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Il Re dei Guru lascia la scena, ma il suo stile continua a brillare

L’ultima Newsletter di Warren Buffett incorona una strategia vincente
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24.11.2025 04:14

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La 60.a Newsletter della società Berkshire Hathaway, in cui il CEO Warren Buffett comunica la rinuncia ad ulteriori annunci formali, per iscritto ed in occasione dell’assemblea degli azionisti, e propone al vertice il vice-presidente Greg Abel dal 1 gennaio 2026, non è in realtà un’uscita di scena “going quiet”, come egli stesso afferma, ma è ben di più e, dato lo spessore del personaggio, non avrebbe potuto essere altrimenti. Ha annunciato di voler mantenere la tradizione del discorso nel Giorno del Ringraziamento ed i contatti con i suoi più fedeli azionisti ed adepti, e di voler procedere celermente con il passaggio delle azioni Berkshire Hathaway alle sue quattro fondazioni di famiglia impegnate in attività filantropiche. Anche in questa newsletter Buffett loda il sistema capitalistico degli Stati Uniti pur riconoscendovi “capricci e venalità nella distribuzione delle ricompense”.

Warren Buffett, 95 anni, 150 miliardi di dollari di patrimonio, entrato nell’azienda tessile Berkshire Hathaway per farla diventare una star dello scenario finanziario, può essere considerato il riferimento per milioni di investitori cui ha elargito non solo consigli finanziari, ma anche considerazioni etiche (compresa l’onestà nell’ammettere i suoi pochi errori) e comportamentali, su cui primeggia il principio-guida del “mai perdere soldi”. Forse è in base a questo principio che, negli ultimi mesi Berkshire Hathaway ha incrementato notevolmente la quota in cash e Treasury Bill, superando i 380 miliardi di dollari.

Ma, al di là della proverbiale cautela, quali altri principi guidano la strategia di questo investitore leggendario ?

Per strano che possa apparire, Buffett non è mai stato, e non è, particolarmente attento alle tendenze ed alle mode di Wall Street, rivolgendo invece la sua attenzione a quelle società che considera sottovalutate rispetto ai loro “fondamentali”, cioè al loro valore intrinseco: performance nel mercato, confronti con i concorrenti, margini di profitto e utile per azione (ROE), indebitamento, evoluzione di questi valori nel tempo, dipendenza da fattori volatili, come materie prime,... Uno stile d’investimento che non lascia molto spazio all’emotività ma richiede analisi accurate e prolungate nel tempo. E, come ama ripetere, meglio investire in ciò che si conosce bene e che è sul mercato da parecchi anni, tenendo poi la posizione per tempi altrettanto lunghi (almeno 10 anni), con pazienza, senza farsi prendere dal panico quando il mercato attraversa fasi di turbolenza.

Le principali posizioni nel portafoglio di Berkshire Hathaway riflettono questa filosofia e l’attenzione che Buffett ha sempre dimostrato nei confronti della cosiddetta “old economy” la quale, oggi più che mai e pur in parallelo con i settori tecnologicamente più avanzati, è una componente imprescindibile per assicurare la prosperità e la crescita di un Paese, oltre che spesso per definirne l’immagine.

Ecco quindi società come Coca Cola, da Atlanta (Georgia) presenza universale e capillare, icona USA in continua crescita; Apple, la società di Cupertino (California), divenuta un leader mondiale nel comparto dei computer, sistemi multimediali, smartphone; Bank of America, fondata a San Francisco nel 1904 dall’emigrato ligure Amedeo Giannini, celebre per aver salvato eroicamente i depositi in occasione del grande terremoto del 1906, oggi la seconda banca USA dopo JP Morgan Chase; American Express, attiva nel comparto delle carte di credito, servizi finanziari e di viaggio; Chevron, compagnia petrolifera attiva in tutto il mondo ed in fase di diversificazione; Kraft Heinz, la quinta azienda alimentare al mondo per dimensioni, operante con oltre 200 marchi; Occidental Petroleum, produttrice di petrolio e gas ed attiva in altri settori chimici, di cui Berkshire Hathaway è la principale azionista. Scelte forse meno trendy ed in linea con l’euforia, ma pur sempre vincenti.

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Source: Julius Baer
Source: Julius Baer

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