TREKKING & PANORAMI / Escursioni

Foroglio e Val Calnegia

Il Ticino è ricco di cascate e la più spettacolare è quella di Foroglio in Val Bavona, in cima alla Vallemaggia. L’acqua precipita fragorosamente da un’altezza di 110 metri tra spume e spruzzi in uno scenario naturale davvero suggestivo. Molto pittoresco anche il villaggio con le case che si stringono attorno alla chiesetta e ricordano la vita di generazioni passate che praticavano la transumanza e abitavano la Bavona solo dalla primavera all’autunno. 
L'itinerario che proponiamo permette di vivere fino in fondo questo spettacolo della natura.
Giò Rezzonico
Carla Rezzonico
Giò RezzonicoeCarla Rezzonico
01.01.2022 12:00

 

 

 

 

L'itinerario

Il percorso, che richiede circa 2 ore di cammino non molto impegnativo, si snoda tra dirupi, pietraie, macigni e minuscole cascine in sasso con pochi magri prati intorno. Un paesaggio segnato dalla natura: ghiacciai, fiumi, alluvioni e frane l’hanno fortemente plasmato.

I contadini di Bignasco e Cavergno nella bella stagione si trasferivano in Val Bavona, sfruttavano ogni ciuffo d’erba e salivano anche in Val Calnegia, che si apre proprio sopra Foroglio. Le testimonianze della loro attività sono numerose e toccanti: ogni anfratto, ogni macigno serviva da riparo per gli uomini, le bestie, il formaggio, il fieno e la legna. Il lavoro dell’uomo e le sue costruzioni si sono mirabilmente armonizzate con il mondo minerale e quello vegetale, un po’ adattandosi, un po’ addomesticandoli. Sono questi i luoghi dello scrittore Plinio Martini, tra i cittadini più illustri della Val Bavona, autore del romanzo «Il fondo del sacco», che racconta mirabilmente la vita contadina di un tempo.

Si parte da Foroglio, al cospetto della magnifica cascata, che si può risalire lungo un ripido sentiero. Raggiunto il pianoro sopra la cascata, s’incontra un primo maggengo, Puntid, dove è d’obbligo una deviazione (circa 20 minuti tra andata e ritorno) che porta a un’impressionante costruzione sotto la roccia – la «Splüia Bela» – un antico riparo per pastori e capre. Tornati a Puntid si attraversa il bel ponticello e si prosegue sul fondovalle pianeggiante (circa 3 km) tra pareti rocciose ripidissime. Sul percorso si può fare un'altra deviazione segnalata che porta a Gerra, un bellissimo maggengo. Ripreso il sentiero principale in breve si giunge a Calnegia, ultimo nucleo prima della ripida salita verso gli alpi, riservata a escursionisti esperti ed equipaggiati. Si rientra quindi a Foroglio seguendo lo stesso percorso.

Attenzione: in Val Calnegia i cellulari non funzionano.

  

Il villaggio di Foroglio

Ritornati ai piedi della cascata, vale la pena ammirarla dai tavoli in sasso dell'Osteria Froda, gestita da un intellettuale, Martino Giovanettina (autore del bel libro tascabile «Una guida alla terra e allo spirito di Foroglio», dove, per dirla con Marco Müller (ex direttore dei festival del cinema di Locarno e di Venezia) «si può respirare davvero un’altra vita, guardare la cascata e mangiare un minestrone o una polenta col formaggio di un tipo di cui in città hanno perso la ricetta».

Dopo essersi rifocillati, non si manchi la visita del grazioso villaggio con le sue case raccolte attorno alla chiesetta quattrocentesca, dove si possono ammirare un trittico di scuola germanica del 1553 e un quadro di fine Settecento proveniente da Roma, che illustra la «Presentazione della Vergine al Tempio».

Nel nucleo, accanto alle tipiche abitazioni in pietra, si notano anche alcune torbe: «edifici con funzione di granaio – spiega lo storico Bruno Donati – e costituiti da un basamento in pietra con sostegni a forma di fungo sui quali poggia la parte superiore in legno. Sono costruzioni antiche che rimandano alla coltivazione della segale, messa a essiccare sui ballatoi e conservata nella cella granaria».

In questo articolo: