Portogallo

Dalla punta sud a Porto

Questo itinerario propone una varietà di scenari fantastici. L’oceano con le sue maestose onde, spiagge sterminate, conventi dall’arte essenziale (Batalha e Alcobaça), armoniosi paesaggi di campagna, la Valle del Douro, dove si coltivano le uve del vino Porto, villaggi medievali con le mura ancora intatte. Lungo la frontiera con la Spagna, le affascinanti città di Coimbra e Porto.
Giò Rezzonico
01.10.2004 12:00

Itinerario

(ottobre 2004)

  • 1° giorno Ticino – Lisbona – Ponta de Sagres (320 km)
  • 2° giorno Ponta de Sagres
  • 3° giorno Ponta de Sagres – Praia da Rocha – Portimão – Mértola – Serpa – Beja (220 km)
  • 4° giorno Beja – Monsaraz – Évora (170 km)
  • 5° giorno Évora – Marvão – Almourol – Tomar (280 km)
  • 6° giorno Tomar – Fátima – Batalha – Alcobaça (70 km)
  • 7° giorno Alcobaça – Nazaré – Óbidos (40 km)
  • 8° giorno Óbidos – Coimbra – Buçaco (140 km)
  • 9° giorno Buçaco – Viseu – Lamego – Pinhão – Sabrosa – Vila Real – Porto (240 km)
  • 10° giorno Porto
  • 11° giorno Porto – Ticino

 

Durata del viaggio: 11 giorni

Operatore turistico: Organizzato in proprio

  

   

   

   

Amo il Portogallo perché «non è stato devastato – come direbbe Pasolini, dall’omologazione e spero che continui a restare così». Ad affermarlo è Antonio Tabucchi, autore di numerosi romanzi ambientati in questo paese (tra i più noti «Requiem» e «Sostiene Pereira»), che apprezza «perché ha mantenuto la sua autenticità e non ha perduto le sue tradizioni». E poi il Portogallo – osserva ancora Tabucchi «con l’Umanesimo e soprattutto con le scoperte geografiche, ha portato il mondo in Europa». 

È un Paese dove vi troverete a vostro agio. La gente è tranquilla, ospitale. La cucina è povera ma gustosa e ha saputo sposare i sapori e gli aromi che venivano dall’Africa e dall’Oriente e che ricordano il passato imperiale di questa piccola terra abitata da 10 milioni di cittadini. «Dal punto di vista gastronomico – osserva ancora Tabucchi, profondo conoscitore di questa terra – il Portogallo ha una varietà regionale molto rilevante: un po’ come l’Italia. È una cucina povera che ha saputo sposare i sapori e gli aromi che venivano dall’Africa e dall’Oriente». Su un territorio lungo poco più di 800 chilometri (tale è la distanza dalle coste dell’Algarve alla frontiera nord con la Spagna) e largo poco meno di 200 (dalla costa atlantica al confine est con la Spagna) potete trovare una varietà incredibile di punti di interesse.

 

Il nostro itinerario

L’itinerario lusitano da percorrere in automobile che vi proponiamo oggi è discosto dai luoghi maggiormente turistici del Portogallo (Algarve e Lisbona), sebbene lambisce questi territori, senza però inoltrarvisi. Si estende in buona parte lungo la frontiera con la Spagna e si sviluppa soprattutto nell’Alentejo, la regione rurale in cui lo scrittore italiano Antonio Tabucchi ha ambientato il suo romanzo «Requiem» (Feltrinelli, Milano 1992) «L’Alentejo mi piace – dichiara Tabucchi in un’intervista – perché è poco abitato, ci sono le grandi distese e città bellissime come Évora, Estremoz e Beja. Ci vado sempre – continua – ma non vorrei che adesso ci andassero tutti». 

Il Portogallo che vi proponiamo è quindi un po’ discosto, ma questo viaggio vi sorprenderà per la sua incredibile varietà. Ogni giorno sarete colpiti da uno spettacolo diverso. La vostra attenzione e la vostra curiosità saranno quindi continuamente sollecitate e vi faranno dimenticare i problemi di tutti i giorni. L’Oceano con le sue maestose onde che si infrangono su spiagge sterminate vi affascinerà. L’arte essenziale degli straordinari conventi di Batalha e Alcobaça solleciteranno la vostra componente mistica. I paesaggi armoniosi dell’Alentejo e della Valle del Douro, dove si coltivano le uve del vino Porto, vi ispireranno un senso di pace e di tranquillità. Immersi in questi scenari rurali scoprirete alcuni villaggi medievali fortificati con le mura ancora intatte, dove avrete l’impressone che il tempo si sia fermato. A contrastare con questa quiete e a ricordarvi i tempi moderni in cui viviamo ci penserà il traffico delle affascinanti città di Coimbra e Porto. 

