Accoltellamento a Luino, il figlio ammette i fatti

Una furibonda lite per futili motivi. Una coltellata al petto, poi la corsa giù per due rampe di scale, il tentativo di fuga e infine l’arresto, immediato, poco prima delle 20, da parte di due carabinieri. I militari si trovavano già sul posto per controllare la zona, una delle vie centrali di Luino, e sono stati allertati da un passante.
All’indomani del fatto di sangue che ha tramutato una tranquilla domenica estiva nel cuore del comune sul lago Verbano in una tragedia familiare – con un 25.enne del Luganese che ha accoltellato a morte il padre adottivo, un 57.enne direttore di una società attiva nel ramo assicurativo e anch’egli residente nel Luganese, nell’appartamento della madre ed ex moglie – quasi nessuna domanda è rimasta priva di risposta in quanto la dinamica dei fatti è apparsa subito chiara agli inquirenti.
Intanto il giovane, dopo essere stato interrogato dal pubblico ministero Carlo Parodi, stando a nostre informazioni avrebbe ammesso i fatti. Attualmente è detenuto dietro le sbarre nel carcere di Varese ed è indagato con l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante del legame familiare con la vittima.
I dettagli
Il 57.enne viveva sulle rive del Ceresio con i tre figli adottivi, mentre la donna, un avvocato di Lugano attiva soprattutto nel campo della migrazione, aveva deciso di trasferirsi a Luino dopo il divorzio in un appartamento di una palazzina in pieno centro. E proprio nel pomeriggio di domenica il padre, insieme a due dei figli, si era recato a fare visita all’ex moglie.
Poi, in serata, la tragedia: la lite, le urla, poi il 25.enne ha impugnato un coltello da cucina e ha colpito il padre al petto, con la donna e l’altro figlio che hanno assistito alla scena. L’autore è poi scappato dall’appartamento correndo giù per due rampe di scale nel tentativo di raggiungere la strada. Dietro di lui il fratello, che avrebbe tentato di fermarlo. E tra i due sarebbe nata una colluttazione. Le urla, però, non sono passate inosservate, anche perché i fatti si sono svolti verso le 19, quindi durante l’orario di cena. Dai balconi gli occhi dei vicini e la telecamera dei cellulari registravano quanto stava accadendo in strada e il fermo da parte delle forze dell’ordine.
Alle 19.45 i carabinieri della stazione di Luino hanno ricevuto una chiamata in caserma. Vicino all’abitazione teatro del fatto di sangue, come detto, erano già presenti due militari che mentre pattugliavano la zona sono stati allertati da un passante. Il 25.enne è stato immobilizzato, ammanettato e condotto in caserma per i primi accertamenti del caso. Il tutto alla presenza della donna, sotto shock e in seguito soccorsa dai sanitari, corsa anche lei in strada. Nel frattempo, un’ambulanza del 118 si è precipitata sul luogo dell’accaduto, ma per il 57.enne non c’era più nulla da fare.
I rilievi della scientifica sono proseguiti fino a tarda notte. Poi, i carabinieri hanno posto l’appartamento sotto sequestro, mentre le indagini proseguono. L’arma del delitto è stata recuperata e sequestrata dagli inquirenti.
Sotto la lente della DIGOS
Centrale, a questo punto, sarà capire le cause che hanno scatenato il litigio e la coltellata fatale. Il 25.enne non ha avuto una vita facile: negli scorsi anni, il ragazzo era stato più volte oggetto di avvisi di scomparsa in Ticino, mentre sei anni fa era rimasto coinvolto in un’indagine della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali (DIGOS) sugli anarchici che il 7 febbraio 2019 diedero vita a una guerriglia urbana a Torino, durante una manifestazione di protesta contro lo sgombero del centro sociale Asilo Occupato. Il giovane era successivamente stato arrestato qualche mese dopo, a settembre, in un altro centro sociale, a Milano.