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Big Pharma: una terapia di crescita

Basse valutazioni ed innovazione di prodotti rendono il settore particolarmente interessante
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25.07.2025 05:57

Contenuto pubblicato su mandato del partner inserzionista, che ne assume la responsabilità redazionale.

Entro uno scenario finanziario in cui hanno primeggiato dapprima i temi legati all’alta tecnologia, con l’intelligenza artificiale in testa, quindi le incertezze sulle politiche monetarie delle banche centrali, ad iniziare dalla Federal Reserve, le iniziative protezionistiche del Presidente Trump, fra dichiarazioni “forti” ed avventate e passi indietro, incertezze e rinvii, un settore di grande rilevanza è risultato per certi versi trascurato.

Si tratta del comparto dell’healthcare, prodotti e servizi sanitari in senso lato, che ha mutato nel corso degli ultimi anni, e sta mutando, le proprie caratteristiche, sotto la spinta di evoluzioni strutturali e dei megatrend che le determinano. Basterebbe citare il nuovo campo dei farmaci mirati e personalizzati, ormai affermatici nell’area oncologica e non solo, le applicazioni delle nuove tecnologie medicali, anche con il concorso dell’intelligenza artificiale, nelle attività sia diagnostiche che terapeutiche, ad esempio robotizzate ed a distanza, i farmaci di nuova generazione applicati in settori nuovi, come nel contrasto dell’obesità, i servizi destinati alla terza ed alla quarta età, al miglioramento ed al prolungamento di una qualità di vita caratterizzata da standard in costante miglioramento.

Ovviamente, i fattori citati inizialmente influenzano anche questo comparto, talvolta in modo determinante, considerato che esso richiede spesso ingenti investimenti e costi di ricerca e sviluppo, fino all’arrivo di un prodotto al mercato, vede una forte concorrenza a livello internazionale e coinvolge la sfera politica e sociale. Ma i suoi risultati sono altrettanto solidi e continuativi.

Non è un caso che il settore healthcare sia sotto i riflettori delle velleità protezionistiche dell’Amministrazione Trump, sia per quanto riguarda i produttori stranieri che l’attività estera degli stessi gruppi USA. A questo punto minacce reali, retorica e conclusioni della diatriba formano un inestricabile dilemma. Quella che appare più certa è la riforma da parte dell’Amministrazione USA di sistemi sanitari costosi, quali i cosiddetti Medicare e Medicaid, peraltro non sempre efficienti.

Per l’investitore il comparto healthcare, in tutte le sue componenti, costituisce una quota di rilievo in quella strategia che, alla luce delle incertezze che il panorama mostra, abbiamo definito di “difesa attiva”.

I risultati trimestrali che le società del settore hanno pubblicato sono risultati positivi e spesso superiori alle attese degli analisti (talvolta eccessivamente condizionati dalla retorica politica) e portano a valori di P/E, cioè di rapporto fra prezzi ed utili, particolarmente interessanti, in termini sia assoluti che relativi, indicando una sottovalutazione che costituisce un’opportunità di cui l’investitore può beneficiare.

Ciò vale per società leader a livello globale e “colonne” del listino svizzero, quali Roche e Novartis, impegnate in ambiti avanzati a livello terapeutico, nonchè finanziariamente solidi ed ampiamente internazionalizzati. Una presenza nel mercato svizzero che porta anche con sé un non trascurabile vantaggio di tipo valutario, tanto più alla luce delle incertezze che avvolgono il futuro del biglietto verde.

Valutazioni convenienti in termini di rapporto rischio-rendimento, aspetti di diversificazione valutaria e caratteristiche operative quanto a prodotti già sul mercato ed in fase di ricerca e sviluppo, rendono altrettanto interessanti aziende europee quali Merck e Sanofi.

Sull’altro versante dell’Atlantico un protagonista su cui sono puntati i riflettori del mondo scientifico e finanziario – e dell’intera opinione pubblica - è il colosso Eli Lilly, soprattutto per il suo nuovo farmaco contro obesità, diabete ed apnea notturna, rivolta ad un mercato, non solo USA, quanto mai vasto.

Source: United Nations, Bloomberg Finance L.P., Julius Baer Equity Research
Source: United Nations, Bloomberg Finance L.P., Julius Baer Equity Research

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