L’itinerario vi porterà inoltre di notte in notte nelle cosiddette «Pousadas», una catena alberghiera statale istituita mezzo secolo fa sul modello dei «Paradores» spagnoli. Si tratta di alberghi a volte splendidi e ricavati da edifici storici. Vi sembrerà di dormire in un museo…! In particolare, nell’itinerario proposto, a Beja, Évora e Óbidos. I prezzi sono abbordabili. La cucina, di ottima levatura, vi propone i piatti tipici regionali.

Non mi rimane che augurarvi buon viaggio e suggerirvi le varie tappe di questo variegato itinerario con una punta di invidia, perché per voi sarà ancora una scoperta!

 

Qui finiva la terra

Il nostro viaggio inizia dalla punta più sud-occidentale d’Europa, dove anticamente si pensava che la terra finisse. Un luogo considerato sacro in tutti i tempi, tanto che i romani lo definirono appunto «Promontorium Sacrum». Cabo de São Vicente domina l’Oceano da un’altezza di 75 metri di falesie. Il luogo è suggestivo (soprattutto con la luce del tramonto) non solo per la maestosità della natura, ma anche perché a Ponta de Sagres Enrico il Navigatore, re del Portogallo nel XV secolo, creò una scuola che avrebbe rivoluzionato le tecniche di navigazione. Fu in quel luogo che vennero creati i presupposti per le grandi scoperte geografiche, che hanno portato «il mondo in Europa», come osserva Antonio Tabucchi. Alla scuola di Sagres furono chiamati astronomi arabi, cartografi di Maiorca e rinomati marinai dell’epoca. Grazie al perfezionamento dell’astrolabio e del quadrante si inaugura l’era della navigazione astronomica. La cartografia fa passi da gigante. Viene realizzato un nuovo tipo di nave: la caravella, un veliero capiente, veloce e dal peso ridotto. Di quegli storici edifici non rimane nulla, perché furono distrutti nel XVI secolo dai corsari. La punta è oggi occupata da una fortezza, dove è piacevole passeggiare.

La Ponta de Sagres, paradiso dei surfisti, è poco sviluppata turisticamente perché molto ventilata. Le spiagge più rinomate dell’Algarve si trovano in direzione della Spagna. Vi consiglio di visitarne una: Praia da Rocha, in prossimità di Portimão, 50 chilometri ad est di Sagres. Si tratta di una spiaggia meravigliosa e dalla quale non si vede l’incredibile sviluppo edilizio del luogo. Soprattutto fuori stagione non lasciatevi scappare l’occasione di fare una passeggiata lungo il mare, partendo dal Mirador e camminando a piedi scalzi sulla sabbia verso ovest. Il luogo è cosparso di faraglioni nel mare e sulla spiaggia, che nell’ora del tramonto si colorano di rosso ocra. 

 

Villaggi montani tra dolci colline

Lasciamo il mare per addentrarci nell’entroterra lungo la frontiera spagnola in una armoniosa regione di campagna. Tra dolci colline e immensi campi coltivati scopriremo alcuni villaggi fortificati, dove avrete l’impressione di ripiombare nel medioevo.

La prima scoperta è Mértola. Austere mura nascondono il biancore immacolato delle case del nucleo storico disposte su quattro vie longitudinali. Passeggiando per le stradine respirerete un’atmosfera araba, sopravvissuta al passato come la graziosa moschea trasformata in chiesa: dietro all’altare scoprirete l’antico mihrab. Questa spettacolare cittadina sembra lontana da tutto e da tutti. 

A una cinquantina di chilometri, sulla cima di una collina, anch’essa completamente cinta da mura e dominata dai resti del castello duecentesco, incontrerete Serpa. Dopo aver sorseggiato una bibita nella scenografica Praça da Republica, proseguite per Beja, dove vi attenderà una delle più belle «Pousadas» del Portogallo, ospitata in un monastero del XIII secolo. 

Il mattino seguente ripartirete per Évora, ma allungherete il tragitto per visitare un altro incantevole villaggio: Monsaraz. Un altro pittoresco borgo fortificato, situato in una posizione strategica al confine con la Spagna. Tutta la vita del villaggio si affaccia su Rua Direita, con antiche case del Sei e Settecento imbiancate a calce, con le facciate provviste di scale esterne e con balconi ornati di inferriate in ferro battuto. 

