Inchiesta

Famiglie a tavola: cosa mangiano, dove comperano e quanto pagano

Serve ingegno per riempire dispensa, frigo e congelatore ogni mese senza andare in rosso – Ecco tre eloquenti testimonianze
24.03.2022 10:00

Mai come negli ultimi due anni ci siamo abituati a consumare tutti i pasti a casa. Dalla colazione al pranzo, dalla merenda alla cena. Anche il più restio alla cucina casalinga, che solitamente se ne sta sempre in giro per ristoranti e pizzerie con amici, parenti e colleghi di lavoro, s’è ritrovato seduto attorno al tavolo di casa. La pandemia ha, in sostanza, riunito le famiglie che una società sempre più frenetica, con mamma e papà spesso lontani da casa per lavoro e i figli a mangiare in mensa, aveva allontanato. Il che, dicono gli esperti, potrebbe aver aiutato a divulgare buone abitudini a tavola. A mangiare meglio, in sostanza, più sano, a prendersi il tempo di cucinare e a ricorrere meno spesso ai pasti già pronti o a quelli che basta qualche minuto nel microonde e via. Tutto ciò, aspetto non trascurabile, ha ovviamente pure permesso di risparmiare. Anche se per riempire la dispensa, il frigorifero e il congelatore se ne vanno tra i 700 e i 900 franchi al mese. Lo confermano le tre famiglie che abbiamo interpellato e coinvolto in questa sorta di mini sondaggio per capire cosa mettono in tavola e quanto spendono; quali prodotti comperano, dove, e cosa ne fanno degli avanzi.

Una «maga»

Si definisce una maga nel riutilizzare il cibo che rimane nella pentola o nel piatto. Dionisia Santin, 53 anni, originaria di Capo Verde, da una vita in Ticino, sposata e mamma di due figlie, di 20 e 12 anni. «Provengo da un Paese dove c’è tanta fame, sono cresciuta con dodici fratelli e anche se sono figlia di un commerciante, mio padre aveva un negozio di alimentari e a casa nostra il cibo non mancava mai, ci è stato insegnato a mai buttare il cibo. Sarebbe un insulto alle tante persone che fanno fatica a dar da mangiare ai propri cari». Concetto che ha insegnato anche alle due figlie, oltre alla passione per la cucina. «Io sto ai fornelli da quando avevo 13 anni, mi piace e sono brava. Cucino di tutto, faccio il pane e la pasta in casa. Inoltre sono abilissima nel risparmiare, nel comperare dove è più conveniente pur guardando alla qualità. Il chilometro zero per me non è un problema. Frequento i contadini e da loro spendo pure meno. Le faccio un esempio: l’insalata che compero dal contadino e che pago 1 franco a cespo, al supermercato costa il triplo». Insomma, qualità e risparmio possono benissimo andare a braccetto. Se poi di tanto in tanto arriva qualche aiutino... «Per fortuna d’estate per la frutta e la verdura non spendo niente - riprende Dionisia -; mio suocero, che abita appena al di là della frontiera, ha un orto enorme e ci rifornisce di tutto: dai cachi ai pomodori, dai peperoni all’uva. Tutto buonissimo. E poi, più chilometro zero di così!».

Verdura e frutta non mancano mai

Verdura e frutta non mancano nemmeno in casa di Peter Namiania, 37 anni, di Cadempino, sposato, due figli, di 5 e 1 anno e mezzo, che prima di trasferirsi in Ticino, dove ha trovato l’amore, ha lavorato in Piemonte e lì si è innamorato della pasta, della bagna caùda e della carne alla griglia. Anche se di tanto in tanto si diletta ancora a cucinare i «suoi» piatti. Abile anche lui nel riutilizzare i ‘resti’, soprattutto con la zuppa «multiculturale», così la definisce. A base di fagioli, patate, spinaci, mais e pezzi di carne. «Nel limite del possibile la verdura la comperiamo sempre fresca, anche perché io e mia moglie ci divertiamo a pulirla, tagliarla e cucinarla con i bambini. A volte andiamo anche al mercato, ma non troppo spesso perché è piuttosto caro». Già, il budget familiare deve quadrare a fine mese. Bisogna fare attenzione. «Il grosso della spesa lo facciamo sempre al supermercato, guardiamo le offerte, i prodotti più convenienti. Ma sempre senza rinunciare alla qualità, ci mancherebbe, con due figli piccoli! Ogni tanto, poi, qualche sfizio ce lo concediamo, qualcosa di prelibato che costa un po’ di più, ma chi se ne importa».

