Ticinesi in fila per il pieno in Italia
I benzinai italiani, perlomeno quelli poco oltre il confine svizzero, sono sorpresi da un nuovo «turismo del combustibile». Sono molti gli automobilisti ticinesi che, in questi giorni, hanno deciso di varcare le dogane per fare il pieno. Una svolta storica, un fenomeno che non si era mai visto prima. Lo conferma anche Massimo Sassi, presidente della Federazione autonoma italiana benzinai (Confesercenti regione Lombardia): «Fino ad oggi eravamo abituati a vedere il contrario, perché il carburante è sempre stato più economico in Svizzera». Il governo italiano – complice la situazione di difficoltà economica, alimentata anche dalla guerra in Ucraina che ha fatto schizzare verso l'alto il prezzo ai rifornitori – ha deciso una drastica riduzione delle accise, le imposte sui consumi. «Circa 25 centesimi più Iva. Il risultato è stato un calo abbastanza notevole del prezzo».
«È cambiata la direzione»
«È cambiata la direzione. Prima eravamo noi italiani a fare rifornimento in Svizzera», constata Simone Colonna, al servizio in un impianto di benzina di Luino. «Una cosa del genere non si era mai vista prima», gli fa eco Rino Paronzini, gerente di una pompa di benzina con autolavaggio a Marchirolo. «Sì, adesso come adesso ne vedo proprio tantissimi. Già questa mattina, dalle sette, ne ho fatti circa una ventina. E continuano ad arrivare», esclama Francesco Favalli, sempre di Luino. «Inaspettatamente il prezzo italiano è più basso di quello svizzero», racconta Massimo, un altro operatore di Porto Valtravaglia. «Ma qui siamo più lontani e qui ne arrivano decisamente meno rispetto ad altri punti più strategici».
Ecco che arriva un'auto targata Ticino. Mario Sangermani, di Camorino, scende per riempire una tanica: «Ho una casa di vacanza da queste parti e mi serve benzina per il trattore», dice. Secondo lui, il risparmio non è giustificato per una corsa a questo particolare distributore. «Quindici centesimi, circa l'otto per cento... No, non è un gran risparmio. Non si può arrivare apposta. Certo, se sei già qui, già che ci sei lo fai, insomma» conclude, mentre i numeri alla colonnina continuano a girare.
Il giorno del mercato
Già, se ti trovi qui. Sono molti i ticinesi che abbinano una visita al mercato del mercoledì (uno dei più grandi in Europa, con 380 banchi e una lunga tradizione di 400 anni) a un bel pieno del serbatoio. O una capatina da buongustai per il pesce di lago appena pescato, il sabato. Oppure, sempre di sabato, all'autolavaggio. Ora, incluso nel «pacchetto» c'è pure una fermata alla pompa di benzina. Lo spiega bene Simone: «Mercoledì, giorno del mercato, abbiamo avuto un primato di numero di macchine dal Ticino. Una cosa che, in sei anni, non ho mai visto».
Telefonate dalla Svizzera
Anche il collega alla cassa – Francesco, più esperto – non ha un istante di tregua: «Ho 48 anni, nato e cresciuto a Luino ma non ho mai visto svizzeri arrivare qui in Italia per rifornirsi di benzina o gasolio». Il decreto vale fino a fine aprile e gli addetti si interrogano su cosa succederà dopo. «Certo, se mi alzano di nuovo i prezzi vorrà dire che potrò tirare un po' il fiato!».
Simone fa capire che la pressione è forte: «Ci telefonano dalla Svizzera, anche sui numeri privati. Vogliono sapere quando arriva il carburante. Ma noi non lo sappiamo». Perché, soprattutto il fine settimana, la preziosa riserva di idrocarburi è a secco. Completamente prosciugata. «La cisterna deve ritornare lunedì e finché non arriva non possiamo lavorare».


Cisterne a secco
A Mesenzana, anche Alessio conferma come la situazione abbia dello straordinario: «Succede molto spesso di restare a secco». «Ma da un lato siamo anche contenti» gli fa eco Paronzini. «La differenza adesso è tanta: venticinque, trenta-quaranta centesimi al litro. E per noi il rialzo delle vendite è stato molto forte, almeno il doppio». «Già questa mattina avevo esaurito il diesel. Lunedì era finita la benzina, pensi che mi stanno chiedendo direttamente dalla centrale quanta ne devono portare», esclama ancora Favalli. «Sì, ci svuotano le cisterne. Non solo qui a Marchirolo, ma anche a Ghirla, Cunardo, Luino», aggiunge Paronzini.
Situazione temporanea
«Questo pendolarismo però – prosegue Massimo Sassi – si sta verificando solo sulle zone a ridosso del confine. Luino, Cremenaga, Ponte Tresa. Certo, nella storia non abbiamo mai visto svizzeri fare carburante in Italia. Questa è una situazione molto precaria. Un effetto che poi finirà. In Italia, finora abbiamo ‘perso’ molti litri. Se non si attuava la carta sconto regione Lombardia, c'erano impianti che erano quasi sul procinto di chiudere, se non a rischio fallimento. È solo una situazione temporanea, non di certo un punto di riferimento».