Il protagonista

Ademola Olajade Lookman, quando la realtà supera i sogni più arditi

Chi è il giocatore che ha realizzato i tre gol decisivi per l'Atalanta nella finale di Europa League contro il Bayer Leverkusen
© EPA/ADAM VAUGHAN
Paolo Galli
22.05.2024 23:55

Ademola Olajade Lookman ha fatto tre gol, stasera. E li ha fatti belli. Ma non solo, non è mica una questione estetica, questa. Era una finale. E lui, quindi, ha fatto tre gol pesantissimi.

Nato nei sobborghi di Londra, genitori nigeriani, Lookman ha 26 anni e, per molti, era già un eterno incompiuto. Lo diceva la sua carriera, fatta di promesse e stagioni così così, di prestiti e partenze. Ecco, un continuo partire. Un po' di calcio inglese, poi la Germania, poi di nuovo l'Inghilterra, infine l'Atalanta. Era il 4 agosto del 2022. E l'Atalanta nel suo sito annunciava: «Benvenuto Lookman!», e via con la scheda, già lunga lunga, ma per l'appunto fatta di partenze – persino dalle nazionali inglesi giovanili –, più che di approdi. Nessun accenno a quel nome: Ademola, che in lingua yoruba pare significhi «una corona viene aggiunta alla mia ricchezza». Nessun accenno neppure al costo del cartellino: 15 milioni di euro. Un costo da giocatore vero. Ma qui bisognerebbe fare quella distinzione, spesso retorica, tra il valore di una cosa e il suo costo, tra il valore di un talento e il costo delle sue prestazioni.

I tifosi dell'Atalanta si sono affezionati in fretta a quel talento così discontinuo, eppure evidente.

E si è arrivati fin qui, a questa finale. Per molti non avrebbe neppure dovuto giocarla da titolare. Giocheranno Scamacca e De Ketelaere, con Lookman in panchina. Ma Gasperini ha scelto altrimenti: dentro tutti e tre, e tanti saluti a Xabi Alonso, al tecnico fenomeno dell'anno, al Bayer imbattuto, al Neverlosen. Lookman ha piazzato subito un gol di rapina, poi un destro da urlo dopo dribbling a Xhaka e infine sinistro all'incrocio. Un'ipnosi lunga novanta minuti. Già, tanti saluti.

Ma se scriviamo subito tutto ciò è perché pensiamo non ci sia nulla di più bello di poter andare a letto, stanotte, a chissà che ora, in chissà quale stato, con addosso tre gol, tutti e tre i gol che hanno deciso una finale, che hanno portato a una coppa europea. Perché una cosa così non la puoi sognare nemmeno da bambino. Nemmeno se credi che Capitan Tsubasa sia reale, realistico, possibile. Nemmeno se sei figlio di Maradona. Non contano le origini, qui. Non conta nulla. È utopia, più che sogno. Eppure Lookman stasera andrà a letto, a Dublino, a Bergamo, chi lo sa, e ripenserà a ciò che ha combinato, non saprà quale gol rivedere, a occhi chiusi. Non saprà sognare neppure dove potrà giocare il prossimo anno. Una rivincita nel calcio inglese, oppure un altro anno all'Atalanta. Oppure lo sa solo lui dove, che cosa, con chi.

Tre gol. Una coppa. Una gioia che no, non si può descrivere a parole.

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