STABILITÀ E RENDIMENTO: Opportunità tra i listini sottovalutati
Contenuto pubblicato su mandato del partner inserzionista, che ne assume la responsabilità redazionale.
Valore e crescita sono i fattori determinanti nel determinare le sorti di un comparto azionario o di un intero mercato. Nelle fasi più recenti il rilevante interesse nei confronti dell’alta tecnologia, in particolare di quella legata all’intelligenza artificiale, all’IT ed ai settori connessi, ha determinato un’ondata imponente, alimentata dall’abbondante liquidità, di cui ha beneficiato soprattutto il mercato statunitense.
Poche società, legate da elevati coefficienti di correlazione, indubbiamente liquide e dotate di forte “pricing power”, hanno dominato i listini, raggiungendo quotazioni elevate e mettendo in ombra altri segmenti ed altre realtà.
Ora, con un panorama macroeconomico tale da rendere più cauta l’azione della Federal Reserve di Washington nel suo processo di riduzione ulteriore dei tassi d’interesse, con un’Amministrazione repubblicana dall’agenda complessa, in termini di politica fiscale e soprattutto di strategia commerciale ed industriale nei confronti dei partner stranieri, Cina in testa, è corretto interrogarsi anche sulla sostenibilità delle quotazioni e sulla strategia settoriale di chi guarda a Wall Street.
In tali condizioni l’azionario europeo costituisce non solamente un fattore di diversificazione, ma un’opportunità particolarmente interessante, in termini di quella che potremmo definire una strategia di decoupling, cioè di decorrelazione.
Il primo fattore di deconversione riguarda il trend inflazionistico, che negli USA mostra qualche segnale di risveglio e che potrebbe venir alimentato dalle politiche della nuova Amministrazione.
In Europa, Svizzera compresa, la tendenza si conferma al ribasso e la dinamica congiunturale non appare riflattiva, né a breve né a medio termine, consentendo alla Banca Centrale Europea ed alla Banca Nazionale Svizzera una rotta stabile sulla via dell’abbassamento dei tassi.
Un altro fattore di deconversione è legato alla composizione ed alla dinamica dei mercati stessi: Wall Street è stata essenzialmente trainata, in alcuni casi tumultuosamente, da pochi titoli di pochi settori, verso quotazioni e valori di P/E storicamente elevati, ancorchè sostenibili alla luce delle nuove realtà.
Nei listini europei la dinamica appare più diversificata: all’interno di ciascuno dei molti settori che caratterizzano l’economia del Vecchio continente, e che mostrano una spiccata vocazione per l’export, troviamo situazioni di qualità, addirittura di eccellenza, con gradi di resistenza anticiclica talvolta notevoli. Basti pensare ai comparti dell’industria specializzata, dell’energia, del lusso e, venendo alla Svizzera, dell’alimentare, della farmaceutica o della chimica. Possono essere citati nomi quali Roche, Ferrari, Hermes, Shell o Siemens. Si tratta di società che, fatti tutti i debiti confronti fra le realtà sulle due sponde dell’Atlantico, appaiono oggi convenienti in termini di prezzo e di potenziale di crescita, oltre che, spesso, addirittura per le loro posizioni di leadership a livello mondiale, per i piani di sviluppo e di diversificazione che hanno in corso, oltre che per la loro solidità finanziaria.
Un ulteriore fattore di divergenza è dato dalla valuta. Il dollaro USA, già sostenuto dal tono positivo di alcuni dati macroeconomici, ha trovato linfa ulteriore per il suo rafforzamento con la vittoria presidenziale repubblicana. In realtà l’elemento “istituzionale” si combina con l’attesa di tassi meno bassi di quanto atteso.
Vi è un ulteriore elemento che può giocare a favore dell’Europa. Gli aspetti istituzionali talvolta “critici” che hanno condizionato la politica comunitaria possono trovare soluzione e proprio la maggior “chiusura” di Washington può essere in questo momento il catalizzatore che stimola le riforme europee da tempo attese e rinviate. D’altro canto le relazioni extracomunitarie che la Svizzera intrattiene con Washington la possono favorire anche in questa fase di transizione, con beneficio per i grandi brand della Borsa di Zurigo.
UN’OCCASIONE STORICA: “L’EURO STOXX PREPARA LA RIMONTA SULL’S&P 500”
L’ ANGOLO DELL’ INVESTITORE
Callable Barrier Reverse Convertible sui 5 titani del vecchio continente (ROCHE, SIEMENS, FERRARI, HERMES, SHELL) offre una cedola garantita annua del
10.00 % indipendentemente dalla performance dello strumento sottostante, con protezione fino ad un ribasso del 41 %.
Le ampie barriere con osservazione a scadenza, collocate al 59 % dei prezzi di osservazione iniziale, permettono all’investitore di incassare le cedole e di
beneficiare di una protezione del capitale anche nel caso di moderati ribassi dei titoli sottostanti.
Le cedole vengono versate mensilmente e corrispondono allo 0.84 % al mese del valore nominale.
La scadenza è calendarizzata per il 29 Maggio 2026. Inoltre, è presente l’opzione del richiamo anticipato che potrebbe abbreviare la vita del prodotto, garantendo il pagamento delle cedole pro rata oltre al rimborso del valore nominale investito.