Reddito fisso: le nicchie della performance

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Il mantra dell’investimento obbligazionario redditizio e
sicuro nel tempo, tale da mettere al riparo il “buon padre di famiglia” da
volatilità e turbolenze, è ormai caduto, il dogma è diventato eresia, ed anche
quelli che apparivano “porti sicuri”, quali i titoli pubblici di certi Paesi
avanzati, hanno mostrato crepe, sollevato dubbi ed il più delle volte generato
ritorni sottotono per gli investitori, insufficienti a coprire l’erosione dei
risparmi causata dall’inflazione.
Ma tutto ciò vale per una parte del mercato,
perché se è vero che le sue componenti tradizionali hanno subito un’erosione,
se ne sono sviluppate altre in grado di offrire agli investitori nuove ed
allettanti opportunità.

Si tratta di segmenti del mercato che possono essere definiti di nicchia, viste le loro caratteristiche, e che Crossinvest esplora da tempo, con un approccio sistematico un poco diverso rispetto a quello impiegato nei confronti dell’obbligazionario classico. Un approccio che unisce strumenti e metodi analitici qualitativi e quantitativi, estrema selettività nella scelta degli emittenti e profonda conoscenza della loro struttura finanziaria, grande attenzione per le scadenze, i flussi e la liquidabilità.

