Una terra unica tra storia, cultura e natura
Itinerario
(giugno 2017)
- 1° giorno Ticino – Sirmione (240 km)
- 2° giorno Sirmione – Peschiera del Garda – Salò – Gardone Riviera – Sirmione (40 km)
- 3° giorno Sirmione – Gardone Riviera – Gargnano – Limone sul Garda – Riva del Garda (40 km)
- 4° giorno Riva del Garda – Malcesine – Monte Baldo – Garda (50 km)
- 5° giorno Garda – Bardolino – Valeggio sul Mincio – Ticino (280 km)
Durata del viaggio: 5 giorni
Operatore turistico: Organizzato in proprio
«Quanto vorrei che i miei amici fossero per un attimo accanto a me e potessero godere della vista che mi sta dinnanzi. Stasera avrei potuto raggiungere Verona, ma mi sarei lasciato sfuggire una meraviglia della natura, uno spettacolo incantevole, il lago di Garda: non ho voluto perderlo e sono stato magnificamente ricompensato di tale devozione». Così si esprimeva nel 1787 il grande scrittore, poeta e drammaturgo tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) durante una visita al lago di Garda nel corso del suo «Grand Tour» in Italia. Scrittori e poeti di ogni tempo, da Catullo a Goethe, da Kafka a Mann, da Gide a D’Annunzio, hanno amato il grande lago e il suo territorio, i pittoreschi borghi, il clima piacevole, l’atmosfera di serenità. È questa una meta turistica a noi vicina ma poco frequentata dai ticinesi, forse perché erroneamente considerata troppo simile ai nostri paesaggi. Una breve vacanza sulle tre sponde di questo lago – quella lombarda, quella veneta e quella trentina – si rivela non solo piacevole e rilassante, ma anche di grande interesse per i suoi risvolti storici e culturali. Il giro del lago richiede alcuni giorni e spesso viene rallentato da un forte traffico. Ragione per cui proponiamo di iniziare da Sirmione e quindi di spostarsi sulla sponda lombarda per soggiornare a Gardone Riviera, da dove è comodo visitare la sponda ovest e raggiungere in traghetto quella orientale per evitare di incolonnarsi nel traffico.
La Sirmione di Catullo
Una rocca difensiva trecentesca con torri e mura merlate interamente circondata dall’acqua accoglie i visitatori all’entrata del centro storico quasi completamente pedonalizzato di Sirmione. Le pittoresche vie della città medievale sono affollate da turisti provenienti soprattutto dal nord. Due vie – una su cui si affacciano una miriade di negozietti e una in riva al lago – conducono in fondo alla stretta penisola su cui si estende la città. Laggiù, in un luogo magico su uno sperone roccioso a picco sul lago, circondate da uno storico uliveto, si trovano le vestigia di un’immensa villa romana (lunga 240 metri e larga 105), costruita in età augustea, cioè tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del primo d.C. L’ingresso principale era a sud verso la terraferma e dava accesso al piano superiore residenziale, dotato anche di un settore termale. Allo stesso livello si sviluppavano pure loggiati e terrazze fino al belvedere proteso sull’acqua. Il settore centrale era invece occupato da un grande spazio aperto rettangolare, dove si trovava il giardino, circondato sui lati da un porticato dove si poteva passeggiare nelle ore calde o in caso di cattivo tempo. Un sistema di rampe e di scale consentiva di scendere ai piani inferiori e di accedere alla spiaggia sulla punta della penisola.
Un piccolo museo espone materiali di scavo e un grande plastico di come la villa si presentava ai tempi dei Romani. Il poeta Catullo non abitò mai qui, ma in un luogo più modesto. La tradizione gli dedicò però questo sito (Grotte di Catullo) per aver cantato nelle sue poesie l’amore per questa terra: «Con qual gioia e felicità ti rivedo/Sirmione, gioiello delle penisole e delle isole,/fra tutte quelle che il duplice Nettuno accoglie nei/chiari laghi e nei vasti mari»…
Da Sirmione a Salò
Lasciamo Sirmione per dirigerci verso Salò. Lungo il percorso incontriamo Peschiera del Garda con il suo centro medievale raccolto attorno al porticciolo vecchio cinto da antichi edifici dall’aspetto veneziano. Questo borgo, aspramente conteso tra bresciani e veronesi, conobbe il suo periodo migliore sotto il governo veneziano. Nel Quattrocento era sede di un fiorentissimo mercato settimanale dei cereali, nel corso del quale venivano stabiliti i prezzi delle granaglie validi non solo per il Veneto, ma pure per le Romagne e in parte per la Germania.
