Salute

Sempre più curvi sul telefonino: e il nostro corpo cambia

Il fenomeno del «tech neck» è emerso con forza durante la pandemia – Ne parliamo con ChiroSuisse, l'associazione dei chiropratici svizzeri
Marcello Pelizzari
25.05.2022 13:30

Ah, maledetta pandemia. Anche se il coronavirus, semplicemente, ha acuito il problema. Che esiste da tempo, oramai. Tant’è che è il cosiddetto tech neck è stato identificato nel 2011, complice l’esplosione degli smartphone. Ma di che cosa stiamo parlando? Semplice: i telefonini, volendo usare un’espressione gergale e forse antica, hanno modificato tanto le nostre abitudini quanto il nostro corpo e, nello specifico, la nostra postura. Ci siamo, mettiamola così, ingobbiti sempre di più.

Il concetto di tech neck è legato, appunto, alla quotidianità. O, meglio, all’interazione, costante, con lo smartphone. Provate a pensarci: una notifica, una vibrazione, un messaggino, la notizia che stavamo aspettando. E, puntualmente, pieghiamo collo e testa in avanti per chinarci sul telefono. Senza accorgercene, ci stiamo facendo del male. Molto male. Secondo una ricerca, se abbassiamo la testa di 60 gradi per controllare chi ci ha scritto o chiamato, beh, carichiamo di 27 chilogrammi la colonna vertebrale. Ahia.

Un termine nuovo, ma...

Per capirne di più, e soprattutto per avere un quadro «nostro» della situazione, ci siamo rivolti a ChiroSuisse. Ovvero, l’associazione professionale dei chiropratici svizzeri che, a oggi, conta circa 430 membri. La chiropratica, in breve, è una professione medica universitaria e si basa su un trattamento prevalentemente manuale. «Il fenomeno del tech neck – ci spiegano dall’associazione – indica un torcicollo dovuto all’uso frequente di dispositivi elettronici come computer portatili o telefoni cellulari. Questo termine è relativamente nuovo, ma già comune nella nostra società. Il problema è frequente negli studi chiropratici».

Di per sé, dunque, parliamo di un forte torcicollo. Quindi non di una novità assoluta. Ma è evidente, ribadisce ChiroSuisse, che i dolori nella parte alta del corpo sono aumentati negli ultimi anni. «Con l’uso eccessivo degli schermi e, soprattutto, con il controllo continuo di e-mail e social media sui dispositivi mobili, il problema è diventato ancora più grave».

Siamo stati in grado di determinare che la tensione nella zona del collo aumentava in molti pazienti durante la pandemia e in particolare in fasi di home office

Il ruolo del lockdown

Dicevamo della pandemia. Negli ultimi due anni, il coronavirus ha condizionato la vita (e il lavoro) di milioni e milioni di persone. Nel mondo e, di riflesso, anche in Svizzera. Durante la prima ondata, in particolare, ci siamo ritrovati dall’oggi al domani chiusi in casa. Con pochissime possibilità e ancora meno sfoghi a disposizione. Tanti di noi, per forza di cose, hanno trovato rifugio negli smartphone.

«Uno studio rivela che i problemi alla schiena e al collo sono i disturbi più comuni trattati dai chiropratici svizzeri» chiarisce ChiroSuisse. «È stato rilevato che il dolore al collo è il secondo motivo più comune per cui ci si rivolge a un chiropratico». Detto ciò, l’associazione non è in grado di stabilire un nesso fra torcicollo e uso eccessivo di smartphone o, quantomeno, non ha potuto fare una stima in merito. «Siamo stati però in grado di determinare che la tensione nella zona del collo aumentava in molti pazienti durante la pandemia e in particolare in fasi di home office».

Il nostro corpo, conclude ChiroSuisse, è cambiato proprio a causa dei telefonini. «In che modo? Pensiamo alla postura ingobbita, dovuta appunto alla consultazione permanente di dispositivi mobili».

Gli altri problemi

Il torcicollo o tech neck non è il solo guaio legato all’uso smodato degli smartphone. Pensiamo al pollice da telefonino, una vera e propria forma di artrosi del dito causata da movimenti «anomali» o non naturali. Movimenti che eseguiamo, spesso in maniera compulsiva, quando messaggiamo con i nostri contatti. Quanto alla luce emessa dai dispositivi, che può interferire con la produzione di melatonina e quindi con un sonno regolare, le aziende produttrici da tempo hanno implementato la possibilità di regolarla introducendo la «modalità notturna».

La soluzione? Fare esercizio, in particolare per il torcicollo. O, ancora, usare il telefono in modo più ergonomico, ad esempio evitando di piegare la testa ogni volta che dobbiamo controllare una notifica. Meglio sarebbe non usarlo del tutto, lo smartphone. Ma qui entreremmo in un discorso filosofico (e carico di moralismo) che preferiremmo evitare.

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