Monsaraz è persino troppo bello, restaurato e ben conservato. Tanto da perdere parte del suo fascino. In questo splendido paesino non si sente più pulsare la vita. Caratteristica che invece non manca a Marvão, che visiteremo il giorno seguente dopo aver apprezzato Évora. Marvão è forse il più affascinante di tutti questi borghi medievali, proprio perché non ha perso la sua autenticità. È costruito su uno sperone di roccia, pure al confine con la Spagna e nel Medioevo era praticamente inespugnabile

 

Tra eremi e alberi centenari

Si conciliano bene con il misticismo di Batalha e Alcobaça le sterminate spiagge oceaniche a nord del grazioso villaggio di Nazaré. Recatevi al faro, dove una ripida scala in ferro vi porterà sugli scogli. Rimarrete stregati da quel luogo, dove le onde imperiose dell’Oceano si infrangono provocando spruzzi alti decine di metri e accanto, nella vicina spiaggia di sabbia, lasciano una schiuma bianca, che dura pochi secondi, ma si perpetua all’infinito.

In una mezz’oretta di auto dal quel luogo idilliaco potrete raggiungere un altro splendido villaggio medievale fortificato, dove vi trasformerete in castellani per una notte dormendo nell’indimenticabile Pousada do Castelo a Óbidos. Durante il giorno il villaggio è invaso dai turisti, ma la sera vi apparterrà e vi affascinerà. Un altro appuntamento di grande fascino con la natura sarà, dopo la visita di Coimbra, il mistico parco forestale di Buçaco. A scoprire questo luogo idilliaco furono i benedettini nel VI secolo, quando vi edificarono un eremo. Nel 1628 i Carmelitani Scalzi costruirono un monastero e recintarono l’immensa proprietà (105 ettari) innalzando un lungo muro di cinta. I religiosi dapprima e l’amministrazione reale in seguito vi piantarono nuove specie di piante. Oggi trovate 400 specie locali e 300 esotiche. Nell’immenso bosco potete camminare per ore incontrando eremi e seguendo la suggestiva Via Crucis. Sono indicati vari itinerari. Non perdete quello idilliaco che passa dalla Vale dos fetos e dalla Fonte Fria. Se ve lo potete permettere concedetevi anche una piccola follia trascorrendo una notte nel lussuoso Palace Hotel. L’albergo è stato ricavato da un padiglione di caccia edificato alla fine dell’800 da re Carlo. La costruzione, ispirata a noti monumenti antichi, è di cattivo gusto, ma molto suggestiva.

Per raggiungere Porto vi consiglio di passare dalla Valle del Douro, dove si coltivano le uve con le quali si produce il vino Porto. Se avete tempo perdetevi tra quei vigneti seguendo stradine di campagna. Il vostro spirito sarà appagato da quegli splendidi paesaggi, che mi hanno ricordato così tanto la regione del Chianti in Toscana. 

Prima di arrivare tra i vigneti sostate brevemente a Viseu, cittadina moderna ed animata con un piccolissimo centro storico. Bella la piazza della cattedrale. Curiosi i dipinti di due autori del luogo, che si trovano nel locale museo accanto alla cattedrale. Queste opere, di cui i portoghesi vanno molto orgogliosi, non hanno però molto da spartire con le grandezze dei maestri ispiratori. Prima di arrivare a Porto merita una sosta, a Vila Real, il Solar de Mateus: un maniero del XVIII secolo, pregevole opera barocca di un architetto italiano. L’immagine di questo edificio è riprodotta sul piacevole vino rosé Mateus, esportato in tutto il mondo.

 

Cattedrali ricamate fuori e sobrie all’interno

Évora è una città d’arte delle più importanti del Portogallo. Simpatica e graziosa, offre alcuni monumenti di grande pregio, anche se non ha il fascino dei villaggi appena descritti. Potrete alloggiare in un’altra splendida «Pousada» ricavata da un convento del Seicento. Per visitare la città ci vorrà almeno mezza giornata.

Del suo ricco passato ha conservato numerose testimonianze. Del fiorente periodo romano propone un tempio probabilmente dedicato a Diana, molto ben conservato in pieno centro. L’impronta moresca delle sue pittoresche viuzze ricorda cinque secoli di dominazione musulmana (715-1165). Il suo massimo splendore lo raggiunge nel XV e XVI secolo, quando diventa capitale di elezione dei monarchi portoghesi e una schiera di artisti e studiosi accompagna la corte. A testimoniare questo periodo rimangono eleganti chiese e palazzi, tra cui la dimora del leggendario navigatore Vasco da Gama. Se non siete eccessivamente impressionabili visitate la Capela dos Ossos ospitata nella Chiesa di San Francesco. All’entrata vi accoglie la scritta: «Noi, ossa di questi luoghi, attendiamo le vostre». Ed in effetti i muri e le colonne della cappella sono rivestiti con le ossa e i teschi di 5000 persone. Idea stravagante di un frate francescano del Cinquecento…! Ma il monumento più importante di Évora è la sua austera cattedrale, che presenta elementi romanici, ma fu terminata nel periodo gotico. Un monumento che ci introduce a due altri appuntamenti fondamentali di questo nostro itinerario: i monasteri di Batalha e Alcobaça.

