Accoglienza degli ucraini in Ticino: il Cantone informa

Il Ticino è terra di accoglienza. Lo stiamo dimostrando in questo momento in cui gli ucraini sono in fuga dalla guerra. Ma, si sa, ci vuole organizzazione. Il Consiglio di Stato ticinese ha convocato una conferenza stampa per aggiornare la popolazione sul Piano cantonale di accoglienza. A Bellinzona sono presenti i consiglieri di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, e Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni.
La diretta
«Attualmente sono almeno 4 milioni le persone che sono fuggite dall'Ucraina. Donne e bambini si aggirano attorno ai 10-15 milioni di persone. La SEM comunica che se l'esodo dovesse continuare in questa direzione, il numero dei profughi potrebbe diventare di 10-15 milioni. A quel punto, dovremmo aspettarci 1.000 nuovi arrivi al giorno in Svizzera. Al momento, 13.000 profughi giunti in Svizzera hanno già ottenuto lo statuto di protezione S», esordisce il consigliere di Stato De Rosa.
I dati in Ticino
Il numero di profughi attribuito al Ticino comunicato dalla SEM è di 1.600 persone. 1.200 di questi, 1.207 per l'esattezza, hanno già ricevuto lo statuto di protezione S.
Dalle cifre emergono inoltre due elementi: il primo è che il Canton Ticino sta facendo la sua parte in maniera «eccellente». Il secondo elemento è che la maggioranza delle persone si trova in alloggi privati, ospiti di amici o conoscenti che hanno aperto loro le porte.
Persone che arrivano in Ticino prive di alloggio
Le persone che arrivano in Ticino devono annunciarsi al centro federale di Chiasso, per avviare la richiesta dello statuto S. Chi viene attribuito al Canton Ticino in seguito viene attribuito al punto di affluenza di Cadenazzo. In un passaggio transitorio, si posizionano le persone negli appartamenti. Al punto di affluenza di Cadenazzo vengono inoltre raccolte tutte le informazioni sanitarie della persona.
A partire dal 4 aprile, per i rifugiati collocati dai centri cantonali in appartamenti in locazione, è previsto il riconoscimento di un canone locativo, comprensivo di spese accessorie. Si tratta di appartamenti messi a disposizione dai comuni, o dal mercato immobiliare.
L'esigenza della Confederazione è quella di rispondere all'esigenza del grande flusso in arrivo, privilegiando le abitazioni private, di modo da garantire un alloggio indipendente ed autonomo.
Aiuti e prestazioni sociali
Il riconoscimento dello statuto di portezione S permette a queste persone di essere affiliate alla Cassa Malati, in maniera immediata e retroattiva, dal momento di inoltro della domanda. Gli aiuti al sostentamento scattano nel momento in cui si è collocati in appartamento. Vengono inoltre fissati dei forfait di sostentamento, che partono da 500.- franchi a individuo. Per i coniugi, il forfait è di 750.- franchi. Ulteriori 317.- franchi supplementari sono previsti in presenza di un figlio minorenne. 268.- franchi è il forfait previsto dal secondo figlio in poi, mentre per i figli maggiorenni il sostentamento è di 500.- franchi.
«Ci rendiamo conto tutti che siamo confrontati con una sfida enorme e straordinaria. In un solo mese abbiamo superato l'arrivo di profughi che era previsto dalla SEM in un anno. Ci aspettiamo la collaborazione di tutti».
Non è invece previsto alcun sostengo per chi decide di ospitare liberamente i profughi nelle proprie case. L'ospitalità volontaria, spiega De Rosa, non segue infatti il percorso di accoglienza tracciato dalla Confederazione e dal Cantone e pertanto, non è attualmente prevista una copertura dei costi di alloggio da parte del Cantone.
Minori senza genitori
Al momento, si contano unicamente cinque minuti giunti in Ticino senza genitori. La preoccupazione espressa da De Rosa è che possano essercene altri. In questo caso, i minorenni privi di accompagnatore non possono essere ospitati da privati, ma vanno obbligatoriamente annunciati al Centro federale di Chiasso. I casi di parentela o di affido verranno valutati singolarmente.
La parola passa ora al consigliere di Stato Norman Gobbi.
«Una delle prime misure che abbiamo messo in piedi è stata quella di aprire un punto di affluenza cantonale, che ha accolto oltre 200 persone. L'obiettivo di questo centro è di poter accogliere i profughi dopo che si sono registrati, per inserirli all'interno del processo di prima, seconda e terza fase, discussi in precedenza. Con le autorità scolastiche abbiamo anche discusso la presenza di ragazzi che devono essere scolarizzati, cercando di non sovraccaricare taluni istituti scolastici, piuttosto che altri».
Il consigliere informa inoltre che vengono forniti anche vestiti e beni di prima e necessità a coloro che non ne dispongono. «Un nuovo centro collettivo regionale è stato aperto oggi ad Airolo, dopo quelli di Aurigeno e Arzo. Al momento, 194 ucraini sono ospitati al loro interno. Successivamente, il passo è quello di collocarli in appartamenti». A partire da domani nei centri regionali collettivi inizieranno dei momenti di formazione e informazione rivolti ai profughi ucraini. Verteranno su nove moduli, che comprendono civica, sanità, sicurezza, scuole, lingue, lavoro e prestazioni.
Dopo i centri regionali collettivi, nella terza fase gli individui vengono inseriti in appartamenti autonomi, separati dal resto delle abitazioni, per una forma di rispetto. Ad oggi sono 157 gli appartamenti annunciati. Devono essere già ammobiliati e disponibili fin dal primo momento. Di conseguenza, il consigliere Norman Gobbi informa che sul sito web www.ti.ch/ucraina sarà possibile fare un'offerta per il mobilio.