Sei un osso duro?

L?osteoporosi, la malattia che rende fragili le ossa del nostro corpo e le predisponealle fratture, rappresenta una sfida per la medicina contemporanea a causa delprogressivo invecchiamento della popolazione: tuttavia, già ora è possibile faremolto in termini di cura e soprattutto di prevenzione e diagnosi precoce. Per saperne di più, la Clinica Luganese e il Corriere del Ticino hanno organizzato unaconferenza pubblica che si terrà mercoledì 13 marzo alle ore 18.00 presso l?auditorium dell?Università della Svizzera Italiana a Lugano.
? Mercoledì 13 marzo 2013, ore 18.00Auditorio, Università della Svizzera Italiana, Via Giuseppe Buffi 13, LuganoOSTEOPOROSI, CADUTE, FRATTUREPrevenzione, cura e riabilitazione RELATORI
Professor Serge Ferrari, Professore Associato presso la Facoltà di Medicina, Università di Ginevra Dipartimento di Riabilitazione e Geriatria – Servizio malattie ossee e Responsabile programma CHEOPS, Ospedale Universitario di GinevraDottor Charles Freuler, Specialista FMH Chirurgia ortopedica e Traumatologiaapparato locomotore, Servizio di ortopedia, Clinica LuganeseDottor William Pertoldi, Specialista FMH in Medicina interna e Geriatria, Centro Multidisciplinare di Geriatria, Clinica Luganese
Direttor Filippo Tami, Servizio Autoambulanze Croce Verde Lugano
Dottor Franco Tanzi, Specialista FMH in Medicina interna e Geriatria, Responsabile Centro Multidisciplinare di Geriatria, Clinica Luganese
Moderatore: Sergio Sciancalepore, Redazione Corriere del TicinoA seguire domande del pubblico, discussione e aperitivo. Entrata libera
Con l?invecchiamento della popolazione, si rende sempre più urgente affrontare il problema delle malattie degenerative e, tra queste, l?osteoporosi ha un peso rilevante non solo per le conseguenze di tipo personale per chi ne è colpito ma anche per quelle sociali ed economiche in generale. È vero che le malattie degenerative legate all?età, per la loro stessa natura, non possono essere evitate e che non ci sono medicine per guarirle, però già da ora è possibile fare parecchio per rallentarne il decorso attraverso la diagnosi precoce, la prevenzione ed una serie di interventi che non sono solo medici o farmacologici ma che riguardano il modo in cui viviamo, non solo da anziani, ma anche da giovani e da adulti maturi.L?osteoporosi è una malattia degenerativa che si innesta, per così dire, su un processo normale del periodo della maturità e dell?invecchiamento, quello della perdita di compattezza e quindi di solidità dello scheletro, che comporta un aumentato rischio di fratture, evento che può avere conseguenze anche molto invalidanti e persino mortali. Contrastare l?invecchiamento delle ossa è però possibile e non si devono fare cose complicate o molto costose e faticose: basta curare l?alimentazione, fare attività fisica in modo piacevole (anche ballare aiuta a contrastare l?osteoporosi e il rischio di cadute, e ci si diverte pure), sottoporsi a qualche semplice accertamento medico. Bisogna però cominciare a metterle in pratica per tempo, quando si è ancora giovani e perseverare quando si incomincia da andare in là con gli anni: e non si fa del bene solo alle nostre ossa, ne beneficeranno anche il cuore, il cervello e anche il nostro modo di vivere.COME È FATTO UN OSSOUn osso, a prima vista, sembra un oggetto "inanimato". Diversamente dalla pelle, dalle mucose, dai muscoli, dal sangue che hanno un?attività di rinnovamento delle cellule e delle altre strutture che le compongono - basti pensare ai milioni cellule della pelle che perdiamo ogni giorno e che sono rimpiazzate da cellule nuove - l?osso sembra una struttura "stabile". Sembra. Anche se la sua attività di rinnovamento e di adeguamento alla struttura e alle funzioni del corpo è più lenta rispetto agli altri organi e tessuti, anche l?osso ha una sua vita biologica: basti pensare a come sostituisce la cartilagine