La quattrocentesca abbazia domenicana di Batalha è un capolavoro dell’architettura gotica portoghese, famosa per i suoi elementi manuelini (stile lusitano di transizione dal gotico al rinascimento). 

Colpisce il contrasto tra gli esterni, con le guglie che sembrano ricamate, e la sobrietà degli interni dalle volte vertiginosamente alte. Sobrietà e religiosità trovano invece un perfetto equilibrio nel sorprendente chiostro reale. 

Il monastero cistercense di Alcobaça è invece stato costruito tra la metà del 1100 e la metà del 1200. Edificio medievale famoso anch’esso per la sobrietà delle sue linee. Qui non c’è spazio per leziosità di nessun genere, che ritroviamo invece nel Convento di Cristo a Tomar, dove una famosa finestra della facciata ovest è considerata il capolavoro dello stile manuelino in Portogallo.

Queste testimonianze di fede interiorizzata contrastano con un approccio alla fede molto più estroverso, che si percepisce invece a Fatima, uno dei più rinomati luoghi di culto moderni: sulla piazza antistante la basilica osserverete fedeli che percorrono il tragitto in ginocchio. Una religiosità che non mi piace, ma che rispetto.

 

Le città di Coimbra e Porto

Nella trafficata e caotica Coimbra, che fu capitale del Portogallo prima di Lisbona, gli edifici di maggiore interesse sono quelli dell’antica università, che nel Cinquecento fu uno dei principali centri umanistici d’Europa. Vi affascineranno i fasti della biblioteca, della cappella e della sala per le cerimonie. Ancora oggi Coimbra ospita 20 mila studenti, che incontrerete avvolti nelle loro cappe nere. Sotto l’università visiterete anche l’austera cattedrale romanica per poi scendere nella parte bassa della città vecchia con i suoi negozi disposti lungo viuzze animate. 

Porto ha la fama di essere industriosa, cupa ed austera. È invece una città simpatica e ospitale. È famosa nel mondo per il suo vino, che fu anticamente scoperto dagli inglesi. Il centro storico è piccolo e lo si visita agevolmente a piedi. Il luogo più romantico e affascinante si trova lungo il fiume Douro a ridosso del famoso ponte ottocentesco Dom Luís I, simbolo della città. La riva di cui parliamo si chiama Cais da Ribeira. Ospita variopinte case antiche, proiettate in altezza a strapiombo sul lungo fiume animato da un mercatino. Di fronte, sull’altra riva del Douro, inanellate una all’altra le cantine del prestigioso vino (varrà la pena di visitarne almeno una). Risalendo il fiume, in pochi minuti vi troverete davanti alla Chiesa di San Francesco, dove gotico e barocco si scontrano o si incontrano a seconda dei gusti. Certo che lo sfarzo degli interni barocchi è in contrasto con lo spirito di povertà dell’ordine francescano a cui appartiene questo straordinario monumento. Se amate il barocco non mancate nemmeno gli interni della chiesetta di Santa Chiara. Da San Francesco tornate verso Cais da Ribeira e salite attraverso anguste e pittoresche stradine verso la cattedrale. Dopo ciò che avrete visto a Batalha e Alcobaça non vi affascinerà però più di tanto.

Se amate il liberty non perdetevi, al numero 144 di Rua das Carmelitas, gli interni della Libreria Lello e Irmão, situata accanto alla Chiesa dei Chierici, dalla cui torre (225 scalini) si gode una meravigliosa vista. Interessante anche la stazione liberty di São Bento accanto alla centralissima Praça da Liberdade.

Se invece amate l’architettura moderna visitate le opere di Álvaro Siza Vieira, che attraverso il suo lavoro si oppose a Salazar. 

 

 

Per saperne di più

  • Portogallo, La guida verde Michelin, 2013
  • Spagna e Portogallo, La Guida rossa Michelin, 2013
  • Portogallo, Clup Guide, 1996
  • Portogallo, Le guide Mondadori, 2018
  • Portogallo, Lonely Planet, 2020
  • Portogallo, Touring Club Italiano, 2018

 

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