Medio Oriente

A Gaza la guerra continua

L'alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Josep Borrell: «A Gaza è in atto una carestia e la situazione umanitaria ha raggiunto un livello catastrofico»
© KEYSTONE (EPA/MOHAMMED SABER)
Red. Online
18.04.2024 09:03

Negli ultimi giorni, a seguito dell'attacco iraniano su Israele, l'attenzione dei media e della società si è spostata verso lo Stato ebraico, oscurando ciò che sta accadendo nella Striscia, dove la guerra non si è mai fermata. Bashir Alyan, un ex dipendente dell'Autorità Palestinese, ha dichiarato al Guardian che secondo le percezioni della Striscia, «Israele è diventato una vittima da un giorno all'altro». 

Sette civili, tra cui una donna e tre bambini, sono stati uccisi nelle ultime ore da attacchi aerei contro un sito e una struttura residenziale nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Il corrispondente dell'agenzia palestinese Wafa ha detto che «gli aerei da guerra israeliani hanno preso di mira le abitazioni che ospitano gli sfollati».

L'allarme arriva anche da Philippe Lazzarini, l capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA): «Nel nord di Gaza, neonati e bambini piccoli hanno cominciato a morire di malnutrizione e disidratazione. Oltre il confine ci sono cibo e acqua pulita, ma ci viene negato il permesso di fornire tali aiuti e salvare vite umane». «I bambini stanno portando il peso di questa guerra», ha aggiunto parlando al Consiglio di sicurezza dell'ONU. «Più di 17.000 minori sono separati dalle loro famiglie, lasciati soli ad affrontare gli orrori di Gaza». Lazzarini ha anche detto che «dobbiamo rifiutarci di scegliere tra mostrare empatia per i palestinesi o gli israeliani, e compassione per gli abitanti di Gaza o per gli ostaggi israeliani e le loro famiglie».

«A Gaza è in atto una carestia»

L'alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Josep Borrell, ha nuovamente parlato delle persone che muoiono di fame: «È con grande sconcerto che prendiamo atto delle prove sempre più evidenti della carestia in atto a Gaza e dell'escalation della situazione umanitaria a un livello catastrofico. La Commissione Europea ha preso atto dell'impegno di Israele ad aprire nuovi punti di accesso agli aiuti umanitari a Gaza, tra cui il porto di Ashdod e il valico di Erez, e ad aumentare le consegne di aiuti dalla Giordania. Tuttavia, a questi impegni devono seguire azioni significative e prioritarie». «Conferme» che, a suo tempo, aveva già richiesto il segretario di Stato USA Antony Blinken: «Le azioni di Israele, con l'apertura del valico di Erez, sono sviluppi positivi, ma il vero test sono i risultati e ciò che vedremo nei prossimi giorni e settimane. Un dato importante sarà il numero di camion che entra a Gaza e se possono muoversi, specie a Gaza nord. Vogliamo vedere risolti i colli di bottiglia ed essere sicuri che i cooperanti, chi porta gli aiuti, possano lavorare in sicurezza».

Una fonte egiziana ha detto al giornale arabo di base a Londra Al-Araby Al-Jadeed che gli Stati Uniti avrebbero concordato con il piano per un'azione militare a Rafah in cambio di un attacco limitato all'Iran. Lo ha riferito Haaretz, ma al momento non ci sono conferme in Israele.

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