con tessuto osseo nel corso dello sviluppo del neonato, come crescono le ossa durante l?accrescimento del corpo. Anche dopo l?età dello sviluppo, l?osso ha un?incessante attività, per esempio di rinnovamento: ogni anno, il 10-20% delle strutture ossee viene rinnovato, demolendo l?osso più vecchio e sostituendolo con osso di nuova formazione. Schematicamente, il tessuto che forma le ossa è costituito principalmente da minerali, calcio e fosforo cristallizzati sotto forma di fosfato di calcio. Questa componente può essere paragonata al cemento che forma le strutture di cemento armato.Come una forma di cemento armato, anche l?osso, ha i suoi tondini di metallo, l?armatura sulla quale il fosfato di calcio si deposita formando un tutt?uno con l?armatura. I tondini dell?osso sono formati da proteine, in gran parte collagene, disposte secondo una certa direzione allo scopo di rendere l?osso resistente a sollecitazioni, specie quelle verticali, gravitarie. Questa struttura non solo è resistente, ma è anche elastica, in grado di attutire e di assorbire l?energia di urti anche notevoli: proprio come il cemento armato che è anche elastico.Per la costruzione e la manutenzione delle ossa, ci sono alcuni tipi di cellule:- gli osteoclasti, che distruggono l?osso da rinnovare (riassorbimento dell?osso) con un meccanismo di tipo chimico e permettono agli osteoblasti di depositare osso nuovo- gli osteoblasti, il cui compito è di fabbricare e depositare la parte proteica e minerale dell?osso, il "cemento" (deposizione dell?osso)- gli osteociti, sono cellule "immerse" nell?osso e svolgono una importante funzione di controllo e collegamento con osteoblasti e osteoclasti.La particolarità degli osteociti è quella di essere come dei "sensori" delle forze che agiscono sulle ossa, sostanzialmente la forza di gravità e la forza dei muscoli che sono inseriti (tramite i tendini) sulle ossa, attraverso le parti estreme del muscolo stesso. Se l?osso è sollecitato da queste forze, gli osteociti se ne accorgono e mandano dei segnali agli osteoblasti e osteoclasti che rimodellano l?osso: per esempio, se un osso (femore o tibia) è sollecitato particolarmente dalla gravità le cellule dell?osso provvedono ad irrobustirlo; se è sollecitato dalla forza muscolare (es. il bicipite del braccio) si irrobustiscono i punti di inserzione dei tendini sulle ossa di braccio e avambraccio.Come tutti i tessuti viventi, anche l?osso contiene acqua (pochissima), arterie, vene, capillari, e fibre nervose per la sensibilità.
IL RIMODELLAMENTO DELL'OSSOOsteoblasti e osteoclasti lavorano in sinergia, cioè in modo che quando l?osteoclasta ha distrutto l?osso vecchio, subito l?osteoblasta è pronto a sostituirlo con osso nuovo: un mirabile lavoro di squadra!Questa sinergia è fondamentale non solo nel periodo di accrescimento o modellamento dell?osso (quando si cresce in altezza e forma) ma anche nel successivo lavoro di rimodellamento delle ossa che dura per tutta la vita.Il modellamento é tipico della fase di accrescimento di un individuo e porta alla formazione delle ossa definitive, adulte: il rimodellamento possiamo definirlo come la "manutenzione" dell?osso e il suo adattamento a particolari situazioni - come detto prima - e anche in caso di frattura, quando l?azione di modellamento/rimodellamento porta alla formazione del callo osseo e alla saldatura della frattura (si veda lo schema di rimodellamento).Quando questo sistema di riassorbimento/deposizione si inceppa, l?osso perde la sua compattezza, si altera e diventa fragile: ecco l?osteoporosi.Come abbiamo detto, il processo di rimodellamento dell?osso dura per tutta la vita ma accadono degli eventi che portano, nel corso degli anni ad una specie di inceppamento del lavoro coordinato di riassorbimento/deposizione del tessuto osseo: ad un certo punto, si verifica uno squilibrio che comporta un prevalere del riassorbimento