Lo sfizio

Sfizio che ci scappa pure in casa Zuppa. «Un paio di volte al mese una bella costata di manzo - dice Naomi, 43 anni, un marito e due figli, di 13 e 11 anni -. Altrimenti si va di hamburger o pollo. Pure noi comperiamo tanta verdura, vogliamo mangiare sano. Niente cibi in scatola o già pronti. A me cucinare piace. Una volta, ora un po’ meno spesso, facevo sempre il pane e la pasta in casa. Ma lavorando ti resta poco tempo. Sono però contenta di essermi presa del tempo per i miei figli quando erano piccoli, sia per la prima che per la seconda gravidanza ho avuto la fortuna di poter restare a casa e fare la mamma full time». Cucinare, riutilizzare gli avanzi e sapere dove comperare è sicuramente un trucco per risparmiare. Sebbene una famiglia per riempire dispensa, frigorifero e congelatore spenda parecchie centinaia di franchi. «Non meno di 700», conferma Peter Namiania; «Tra i 700 e gli 800 franchi», dice Naomi. «Anche qualcosa in più, dipende dai mesi e dalle offerte che si trovano», aggiunge Dionisia.

Mangiare senza sprecare è importante. Così come insegnare ai figli l’attenzione all’ambiente, acquistando nel limite del possibile alimenti senza imballaggio per non peggiorare ulteriormente la situazione climatica. Secondo gli esperti di tendenze alimentare sarà questa una delle esigenze delle famiglie nel prossimo decennio.

Educare i più giovani

Rendere attenti i ragazzi sin da piccoli alla questione ambientale e alle sfide legate ai consumi alimentari è compito anche della scuola. L’Ess, Educazione allo sviluppo sostenibile, promuove una rete di competenze con l’ausilio di schede che vanno dall’agricoltura in Svizzera al cambiamento climatico e alimentazione; dai rifiuti all’industria agroalimentare mondiale, alla pubblicità e marketing attorno all’alimentazione. Un’attività sviluppata inizialmente dalle associazioni belghe Quinoa e Rencontre des Continents, con il nome Gioco del gomitolo, il cui obiettivo è quello di illustrare le interdipendenze e spingere a riflettere sulle tematiche legate all’alimentazione. I principi pedagogici propri dell’Ess si ritrovano negli obiettivi dell’attività. E cioè (si legge sul sito), «incoraggiare il pensiero sistemico e il cambio di prospettiva, considerare le diverse dimensioni di un problema, evidenziandone le implicazioni concrete nella vita dei ragazzi, adottare una visione a lungo termine e immaginare degli scenari futuri, intavolare una riflessione partecipativa sui valori, le modalità di pensiero e di contenuti collegati soprattutto alla società, all’ambiente, all’economia, alla politica, alla salute e alle sfide globali».

La responsabilità

Qualsiasi famiglia responsabile non può evitare di parlare di ambiente, inquinamento, gas serra ai propri figli. «Mio marito è sensibilissimo a questi temi, figuriamoci se non affrontiamo il tema con i nostri ragazzi - osserva Naomi -. Tanto per cominciare, evitiamo nel limite del possibile di comperare prodotti o tutto ciò che serve in casa se esageratamente imballato. Chessò, plastica, carta, cartone, corda o chissà quale altro materiale». Anche in casa di Peter l’ambiente si rispetta. «Cerchiamo di insegnarlo ai nostri figli soprattutto con l’esempio. In questo modo dovrebbero crescere più attenti e rispettosi per ciò che la Terra ci ha messo a disposizione». Lo stesso in casa di Dionisia, che dà un consiglio per evitare di ritrovarsi con gli avanzi in cucina e, anche, per risparmiare un po’: «Il trucco per consumare il giusto è soprattutto saper fare i corretti abbinamenti. E poi, ad esempio, al posto della carne perché non mangiare i fagioli? E ancora, la pasta, il risotto, le patate... ecco, sono tutti alimenti preziosi e molto versatili. Ottimi anche da mettere in tavola il giorno dopo. Al posto della carne, che noi mangiamo al massimo un paio di volte la settimana, c’è il pollo. Sapete quanti piatti si possono fare con il pollo?». E vien proprio voglia di fare un salto a casa di Dionisia che mentre parla con il cronista è in cucina con la figlia più piccola e sta sfornando una pagnotta profumatissima. «Durante il lock-down ci siamo divertite tantissimo. Cucinavamo e facevamo dei video. Purtroppo, il rovescio della medaglia è che abbiamo tutti messo su qualche chilo. Ma come evitarlo? Io stavo in cucina dalla mattina alla sera, e poi facevo la pasta, e la pizza, e le focacce... Per non dire dei dolci. Ma a me piace così, io sono contenta. E poi lo dico sempre: cucinare è un gesto d’amore nei confronti della tua famiglia. E questo l’hanno imparato anche le mie ragazze».

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