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S&P500....Imprescindibile per l'investitore!

S&P500 si trasforma ed esorcizza i timori di recessione
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27.05.2023 05:31

Contenuto pubblicato su mandato del partner inserzionista, che ne assume la responsabilità redazionale.

 

In questa fase che presenta molti elementi di complessità, in cui si sviluppano talvolta commenti sul minor ruolo delle economie e dei mercati “maturi” rispetto a quelli emergenti, sulla dicotomia fra situazioni congiunturali ed andamenti dei mercati finanziari, fra contributi delle grandi e medie aziende, fra un panorama del reddito fisso che inverte la curva dei rendimenti e sembra anticipare una pesante recessione ed operatori azionari dal “sentiment” ben diverso, il ruolo di Wall Street rimane tuttavia fondamentale.

Ed all’interno di questo quadro si conferma fondamentale per l’investitore, in un certo senso imprescindibile, il suo indice più considerato e più rappresentativo, lo Standard & Poor 500.

Wall Street rimane il più potente meccanismo di raccolta e di redistribuzione di liquidità a livello globale e, con il passare del tempo sono stati i giganti della tecnologia a divenirne protagonisti, fino ai più recenti rialzi dello S&P500 guidati soprattutto dai grandi nomi dell’high-tech, della comunicazione e dell’intelligenza artificiale, grazie anche agli utili complessivamente solidi del primo trimestre 2023, spesso migliori rispetto alle stime pessimistiche formulate in precedenza.

Ha contribuito anche l’ottimismo diffuso su di un accordo “bipartisan” circa il tetto al debito ed al deficit federale USA, così da scongiurare non solo un improbabile default ma anche difficoltà nei pagamenti e nel funzionamento della macchina pubblica americana.

In termini di valorizzazione la quotazione dello S&P500 appare in linea con i livelli di crescita e di inflazione, per il cui il suo ruolo di “benchmark” globale rimane quanto mai valido, pur se sono cambiati alcuni dei suoi tratti.

A partire dal 2000 sono diminuite le nuove ammissioni a listino, alcune società ne sono addirittura uscite, mentre si andava accentuando la tendenza al buy-back, che da un lato alza il prezzo e soprattutto fa aumentare il rendimento del titolo azionario.

Ecco perché chi dice che questo mercato, da mero acquisitore di liquidità, sia oggi anche importante erogatore, in concorrenza diretta con il reddito fisso ma con un vantaggio non da poco rispetto a questo, dato dalla minore sensibilità all’andamento dei tassi di riferimento fissati dalla Federal Reserve, vista la natura azionaria rispetto a quella di puro debito, la relativa forza finanziaria delle grandi corporations e, spesso, la capacità di agire su prezzi di vendita e sulla struttura dei costi meglio di quanto possa fare una small-cap. Un confronto con i dati medi dell’indice Russell 2000 della capitalizzazioni minori risulta indicativo a tale riguardo.

 

Non sottovalutare S&P500

La capacità delle società quotate nel S&P500 di generare liquidità, in misura maggiore con il passare del tempo, è evidenziata dalle statistiche. Negli anni ’80 un margine di cash flow libero del 5-10% era considerato apprezzabile. Oggi questa soglia, per le grandi corporation statunitensi è salita mediamente al 20%, spesso anche al di sopra, consentendo di restituire capitale agli azionisti con buy-back e dividendi, grazie a redditi operativi saliti dal 4,7% degli anni 2000 al 5,8 degli anni ’10 del nuovo secolo fino a sfiorare l’8% alla fine della decade.

La visione pessimistica percepisce ciò come un sintomo di sovravalutazione dell’indice, prevedendo un ritorno verso medie secolari più contenute, scontando tuttavia due condizioni poco probabili: un ritorno alla vecchia imposta societaria del 40%, sepolta dall’Amministrazione repubblicana, ed un completo ripristino della globalizzazione integrale, quanto meno ripensata e ristrutturata se non del tutto sepolta anch’essa.

Gian Luigi Trucco  

Chart 1: Le azioni large-cap US sono formidabili generatrici di liquidità

Source: Moody’s, Empirical Research Partners, Julius Baer. Data as at 28.02.2023.

Chart 2: Quasi l’80% del debito delle large-cap è insensibile ai tassi

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