dell?osso rispetto alla deposizione. Il risultato è che l?osso diventa meno robusto perché la massa minerale si riduce, inoltre questo fenomeno porta anche cambiamenti nella struttura delle ossa e anche nella qualità dell?osso che tende a perdere l?elasticità che, come abbiamo visto, fondamentale per attutire gli urti meccanici. La prima fase di indebolimento strutturale dell?osso si chiama osteopenia che, se non viene corretta o contrastata, è l?anticamera dell?osteoporosi. Il fenomeno non dà generalmente sintomi, non si avvertono dolori particolare se ci sono vengono percepiti e confusi con quelli di una malattia frequente nell?anziano, l?artrite. Classicamente, ci si accorge della situazione di osteoporosi quando si ha una frattura, di quelle che, con un osso normale, non si verificherebbero: si inciampa mentre si cammina, si cade per terra e ci si frattura un braccio, una gamba, un polso. Molte persone quindi arrivano ad avere l?osteoporosi senza accorgersene: una donna di 70 anni può aver perso già un terzo della massa ossea minerale, una situazione piuttosto critica. Per questo motivo, dopo i 50 anni, specialmente le donne in menopausa, farebbero bene a chiedere al medico (se già non è stato proposto) di fare una mineralometria ossea per accertare lo stato di salute delle ossa.QUALI MECCANISMI PORTANO ALL'OSTEOPOROSI?I meccanismi del rimodellamento dell?osso sono molto complessi e non ancora del tutto ben noti. Sono infatti implicate molte sostanze chimiche - ormoni, messaggeri chimici - che cercano di mantenere il delicato equilibrio tra l?attività degli osteoclasti demolitori dell?osso e degli osteoblasti costruttori dell?osso. C?è comunque da notare che la deposizione di osso nuovo è un processo meno veloce della demolizione e quindi se, per esempio, non c?è calcio a sufficienza questo squilibrio viene accentuato.
LA MENOPAUSAUno dei fattori più noti in grado di accelerare l?osteoporosi è la menopausa sia essa naturale o precoce, come quella determinata dall?asportazione chirurgica delle ovaie. Oggi sappiamo che gli estrogeni hanno un?azione diretta sulle cellule dell?osso, in particolare sugli osteoblasti: con la menopausa, l?azione "protettrice" degli estrogeni sull?osso viene a mancare, accentuando così il naturale processo di indebolimento dell?osso che si verifica con l?età. CHI RISCHIA DI PIÙ E PERCHÈCome molte malattie (per es. l?infarto) anche l?osteoporosi è il risultato di più cause, alcune delle quali non ancora note. Per questo motivo, è importante identificare i fattori di rischio per l?osteoporosi, cioè quelle caratteristiche individuali e quei comportamenti che aumentano la probabilità di avere la malattia. Ci sono fattori di rischio che non è possibile evitare (ma non è detto che non si possa far nulla!), altri che possiamo evitare o controllare.L?ETÀUn primo fattore di rischio è l?età. Come abbiamo detto, andando in là con gli anni si tende a perdere la massa ossea e questo vale sia per le donne (nelle quali la velocità della perdita è accentuata dalla menopausa, specie se è precoce e da una maggiore sopravvivenza rispetto ai maschi) ma anche per gli uomini nei quali la perdita è meno veloce ma è pur sempre presente.IL SESSOAltro fattore di rischio è il sesso. Le donne sono più svantaggiate per il motivo ricordato sopra e anche perchè la massa ossea femminile è minore rispetto a quella maschile.Chi ha una costituzione fisica minuta (o è alto e magro) ha più rischio nel periodo dell?invecchiamento perché ha una minore massa ossea: tuttavia, anche chi è minuto può far molto per compensare questo svantaggio, con la dieta e l?attività fisica.I PRECEDENTI FAMIGLIARIContano anche i precedenti in famiglia: se i genitori o i nonni hanno avuto fratture da osteoporosi, i discendenti tenderanno ad essere più a rischio rispetto a chi non ha questi precedenti. Anche in questo caso, tuttavia, è possibile