«Gli auricolari dannosi? Dipende da come li usiamo»
Ormai anche i cavi bianchi penzolanti per ascoltare la musica sono un accessorio quasi del tutto estinto, sostituiti dagli auricolari senza fili. Che sia per l’ascolto di brani in bus, oppure per questioni lavorative, tutti, e in particolare i più giovani, utilizziamo spesso auricolari o cuffie. L’idea che i primi possano danneggiare maggiormente l’udito, rispetto alle seconde, è diffusa. Si crede, infatti, che trovandosi queste più vicine al timpano possano causare problemi maggiori. Si sentono però opinioni contrastanti al riguardo. C’è chi sostiene addirittura che delle «cuffie sicure non esistono». Ma come stanno veramente le cose? Il dottor Renato Piantanida, primario di otorinolaringoiatria presso l’Ospedale Regionale di Lugano (EOC), chiarisce la questione.
Il vero problema non riguarda gli auricolari
«Non esistono dimostrazioni scientifiche a sostegno del fatto che gli auricolari siano più pericolosi rispetto a delle tradizionali cuffie - spiega il medico al CdT -. Anzi, trovandosi più vicini al timpano, sono molto simili a delle protesi acustiche, progettate appositamente per portare un vantaggio al paziente. Inoltre, fare un paragone fra quale tipo di cuffia sia più sicura non ha molto valore in medicina; si dovrebbe piuttosto pensare a quale apparecchio sia meno dannoso».
Come proteggersi?
In questo caso, però, non sono le cuffie o gli auricolari il vero problema. La questione da risolvere, infatti, non riguarda il tipo di strumento utilizzato per ascoltare la musica. «Sono altri i fattori da considerare - continua il dottor Piantanida -. Bisogna agire sull’intensità del suono e sul tempo di utilizzo. Questi sono i parametri su cui puntare per prevenire eventuali danni». Ma come agire concretamente? Gli ambienti che frequentiamo ci spingono spesso ad ascoltare la musica sullo smartphone con il volume al massimo. Dovremmo essere più consapevoli. «È necessario rendersi conto che 120 decibel corrispondono al rumore di un aereo in partenza oppure al suono percepito dalle prime file di un concerto rock. Generalmente, invece, nell’ambiente quotidiano, i decibel percepiti sono tra 50 e 60. Quindi, gli 85 segnalati come "troppo alti" dal cellulare sono già particolarmente elevati».
C’entra anche il tempo di utilizzo
«Quello a cui è necessario prestare attenzione dal punto di vista dell’esposizione al rumore - prosegue -, sono in particolare i suoni improvvisi ad alta intensità. Attivare l’impostazione per ridurre la potenza del volume, sicuramente può essere di aiuto. Inoltre, nel caso in cui il filtro di riduzione del suono non sia stato attivato, consiglio di non utilizzare cuffie e auricolari per un tempo superiore ai 45 minuti. Utilizzare un apparecchio che si autoregoli e che impedisca di alzare l’intensità del suono oltre ad una determinata soglia potrebbe essere utile. Purtroppo, quest’opzione non esiste ancora, ma su quasi tutti gli smartphone è presente la possibilità di limitare il volume. Perciò, è importante che i genitori si assicurino che i figli, che spesso sono i maggiori fruitori di questo servizio, prendano delle precauzioni in proposito» consiglia il primario di otorinolaringoiatria.
«Non è lo strumento il problema, ma l’uso che ne facciamo»
Un’abitudine, quella di legarsi alla musica del proprio cellulare, a cui tutti sembriamo aver ceduto. «Soprattutto negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un utilizzo continuativo sempre maggiore di questi apparecchi. A lungo termine potrebbero comportare dei problemi per l’udito», prosegue il dottor Piantanida, sottolineando la speranza di tornare a vedere le persone assaporare i suoni della natura e di ciò che ci circonda. «È ancora troppo presto per parlare di statistiche per chi utilizza con moderazione cuffie e auricolari. Questo perché solo nell’ultimo decennio il loro utilizzo è aumentato esponenzialmente. Perciò, i dati disponibili per rilevare il pericolo non sono ancora significativi. Al contrario, le persone che sono a stretto contatto con questi apparecchi, spesso per motivi lavorativi fino a 8 ore al giorno e ad alta intensità, sono sicuramente a rischio» spiega Piantanida. «Un impiego consapevole di cuffie e auricolari è possibile. Non è lo strumento il problema - conclude -, ma l’uso che ne facciamo».