Ma
a parlarci di tutto ciò sono Joël Suter, CIO, e Federico Ravera, Co- CIO, in
Crossinvest dal 1 luglio 2025 dopo una lunga esperienza internazionale maturata
a Milano, Londra ed in altri centri finanziari presso prestigiose istituzioni.
“
Aver voluto dar vita ad un centro di competenze in ambito obbligazionario”
indica Suter “deriva dalla volontà, che Crossinvest ha sempre perseguito, di
valorizzare i propri talenti interni. Rispetto al mondo azionario, che conta
ormai sempre più sull’impiego di tecnologie, programmi computerizzati,
algoritmi, fino alle soglie più avanzate dell’intelligenza artificiale, il
mondo del reddito fisso, proprio per la sua conformazione tecnica, non subisce
in maniera così violenta l’influsso della tecnologia, ed il condizionamento
delle mode passeggere, mentre predomina il ruolo delle competenze personali,
che diventa assolutamente centrale. Da qui la scelta di investire in figure di
rilievo, come è appunto il caso di Federico Ravera”.
“La mia carriera ultraventennale” aggiunge Ravera “si snoda in tutti gli ambiti del reddito fisso, dal project financing all’assegnazione dei rating ad operazioni di cartolarizzazione, fino alla gestione del portafoglio strategico di una grande banca, del suo funding e del suo bilancio. Ciò mi ha fornito la possibilità di concentrarmi sugli aspetti più di nicchia del reddito fisso. Ora sono dall’altro lato del tavolo come investitore. Debbo dire di aver trovato in Crossinvest delle fortissime competenze in campo obbligazionario, e prodotti di livello pari a quelli di istituzioni internazionali dalle dimensioni ben maggiori. E’ interessante la focalizzazione su nicchie di mercato come quella dei titoli subordinati bancari ed assicurativi, e di altri strumenti particolari. Tutto questo porta Crossinvest ad un livello ulteriore rispetto a quello del puro Wealth Management, verso un Asset Management di qualità, in un mondo in cui, insieme alla competenza tecnica, assumono rilevanza anche gli aspetti relazionali. La strategia per i prossimi anni è proprio quella di far crescere l’Asset Management non solo a beneficio dei nostri clienti, ma offrire i nostri prodotti anche ad investitori istituzionali terzi sul mercato ticinese, svizzero ed internazionale”.
“Del resto” afferma Suter “Crossinvest ha svolto una funzione pionieristica, con il lancio di uno dei primi fondi d’investimento dedicato al debito bancario subordinato già 14 anni fa, durante la crisi del debito sovrano italiano e di quanto ne è conseguito a livello bancario quando, in piena crisi economica, gli istituti si trovavano zavorrati da crediti inesigibili ed alle prese con altri problemi. Crossinvest è stata lungimirante nel puntare su di un prodotto di nicchia, creando con un certo coraggio questo fondo nel 2011, cui hanno fatto seguito altri fondi specializzati, oltre a quello obbligazionario globale. Oggi essi registrano una storia di performance nettamente superiori alla media, anche a quelle di gestori con patrimoni significativamente superiori”.
“La strategia poggia” aggiunge Ravera “sulla focalizzazione costante su qualità e performance, con lo sguardo rivolto a quei settori in cui riteniamo di poter offrire un valore aggiunto. Si tratta spesso di aree di prodotto non facilmente replicabili, al contrario di quanto ormai avviene per l’obbligazionario standard. Invece in settori come quello dei subordinati bancari ed assicurativi, del credito privato, e di altre forme di cartolarizzazioni, ciò è possibile, e saranno queste le linee di sviluppo nei prossimi anni. Poiché stanno cambiando le esigenze delle banche, cambiano anche le opportunità di investimento, nel quadro di una maggiore sicurezza per l’investitore legate alle nuove regole di Basilea.
Gli istituti sono diventati più efficienti e l’ingegneria finanziaria più sofisticata, ma i nuovi strumenti vanno analizzati in profondità nelle loro caratteristiche tecniche e legali, nonché nel loro mercato di domanda e offerta. In termini valutari si rifanno all’area dell’euro e del dollaro USA e le istituzioni interessate fanno capo a quei mercati, e, di recente, qualche apertura all’Est Europa. I mercati emergenti sono per ora assenti. Per l’investitore con valuta di riferimento franco svizzero, il costo della copertura del rischio di cambio non incide significativamente sul rendimento, grazie alle cedole ed alle performance elevate di questi strumenti. A noi questo mercato dei titoli subordinati bancari appare particolarmente interessante, tanto più dopo le riforme seguite alla crisi del 2008-2009, che hanno determinato da parte degli organi di supervisione nuove regole, maggiore capitalizzazione degli istituti, pulizia dei bilanci e più validi cuscinetti di protezione per gli investitori, oltre che ammontari limitati di emissione. Tuttavia, come detto, le caratteristiche di ciascun strumento vanno considerate in maniera estremamente accurata.
Un altro vantaggio è costituito dalla loro sensibilità limitata a fronte di evoluzioni dei tassi d’interesse: ciò grazie alle duration (tempo che intercorre fino alla scadenza in termini di flusso di cedole, ndr) medie limitate a pochi anni, alle cedole elevate, dell’ordine del 6-7% ed alla loro qualità. Il fondo di Crossinvest che investe in questi strumenti possiede inoltre un atout non trascurabile, perché, tenuto conto delle elevate soglie di entrata che questi strumenti hanno, se sottoscritti direttamente e singolarmente, per attuare una certa diversificazione, sarebbero necessari capitali di importi consistenti. Con questo fondo la diversificazione è alla portata di qualsivoglia portafoglio. E per il cliente che preferisca una classe d’investimento più tradizionale, abbiamo a disposizione un altro “Flagship Fund” della casa, il fondo Global Bond in USD, diversificato fra Europa, anche Orientale, e Stati Uniti, rivolto al segmento di emissioni high yield, con duration limitata, accentuata diversificazione e cura particolare nella selezione degli emittenti corporate. I nostri specialisti sono costantemente alla ricerca di “storie” che riguardano titoli sottovalutati o situazioni opportunistiche da sfruttare, per le quali non è necessario rivolgersi a mercati lontani ed esotici, ma spesso presenti anche nei contesti abituali meglio conosciuti. E’ il caso, ad esempio, di alcuni titoli del comparto tecnologico ed aerospaziale legato alla difesa che hanno beneficiato dello scenario geopolitico venutosi a creare negli ultimi tempi”.
“Ma per rendere tutto ciò possibile” sottolinea ancora in conclusione Suter “non servono, o quantomeno non bastano, computer ed algoritmi, ma diventa essenziale la solida competenza ed esperienza del nostro team”
