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Chiesa di Negrentino

La chiesetta di Negrentino, in origine dedicata a Sant’Ambrogio (oggi a San Carlo), è tra le più notevoli del Ticino. La sua posizione incantevole, l’architettura romanica e la ricca decorazione pittorica la rendono unica. Situata tra i prati, a 850 metri di altezza, isolata e affacciata sul pendio che si apre su un vasto panorama, questa testimonianza del romanico ticinese e lombardo conserva intatto il suo fascino nel tempo.
Giò Rezzonico
Carla Rezzonico
Giò RezzonicoeCarla Rezzonico
01.01.2022 12:00

 

 

La graziosa chiesetta si raggiunge in pochi minuti a piedi da Leontica, attraversando una moderna passerella posata per rendere agevole l’accesso a questo importante monumento. Le chiavi per visitare il luogo di culto vanno ritirate nei ristoranti di Acquarossa (Ristorante Stazione, Valsole, Rubino).

L’edificio, sorto nell’XI secolo e citato per la prima volta nel 1224, si trova sull'antica via di transito del passo del Nara che collega due valli: Blenio e Leventina. Il campanile, staccato dal corpo principale, risale probabilmente al secolo successivo.

La decorazione pittorica ricopre quasi tutte le pareti interne ed è riconducibile a tre epoche distinte. Alla chiesa originaria dovrebbe risalire lo straordinario affresco situato nella controfacciata dell’abside maggiore: rappresenta Cristo, al centro di un gioco di cerchi concentrici simboleggianti l’universo, che reca una corona di spine; dietro di lui gli strumenti della Passione (lancia e bastone); ai lati gli Apostoli. Al di sopra, una greca interrotta da due agnelli e un animale marino; al di sotto un tralcio. Una composizione molto singolare, che viene interpretata sia come una raffigurazione della Resurrezione, sia come un’Ascensione o un Giudizio universale. I colori sono di tonalità delicate. Prevalgono il verde acqua, l’ocra e il rosso mattone. Nel complesso si tratta di un affresco notevolissimo, nel quale si coglie l’influenza bizantina. Di datazione incerta (1010-1100) ma sicuramente tra i più antichi del Ticino, viene accostato dagli studiosi alla grande pittura romanica dell’Italia del nord.

Sono invece opera dei Seregnesi, frescanti attivi in Ticino e nei Grigioni dopo la metà del Quattrocento, gli altri dipinti della parte più antica. Nell’abside maggiore si trovano i temi classici delle chiese medievali: il Cristo in mandorla, i quattro Evangelisti, gli Apostoli; nella zona inferiore, un velario sotto il quale si cela la decorazione originaria, come suggerisce la testa di drago riemersa; ai lati i santi Stefano e Caterina. Nel sottarco sono dipinti re e profeti; nell’arco trionfale l’Annunciazione. Nella parete settentrionale si trovano dipinti votivi, tra cui sant’Ambrogio, una Madonna in trono, una seconda Madonna tra sant’Antonio abate e san Bernardino, una Crocifissione.

Un’altra feconda bottega lavorò a Negrentino: attorno al 1510 Antonio da Tradate e i suoi aiutanti affrescarono l’abside minore e le pareti della seconda navata. Il filo conduttore dei dipinti dell’abside è la Vita della Vergine, sviluppata attorno all'affresco centrale raffigurante l’Incoronazione di Maria. Negli archi divisori si trova l’Assunzione della Vergine, cui assistono gli Apostoli e angeli musicanti; nei sottarchi profeti e sant’Antonio Abate.

Sulla controfacciata è dipinta la scena del miracolo di Parabiago: sant’Ambrogio a cavallo appare ai Milanesi nel corso della battaglia (1339) per sostenerli. Ai lati sono raffigurati i santi Gervasio e Protasio, due fratelli martiri dei primi secoli del cristianesimo. Nella parete a sud si trovano altri dipinti votivi. 

  

  

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