Stella Li, la donna più importante nel mondo dei motori: «Dalla Svizzera il futuro elettrico di BYD»

Trent’anni fa, Stella Li varcava per la prima volta le porte di BYD, allora una giovane impresa cinese da appena 20 dipendenti, specializzata nella produzione di batterie. Oggi, dopo aver fondato e guidato le sedi internazionali dell’azienda in America, Europa e Asia, è la vicepresidente esecutiva del gruppo e tra le figure più influenti dell’industria automobilistica globale. Sotto la sua direzione, BYD ha venduto oltre 7 milioni di veicoli elettrificati e si è affermata come il primo costruttore al mondo per numero di NEV (New Energy Vehicles), superando Tesla nel 2023. Un risultato che, per Li, non è solo industriale: è strategico, culturale e ambientale.
Nel 2024 ha assunto la guida del mercato europeo, e la Svizzera è diventata subito un banco di prova prioritario. «Perché la Svizzera? Perché è difficile. Ed è proprio per questo che è importante», spiega. «Qui i clienti sono informati, esigenti, sensibili alla sostenibilità. Non si fanno conquistare solo dal prezzo o dal design. Serve sostanza. Se convinci la Svizzera, puoi convincere l’Europa».

Il debutto è avvenuto nei primi mesi del 2025 con l’apertura di showroom a Zurigo, l’allestimento di Pop-up Store a Cadenazzo e a Savosa, la collaborazione con Automotive Suisse Bellinzona e una roadmap precisa: entro fine anno, BYD prevede di raggiungere almeno 15 partner commerciali per una copertura di circa 40 a 50 punti vendita. «A Locarno abbiamo già avviato trattative per una nuova sede. In Ticino ci interessa crescere in modo capillare, includendo anche le regioni meno centrali. Il nostro modello non è quello della filiale impositiva, ma della collaborazione con chi conosce bene il territorio».
Il piano, tuttavia, non si limita alla vendita. «La vera sfida è creare un ecosistema – continua Li –. Significa formare squadre locali con competenze internazionali, garantire un servizio post-vendita efficiente, costruire una rete di infrastrutture per la ricarica ultrarapida, con l’obiettivo di offrire 400 km di autonomia in 5 minuti, e valutare partnership anche con fornitori svizzeri». In parallelo, BYD sta lavorando a una piattaforma europea per l’adattamento intelligente dei servizi sulla base dei dati di mobilità locali.

La gamma disponibile copre ogni segmento: dalla compatta DOLPHIN SURF , che ha appena superato il milione di unità vendute, alla berlina sportiva SEAL, al SUV SEALION7, fino all’ibrida plug-in SEAL U DM-i. Tutti i modelli BYD condividono un approccio tecnologico avanzato: batterie Blade prodotte internamente, piattaforme digitali proprietarie, guida intelligente, comandi vocali, infotainment con schermo rotante e sistemi di parcheggio autonomo. «L’auto non è più un oggetto. È un servizio, un ambiente abitabile, un’estensione digitale della nostra quotidianità».
«Grazie all’integrazione verticale possiamo offrire prezzi accessibili e standard qualitativi elevati – prosegue Li –. La nostra esperienza con la produzione elettronica, da Motorola a Nokia, ci ha insegnato a coniugare volumi, precisione e controllo. Produciamo in casa oltre il 70% dei componenti dei nostri veicoli, compresi software, motori e batterie».
Nel frattempo, la nuova fabbrica di Szeged, in Ungheria, sarà operativa entro la fine del 2025. A regime, potrà produrre fino a 150.000 veicoli l’anno, generando migliaia di posti di lavoro e diventando il primo impianto di produzione completo di BYD in Europa. «Non è una reazione ai dazi. È una scelta di lungo periodo», chiarisce. «Abbiamo pianificato la localizzazione ben prima che si parlasse di tariffe punitive. I dazi creano incertezza e rallentano la transizione energetica. Ma la nostra presenza industriale in Europa serve a costruire fiducia, radicare competenze, accelerare i tempi di consegna e contribuire allo sviluppo economico del continente». In prospettiva, anche l’approvvigionamento energetico sarà parte integrante della filiera, con progetti che includono fotovoltaico, accumulo e riciclo delle batterie.

Qualche mese fa Stella Li è stata eletta World Car Person of the Year, prima donna e prima dirigente cinese a ricevere il riconoscimento. «È un onore, ma soprattutto un segnale», commenta. «La leadership non ha genere: ha obiettivi, visione, responsabilità. Spero che il mio percorso possa incoraggiare altre donne a entrare e guidare settori ancora troppo maschili. Non si tratta di quote, ma di competenze e opportunità».
In precedenza era stata inclusa nella lista Time100 Climate, accanto a figure come Al Gore, Christiana Figueres e Greta Thunberg. «Essere considerata tra le voci del cambiamento climatico conferma che la mobilità è una leva decisiva per il futuro. E che serve una leadership nuova, più inclusiva, più consapevole. Se vogliamo affrontare davvero la transizione ecologica, dobbiamo cambiare anche i volti di chi prende le decisioni».
«Amo il lavoro di squadra – prosegue -. Quando costruisci una rete da zero, devi formare, motivare, spiegare. Non basta distribuire slide: serve uno storytelling che sia credibile, semplice e vero». È il modello che ha applicato negli Stati Uniti, dove ha aperto la prima fabbrica BYD fuori dalla Cina, e ora anche in Europa, con l’obiettivo dichiarato di “pensare globale ma agire locale”.

A breve, l’arrivo del sub-brand Denza arricchirà l’offerta con modelli di fascia alta, in particolare SUV e berline a trazione integrale pensate per mercati come la Svizzera, dove l’inverno e la topografia richiedono performance superiori. «Stiamo già lavorando alle prime campagne di comunicazione – anticipa – e stiamo selezionando partner distributivi con una forte attenzione alla clientela premium. Denza è un marchio elegante e tecnologico, perfetto per chi cerca prestazioni, stile e affidabilità. Il nostro obiettivo è lanciare il brand entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo. La neve sarà un alleato perfetto».
Nel frattempo, il lavoro prosegue su più fronti. Nuovi modelli, nuove fabbriche, nuovi accordi con le università per sviluppare software di bordo e sistemi predittivi di manutenzione. Alla domanda su dove sarà BYD tra un anno, Stella Li preferisce restare pragmatica: «Saremo dove ci porterà il lavoro fatto bene. Non tutto dipende da noi, ma la parte che ci compete vogliamo giocarla con competenza, rigore e velocità».