Da Peschiera del Garda la statale non corre più lungo le rive del lago, ma attraversa una zona agricola (Valtenesi), dove si coltivano soprattutto vigna e ulivi. Si riguadagna il lago in prossimità di Salò, una cittadina ricca si storia. Nel Trecento fu capoluogo della riviera bresciana e sede del consiglio della Magnifica Patria, che comprendeva i centri rivieraschi e quelli dell’entroterra. Dal 1943 al 1945 ospitò alcuni ministeri del governo fascista della cosiddetta Repubblica Sociale Italiana, altrimenti definita di Salò. Il nucleo storico più antico si sviluppa attorno all’importante duomo cinquecentesco. Il lungolago è stato in gran parte ricostruito dopo il terremoto del 1901. Poco sopra, parallela al lago, la Via Butturini, un’arteria pedonale ricca di negozi dove è piacevole passeggiare. Ancora più su scorre la strada carrozzabile dove è facile trovare parcheggio. Strette viuzze perpendicolari collegano le tre arterie parallele e conducono in riva al lago.
Il Vittoriale di D’Annunzio
Solo 3 chilometri separano Salò da Gardone Riviera, il comune dove all’inizio del Novecento nacque il turismo sul lago di Garda. La strada che collega i due centri è un susseguirsi di ville, alberghi e parchi. La grande attrazione di Gardone, in collina, è il cosiddetto Vittoriale degli Italiani, dove Gabriele D’Annunzio visse dal 1921 al 1938. Visitando il Vittoriale (si calcoli almeno mezza giornata) ci si può fare un’idea di questo contraddittorio personaggio di spicco della cultura italiana a cavallo tra Otto e Novecento. Intellettuale poliedrico, cupo e decadente, fu scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota. Tutta la sua vita fu costruita su un’ambigua e inscindibile dimensione di pubblico e privato. Al Vittoriale si possono toccare con mano tutti questi aspetti, iniziando dall’interessante filmato introduttivo. L’abitazione del «Vate», rimasta intatta, è buia e ossessiva, colma all’inverosimile di oggetti, spesso sovraccaricati di valori simbolici. Così come simbolica è la presenza dell’aeroplano SVA, issato sotto la cupola dell’Auditorium, con il quale D’Annunzio volò su Vienna per inondare la capitale austriaca di volantini che annunciavano la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale. Rievocativa pure la rimessa dove si trova il motoscafo MAS 96 che ospitò il Vate quando partecipò alla cosiddetta «Beffa di Buccari » (tre motoscafi italiani silurarono navi austriache ormeggiate nel porto accanto a Fiume), così come la surreale ricostruzione nel bosco della nave «Puglia» donata a D’Annunzio dalla Regia Marina. L’immenso mausoleo che raccoglie le spoglie del Vate alla sommità del parco è invece una testimonianza delle sue manie di grandezza.
Da Salò a Riva del Garda
Da Gardone Riviera si risale verso nord lungo la strada litoranea. Dopo aver attraversato Fasano e Toscolano Maderno si giunge a Gargnano, pittoresco borgo antico affacciato sul porto. In alcune case sono ancora murate le bombe sparate dalle cannoniere austriache durante la guerra del 1866. Poco lontano sorge Villa Feltrinelli, dove abitò Mussolini durante la Repubblica di Salò, ora trasformata in un lussuoso albergo.
Giunti a Tignale vale la pena di abbandonare la litoranea per salire in collina lungo una strada panoramica con viste mozzafiato, per poi ridiscendere a Tremosine sul Garda. La strada che costeggia il lago è scavata nella roccia e conduce velocemente a Limone, graziosa località turistica che sorge in un’insenatura riparata dai venti. Percorrendo il lungolago si raggiunge il pittoresco centro storico pedonale. Sulla collina, qui come altrove, si notano molte limonaie abbandonate o trasformate in case di vacanza.
Pochi chilometri ci separano da Riva del Garda, bella città con una parte moderna immersa nel verde, che va dal palazzo dei congressi alla rocca duecentesca e al nucleo antico di grande pregio, con due accoglienti piazze (Cesare Battisti e Municipio) e alcuni piacevoli vicoli (in particolare via Fiume).
La sponda veneta del lago
Se si alloggia a Gardone, con un comodo traghetto si raggiunge la sponda est del lago, ricca anch’essa di graziosi villaggi che si affacciano sul Garda. Iniziamo da Lazise, bel borgo medievale con un centro storico racchiuso da antiche mura, al quale si accede dalla Porta Nuova. Molto pittoresco il lungolago con le stradine che salgono perpendicolari. Bardolino è invece cinta da verdi colline coltivate a vite che danno origine al suo famoso vino. Il borgo medievale di Garda offre anch’esso un bel lungolago e caratteristiche vie pedonali, ma forse la sua maggiore attrazione consiste nella Punta San Vigilio, un luogo idilliaco in riva al lago che si raggiunge a piedi percorrendo un ampio viale di cipressi. Passando sotto un arco si accede al romantico porticciolo, da cui si scorge l’antica chiesetta di San Vigilio e dove la vista abbraccia l’intero bacino meridionale del lago.
