A Palazzo federale sono stati riaccesi i termosifoni

Riscaldare. In barba alla campagna di sobrietà energetica. Brigitte Häberli-Koller, evidentemente, ne aveva abbastanza di freddo e correnti d’aria. E così, come riferisce la Tribune de Genève, la presidente del Consiglio degli Stati ha dato ordine di accendere i riscaldamenti nella Sala del Consiglio.
L’ordine, spiega il quotidiano romando, è stato dato direttamente da Häberli-Koller lunedì 6 marzo. L’ha ricevuto dapprima la segretaria del Consiglio, Martina Buol; quindi, è stato trasmesso al personale del riscaldamento dell’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica.
La temperatura, all’interno della Sala del Consiglio, era ritenuta troppo bassa. Avrebbe provocato non pochi raffreddamenti e influenze fra i deputati. Avendo, inoltre, la presidente il “diritto di disporre” della Sala, Häberli-Koller era autorizzata a chiedere che i riscaldamenti venissero (ri)accesi.
E dire che, a Palazzo federale, l’oramai ex ministro dell’Energia, Simonetta Sommaruga, al netto della famosa frase sulla doccia in due aveva spinto affinché la Pubblica amministrazione desse l’esempio. “Dobbiamo abbassare un po’ il riscaldamento negli edifici pubblici”.
All’epoca, in effetti, i timori di una carenza energetica in Svizzera erano forti, oltreché giustificati. Il Consiglio federale aveva deciso di lanciare una campagna di risparmio energetico, ordinando una temperatura massima di 20 gradi in tutti gli edifici federali.
Il fatto che, ora, nelle due Camere la temperatura sia stata alzata a 22 gradi non sembrerebbe tuttavia aver frenato la spinta “al risparmio”. Il Consiglio federale, infatti, intende dar seguito alla campagna lanciata mesi fa anche per l’inverno 2023-24. Anche perché i cittadini, nell’insieme, non sono stati abbastanza bravi nel risparmiare elettricità. È notizia recente, ad ogni modo, che il Consiglio federale ha chiesto al Parlamento un ulteriore credito di 7 milioni di franchi per incoraggiare la popolazione a una migliore gestione dell’energia.