Il punto

Perché Elon Musk sembra avercela con Sam Altman?

Un post su X dell'eccentrico miliardario riporta alla luce vecchie ruggini e antichi rancori – E dire che i due, un tempo, lavoravano assieme allo sviluppo dell'intelligenza artificiale
©AP
Red. Online
22.11.2023 23:59

Elon Musk ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa? Possibile. Di sicuro, l'eccentrico miliardario non ha impiegato molto – in piena tempesta – ad aggiungere nuovi, caotici elementi alla crisi di OpenAI, cominciata la scorsa settimana con il licenziamento a sorpresa dell'amministratore delegato Sam Altman. In un post pubblicato su X, ieri, Musk ha cercato di accendere i riflettori su una lettera anonima che accusava Altman di vari comportamenti scorretti.

Il link condiviso da Musk rimandava a una copia della lettera su GitHub, un servizio di hosting per lo sviluppo di software come spiega Wired, rimossa poco meno di un'ora dopo la pubblicazione del post da parte dell'imprenditore. Wired, in seguito, ha contattato il profilo GitHub responsabile della pubblicazione della lettera, tramite un indirizzo e-mail riportato sull'account. La persona che ha risposto ha spiegato di aver visto la lettera, per la prima volta, su Hacker News e di aver semplicemente copiato e ripubblicato il testo dall'originale, trovato invece su Board.net. La stessa persona ha precisato di aver tolto la lettera da GitHub per preservare la propria privacy. «Non ho idea della veridicità di nessuno dei contenuti» ha aggiunto. Un'email inviata da Wired a un indirizzo citato nella lettera, invece, non ha ricevuto risposta.

Musk, dal canto suo, nel post ha scritto:«Mi sembrano dei timori su cui vale la pena indagare». La lettera anonima, indirizzata al consiglio di amministrazione di OpenAI, sarebbe stata scritta da ex dipendenti preoccupati. Wired, tuttavia, non ha potuto verificare l'autenticità delle affermazioni fatte nel documento. Altman, riassumendo al massimo, è stato licenziato a sorpresa venerdì scorso dal board di OpenAI per ragioni tuttora poco chiare. Si è parlato, in linea generale, di mancanza di fiducia nei suoi confronti. Nei giorni successivi, è successo tutto e il contrario di tutto: un primo tentativo, da parte del consiglio, di tornare sui propri passi e reintegrare Altman; il passaggio a Microsoft proprio di Altman, per gestire un team di ricerca sull'intelligenza artificiale, con la nomina di un nuovo amministratore delegato da parte di OpenAI, ovvero Emmet Shear; la rivolta interna dei dipendenti (e di alcuni dirigenti) della start-up responsabile di ChatGPT, al grido «se Altman non ritorna ce ne andiamo tutti a Microsoft», che – per inciso – è il principale partner e investitore di OpenAI; il ritorno, dopo il nullaosta da parte di Microsoft, di Sam Altman alla guida di OpenAI, come annunciato dalla stessa azienda.

La lettera anonima, rilanciata da Musk, contiene accuse contro Altman e Greg Brockman, pure lui co-fondatore di OpenAI. «Durante il nostro periodo in OpenAI, abbiamo assistito a un inquietante schema di inganni e manipolazioni da parte di Sam Altman e Greg Brockman, alimentato dalla loro insaziabile ricerca per raggiungere l'intelligenza artificiale generale (AGI)», si può leggere nel documento. Da notare che pure Musk, a suo tempo, è stato accusato di atteggiamenti simili, se non uguali, in molte delle sue attività, da Tesla a SpaceX passando per Neuralink.

Nella lettera, ancora, il consiglio di amministrazione di OpenAI viene invitato a estendere l'indagine sulle presunte scorrettezze di Altman. Al riguardo, martedì il New York Times ha parlato di attriti fra Altman e un membro del board a causa di una ricerca, invero piuttosto critica, scritta da quest'ultimo.

Al di là della lettera, l'impressione è che Musk abbia cercato di attirare l'attenzione sulle accuse, vere o presunte, riportate nel documento per vendicarsi di vecchie ruggini con Altman. Un tempo soci, giova ricordare infatti che Musk figura fra i fondatori di OpenAI, i due si sono lentamente ma inesorabilmente allontanati. Quest'anno, sono entrati in aperta competizione dopo che Musk ha lanciato una nuova società di intelligenza artificiale, xAI. E dopo che, via X, ha pubblicizzato a più riprese la sua versione di intelligenza artificiale, Grok.

Musk, nel 2015, aveva stanziato qualcosa come 100 milioni di dollari per finanziare OpenAI. Di più, aveva convinto Ilya Sutskever – il membro del consiglio di amministrazione che prima ha guidato la fronda contro Altman e poi, pentito, ha lavorato per farlo ritornare – a lasciare Google per assumere il ruolo di capo della ricereca. Con il tempo, però, il rapporto fra Musk e Altman è peggiorato. Fino a sfasciarsi del tutto. All'inizio del 2018, mentre il lavoro di OpenAI che avrebbe poi portato a ChatGPT stava prendendo forma e slancio, Musk ha tentato con una mossa di assumere il controllo della società. Di fronte al secco no di Altman e altre persone, l'imprenditore ha infine deciso di lasciare l'azienda e abbandonare il progetto. Teorizzando, nel suo discorso di addio, che la società sarebbe fallita. Una teoria smentita dai fatti, il valore di OpenAI si aggira sui 90 miliardi di dollari, ma che gli ultimi giorni hanno paradossalmente rilanciato, visto il caos generatosi.