Si riprende la strada in direzione nord, con belle vedute sulla parte superiore del Garda. Di fronte si scorge la dirupata sponda bresciana, da Salò a Gargnano, sovrastata dalle minute frazioni dell’altopiano di Tremosine e dalle creste dentate delle montagne. Davanti si profila il Monte Baldo. Prima di entrare a Malcesine si consiglia di percorrere la strada panoramica (direzione Campiano) che alle pendici del Monte Baldo attraversa l’entroterra agricolo e permette di ammirare dall’alto la struttura urbanistica del borgo con il centro storico ammassato ai piedi del castello, posto su uno sperone roccioso a picco sul lago. Dall’abitato una funivia porta sul Monte Baldo a quota 1780. Nei giorni di bel tempo il panorama sul Garda e, a nord, sui massicci del Brenta e dell’Adamello è fantastico.
Un parco naturalistico tutto da scoprire
Premiato nel 2015 come secondo parco più bello d’Europa, nel 2013 come il migliore d’Italia, nel 2016 per la fioritura più rigogliosa dello stivale e in altri anni per il rispetto dell’ecologia, per la manutenzione, per la didattica, per la cura del verde e per la sezione dedicata alla botanica. È questo l’invidiabile albo d’oro del Parco Giardino Sigurtà a Valeggio sul Mincio in provincia di Verona, che vi consigliamo di visitare sulla via del ritorno, o forse meglio dell’andata. Dista 11 chilometri da Peschiera del Garda e 27 da Sirmione, prima tappa del nostro itinerario. Poche guide turistiche parlano di questo splendido parco naturalistico di 60 ettari, al quale si può dedicare un giorno intero (in ogni caso merita non meno di mezza giornata). La visita prevede tre itinerari – «Da non perdere», «I luoghi della storia» e «Speciale bambini» – ma vale la pena di percorrere tutti i viali passeggiando tra vasti prati, boschi, aiuole in fiore, giardini acquatici. Ci si può spostare a piedi, in bicicletta (ne vengono noleggiate di normali o di elettriche), in trenino (35 minuti) oppure su comode golf cart elettriche fermandosi a piacimento negli angoli più affascinanti.
Durante tutto l’anno si possono ammirare splendidi fiori. Ma il clou lo si raggiunge certamente verso metà marzo quando oltre 1 milione di tulipani di 300 diverse varietà coprono il manto erboso: la più ampia estensione del sud Europa. Prima dei tulipani fioriscono crocus, narcisi, giacinti e muscari. Da metà aprile a metà maggio è la volta di migliaia di esemplari di iris, che colorano il Viale delle Fontanelle e la passeggiata panoramica. Tra le fioriture più celebri, a partire dal mese di maggio vanno segnalate le rose, che sbocciano sui lati di un lunghissimo viale a loro dedicato. Ma anche l’estate è un tripudio di colori con dalie, aster, ortensie, tagetes, zinnie, hibiscus, gigli, ninfee e fiori di loto.
Tra le attrazioni del giardino figurano anche un labirinto con al centro una torre ispirata a quella del Bois de Boulogne di Parigi e con splendido panorama sul parco, una quercia che ha 4 secoli di vita e la cui chioma vanta una circonferenza di 120 metri, un angolo dedicato alle piante terapeutiche, una fattoria con animali domestici concepita per i visitatori più piccoli, un eremo e un castelletto costruiti a fine Settecento da un precedente proprietario.
Interessante la storia di questo lembo di paradiso, i cui albori risalgono al 1407 quando il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l’intera tenuta, che a quel tempo aveva una funzione puramente agricola, e vi costituì al centro un piccolo spazio dedicato all’ozio dei nobili. Nel 1436 la proprietà fu venduta alla famiglia Guarienti, che ampliò la superficie giardino. Nel 1626 la conduzione passò per ben 210 anni alla famiglia Maffei che a fine Seicento trasformò la proprietà in un giardino romantico all’inglese e nell’Ottocento ospitò due imperatori: l’austriaco Francesco Giuseppe I e il francese Napoleone III. Il parco cadde poi in un lento e fatale declino fino a quando nel 1941 il dottor Giuseppe Carlo Sigurtà, proprietario di industrie chimiche, acquistò il parco, lo riportò agli antichi splendori e lo ampliò da 22 a 60 ettari. Ora sono i suoi eredi a proseguire questa importante opera.
Per saperne di più
- Lombardia, Touring Club Italiano (Guida Rossa), Milano 2005
- Veneto, Touring Club Italiano (Guida Rossa), Milano 2005
- Lombardia, Touring Club Italiano (Guida Verde), Milano 2004
- Veneto, Touring Club Italiano (Guida Verde), Milano 2004
- Italia, La Guida Verde Michelin, Milano 2002