compensare questo svantaggio.LA DIETAUn importantissimo fattore di rischio è costituito da una dieta povera di calcio e questo vale non solo per chi è nella maturità o nella vecchiaia ma anche per bambini, adolescenti, giovani. La massa ossea massima (precisamente, massa minerale ossea massima) si raggiunge tra i venti e i trenta anni e costituisce la "riserva" per il resto della vita: se è raggiunta, sarà il nostro capitale per il futuro. E? un po? come il conto in banca. Se risparmiamo sin da giovani e continuiamo a versare sul conto, arrivati alla vecchiaia avremo un bel gruzzolo e anche se questo capitale è stato progressivamente eroso da spese impreviste: se è consistente, le perdite non saranno drammatiche e non si rischia di diventare poveri. Per il calcio è la stessa cosa, occorre farne una buona riserva sin da piccoli e da giovani: andando in là con gli anni ne perderemo, inevitabilmente, ma se lo abbiamo accumulato in buona quantità e continuiamo ad assumerlo le perdite non ci esporranno a rischio eccessivo, permettendoci di giungere alla maturità e alla vecchia con ossa ancora valide. Se la perdita di calcio e della massa ossea è eccessiva, non sempre è possibile reintegrarla completamente e quindi si rischia di avere un osso indebolito (osteopenia) che facilmente andrà incontro alla osteoporosi. Quindi, sin da giovani (e anche dopo!) alimentazione adeguata e attività fisica.L?eccesso di proteine espone al rischio di osteoporosi. Le carni contengono molto fosforo e il fosforo non solo contrasta l?assorbimento intestinale del calcio ma contribuisce a rendere acido il sangue e l?organismo "tampona" l?eccesso di acidità anche usando il calcio che preleva dalle ossa (lo scheletro è il deposito più importante di calcio che abbiamo), sottraendolo quindi all?uso per la mineralizzazione delle ossa.Non esagerare quindi con il consumo di carne, anche per il pesce va bene due o tre volte la settimana.Chi usa lassativi di frequente non ha un corretto assorbimento del calcio, quindi mai abusarne!Attenzione a non esagerare con le fibre (es. la crusca) e con i cibi integrali, anche questi alimenti contrastano l?assorbimento del calcio a livello dell?intestino.GLI ECCESSIAnche l?eccesso di fumo, alcol e caffeina danneggia il tessuto osseo e favorisce l?osteoporosi: le donne che fumano hanno la menopausa anticipata di un paio d?anni rispetto a quelle che non fumano.ALTRE MALATTIEAlcune malattie espongono al rischio di osteoporosi. Tra le principali: la celiachia, la colite ulcerosa, il morbo di Crohn, l?artrite reumatoide e il lupus eritematoso, l?insufficienza renale, l?anoressia nervosa. Chi ha queste malattie deve discutere col proprio medico che provvedimenti adottare per contrastare il rischio di osteoporosi.LA CONDIZIONE FISICAGli astronauti che passano lunghi periodi in condizioni di assenza di gravità sono a rischio di osteoporosi: questa è una prova evidente che le ossa hanno bisogno di essere "caricate", cioè di essere sottoposte al lavoro per il quale sono state "progettate" dalla Natura. Se le ossa sono sollecitate, soprattutto dalla forza di gravità e dal funzionamento dei muscoli, si rafforzano: quindi esercizio fisico adeguato alla forza e all?età. Ottimo il camminare di buon passo per una mezz?ora al giorno, salire e scendere le scale: per chi vuole anche la palestra, ma non è tassativa! Attenzioni particolari vanno dedicate a chi, per vari motivi, è costretto all?immobilità prolungata, per esempio a letto o seduto.I FARMACIAttenti ai farmaci. Non nel senso che bisogna evitarli, ma nel senso che vanno presi solo quando serve e seguendo le indicazioni e i consigli medici. Tra i farmaci più utilizzati e che favoriscono l?osteoporosi se assunti per lunghi periodi o abitualmente, ci sono il cortisone e farmaci simili: anche in questo caso, seguire le indicazioni del medico per contrastare il rischio di osteoporosi.