parte la sua maggiore stabilità rispetto a mercati concorrenti ed il ruolo della valuta.
In uno scenario dominato da politiche monetarie più espansive e minori tassi di rendimento obbligazionari, non solo ciò supporta la performance relativa dei titoli, ma gli alti dividendi forniti da molti soggetti elvetici assumono il ruolo di pseudo-cedole. Del resto il ritorno dell’interesse degli investitori per il “dividend yield” è confermato a livello internazionale.
Inoltre sono molte le aziende svizzere impegnate nel solco di quei megatrend che caratterizzano i nuovi scenari: basti pensare alle frontiere più avanzate della tecnologia e della comunicazione, alla farmaceutica personalizzata, alla tecnologia medicale sia diagnostica che terapeutica ed a tutto quanto è legato alle dinamiche demografiche, settori in cui la Svizzera può vantare una continua tradizione di eccellenza.
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